A Dorothy Porter, per esempio, ho già dedicato un articolo in questa rubrica di riflessioni psicopoetiche. Il suo pluripremiato giallo in versi resta in cima alla top ten delle mie sillogi preferite, tanto che non mi stanco di rileggere l’indagine di Jill Fitzpatrick:
she’s growing dark
she’s wearing a monkey’s mask.
L’idea di una poetica dell’incubo, Prima Materia alchemica che possa farsi storia nera, trama horror, grimorio di streghe e oracolo in versi, talismano; il fare storie, insomma, con i Brownies – gli “gnomi gotici” tanto cari a Robert Louis Stevenson – mi coinvolge nel profondo e nutre la vena principale del mio interesse verso la Poesia.
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Per cominciare (l’idea che ho in mente è quella di un excursus) occorre sottolineare come all’Ombra collettiva, con le sue ben note rappresentazioni del Male come entità che giunge sempre dall’esterno, con le sue figure proiettate intrise di angoscia e imbottite di terrore, si associ un linguaggio poetico che sin dagli albori è fatto di ripetizioni spesso apotropaiche, così come avviene, ad esempio, nello scongiuro della madre che protegge il figlio sulle rive del Nilo (Papiri Magici, 1700-1600 circa a.C.):
Corri via, tu che vieni dall’oscurità,
che entri piano piano
(- il suo naso è la sua nuca,
la sua faccia è rovesciata,
ed è turbato da ciò per cui è venuto -).
Corri via, tu che vieni dall’oscurità,
che entri piano piano
(- il suo naso è la sua nuca,
la sua faccia è capovolta,
ed è turbata da ciò per cui è venuta -).
Sei venuta per baciare questo bimbo?
Io non permetterò che tu lo baci.
Sei venuta per calmarlo?
Io non permetterò che tu lo calmi.
Sei venuta per fargli del male?
Io non permetterò che tu gli faccia del male.
Sei venuta per rapirlo via?
Non permetterò che lo strappi dalla mia mano.
Ho fatto le protezioni di lui contro di te.
(Traduzione di Sergio Donadoni, egittologo, 1949)
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La sua faccia è rovesciata. Capovolta, come il Doppelgänger viandante che cammina in parallelo nello specchio dell’Io. Come l’Ombra ignota che parla attraverso una lullaby. Testi che sembrano infantili e invece celano crudeltà adulte, canzoncine apparentemente innocue sanno ispirare la scrittura nera, quella che dall’inconscio ricava il suo inchiostro. Ne ho parlato in riferimento al mio Le signore dei giochi: *.
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Dieci poveri negretti
se ne andarono a mangiar:
uno fece indigestione,
solo nove ne restar.
Nove poveri negretti
fino a notte alta vegliar:
uno cadde addormentato,
otto soli ne restar.
Otto poveri negretti
se ne vanno a passeggiar:
uno, ahimè, è rimasto indietro,
solo sette ne restar.
Sette poveri negretti
legna andarono a spaccar:
un di lor s’infranse a mezzo,
e sei soli ne restar.
I sei poveri negretti
giocan con un alvear:
da una vespa uno fu punto,
solo cinque ne restar.
Cinque poveri negretti
un giudizio han da sbrigar:
un lo ferma il tribunale,
quattro soli ne restar.
Quattro poveri negretti
salpan verso l’alto mar:
uno un granchio se lo prende,
e tre soli ne restar.
I tre poveri negretti
allo zoo vollero andar:
uno l’orso ne abbrancò,
e due soli ne restar.
I due poveri negretti
stanno al sole per un po’:
un si fuse come cera
e uno solo ne restò.
Solo, il povero negretto
in un bosco se ne andò:
ad un pino si impiccò,
e nessuno ne restò.
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Da Ten Little Niggers, estraendo un verso verso della canzone scritta nel 1868 da Septimus Winner, mutata successivamente in Ten Little Indians per non offendere i lettori, Agatha Christie generò un libro vivo, un romanzo capace di ottenere un enorme successo editoriale. Sì, perché Dieci piccoli indiani è stato uno dei gialli più venduti, ed è tuttora più che noto al grande pubblico.
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Favolesvelte è il progetto letterario che ho avviato nel 2014, dal quale è nato un libro di filastrocche e poesie decisamente Noir, edito da Golem. Dai trecentosessantacinque testi, dei quali oltre la metà dedicati al rapporto con l’Ombra tra miti e spunti fiabeschi. Ripercorro con voi, a partire da oggi, un piccolo tratto di strada nel buio. Il sentiero è illuminato dalla falce lunare.
Rosco* (Arcano Zero, Il Matto)
Non lo conosco
quell’uomo losco
che si trascina
fuori dal bosco.
Non riconosco
nel tipo fosco
sulla collina
altro che “rosco”
ovvero zero
l’ombra che è nero
l’ignoto vero
il Matto intero
il folle straniero.
(rosco * zero, un nonnulla, pezzetto / spagnolo)
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E ancora, sempre in ambito Poesia dedicata ai Tarocchi, per cucinare l’inquietudine in rima:
TOTENTANZ (Morte arcana in danza)
Ritornello (da ripetere dopo ogni strofa):
Signora Morte arriva cantando
per le vie della città.
Cento scheletri van danzando.
Venite tutti, per di qua!
Se la tua ora sta scoccando
Signora Morte balla con te.
Ma se il tuo tempo non è ora
godi la vita finché ce n’è.
I.
«Buongiorno Sorella, mi dica pure…»
Morte alla suora un inchino fa.
«Oh, Nera Signora, ho mille paure…»
la suora volteggia e salta di là.
II.
«Buongiorno avvocato, prego… l’ascolto…»
Morte la legge governa, si sa.
«Lei sul più bello, in vita mi ha colto…»
Morte decreta «Prego, di qua.»
III.
«Che posso fare, mio caro villano?»
Morte carezza la falce e la dà
sulla capoccia del contadino:
«Mia Madre, Natura, mi perdonerà…»
IV.
«Buongiorno Re, buongiorno Regina…»
La Morte sceglie, la Morte sa.
«La festa è per voi, questa mattina
chiudete le porte della città!»
A presto,
Valeria Bianchi Mian
Favolesvelte: *
20/10/2024 alle 08:37
Trovo sempre estremamente avvincenti le proposte di Valeria Bianchi Mian per la ricchezza di allusioni psicologiche. Spero di non prendere un granchio nel trovare, nel suo esplicitare la visione del ” Male sempre esterno a noi”, l’intenzione di sottintendere l’esatto contrario, posizione che mi e` molto cara, secondo cui tutto e` dentro di noi: i personaggi letterari, i miti, il concetto di Bene e Male, le stesse persone conosciute o amate, sono componenti interne di ognuno, pretesti per riconoscere se` stessi; questo riconoscimento e` un’arte praticata fin dall’antichita` e trova un ostacolo nella ridicola ipocrisia del politicamente corretto, purtroppo attuale piu` che mai: ten little niggers, anch’essi componenti psicoemotive di ciscuno di noi, diventavano indians, perche` al’epoca della (vecchia) frontiera avevano scoperto un modo di essere umani ancora inferiore a quello dei neri, cosi` la coscienza era a posto.
23/10/2024 alle 08:12
Certamente, il significato della frase è che le proiezioni, meccanismo di difesa, fan vedere il Male “esterno”, proiettato appunto. Invece, come ci insegna Jung quando parla di Ombra, è drammaticamente in noi…