A tentoni nel buio di Paolo Polvani | L’attimo prima in cui mi entri dentro (quando sei lì, sulla soglia del sesso). Note di lettura a Menù a la carte, di Loredana Lorusso (Tabula fati editore, 2023)
Il titolo di una poesia di Loredana Lorusso recita: L’eros è dappertutto, e io sono del parere che abbia perfettamente ragione, che le nostre antenne siano sintonizzate su quel tipo di vibrazione. È significativo che a dedicare un intero, intenso e corposo canzoniere all’erotismo sia una donna, una giovane donna per giunta meridionale, perché infrange finalmente il luogo comune che per una donna è disdicevole parlare di erotismo, e quindi manda in frantumi un aspetto che la tradizione ci ha consegnato come paradigma, come divieto, e quindi acquista un valore ancor più erotico in quanto liberatorio.
Nella introduzione al suo saggio L’erotismo, Bataille scrive: “Dell’erotismo si può dire, innanzitutto, che esso è l’approvazione della vita fin dentro la morte”. E continua: “Parlerò in seguito di queste tre forme, vale a dire dell’erotismo dei corpi, dell’erotismo dei cuori, e infine dell’erotismo sacro. Ne parlerò, allo scopo di dimostrare come, in ciascuna di esse, ciò che è sempre in gioco sia la possibilità di sostituire, all’isolamento dell’individuo, alla sua discontinuità, un sentimento di profonda continuità”.
Dunque tutto quello che tenta il superamento dell’isolamento dell’individuo è da far rientrare nel perimetro dell’erotismo: uno spettro molto ampio, che include il sentimento religioso, l’arte, l’amicizia.

foto di Shomei Tomatsu
Scrive Daniele Giancane nella prefazione: “E non si tratta di amore astratto o genericamente lirico, quanto di amore coniugato nella dimensione dell’erotismo. Il che ne fa un’opera a tutta prima originale, soprattutto in Italia, dove la poesia erotica è scarsamente frequentata”.
Come si presenta il linguaggio che affronta un tema così importante e insieme delicato e universale? Molto esplicito e per niente metaforico, diretto e preciso, si avverte fin dalla prima poesia, fin dai primi due versi che aprono la raccolta: “L’attimo prima in cui mi entri dentro / quando sei lì, sulla soglia del sesso..”; o anche gli ultimi versi della poesia Labbra: “Baciano e a volte ingoiano / Seducono invitanti / con quel qualcosa in mezzo..”.
La malizia è fin dal titolo, Menù a la carte rientra nell’atmosfera del libro e anzi l’anticipa, l’invito a servirsi è esplicitato più volte: “quale lato di me / vuoi possedere”, e anche “Come ostrica a te mi offro / perché tu possa godere”.
Caratteristica della raccolta è la declinazione dell’eros nella forma del gioco, una propensione decisa alla sua forma ludica; sicuramente da ascrivere tra i pregi ma anche tra i limiti del libro, perché soltanto una percentuale esigua dei testi è dedicata al controcanto dell’amore e dell’eros, cioè a quell’angoscia, quel perenne senso di perdita e di smarrimento che accompagna il sentimento amoroso, per cui al lettore attento non sfugge una certa impressione di squilibrio, che però nulla toglie all’originalità della raccolta.
La propensione al gioco si spinge in alcuni testi al limite della scommessa, con una composizione dove la scelta lessicale appare obbligata in favore della vocale “i”: – Iris, / in bikini mi intrighi. / Mi ispiri visi primitivi. / Intimi picnic di pizzi invisibili..- e in un altro in cui è la “S” a farla da padrona: – Stasera sussurra Settembre / Seduce sensuale / solletica i sensi..-. Loredana svolge il lavoro di biologa, ed è ricercatrice in neuroscienze, e in alcuni versi assistiamo a una veloce incursione di lemmi di ambiente medico, come flogosi, oppure: – Scarica d’endorfine tra neuroni / Ossigeno nativo nei polmoni -.
Il procedere dei versi si sgrana attraverso una seducente affabulazione lirica, a volte si libra in canto, alcuni testi semplicemente raccontano.
Si registra un consapevole governo della parola, una manipolazione accorta risolve l’andamento in semplicità e seduzione: – Di un cane, di un gatto / qualcosa d’impatto / che accolga consensi / niente d’astratto -; e anche: – Lo sguardo perso di una donna / non è perso per niente / Ritrova quella strada / che da sola ha percorso / dopo che ha perso il fiato / per averti rincorso -. Dunque coraggio, originalità, leggerezza, sguardo partecipe e divertito, rendono questo volume un viaggio seducente.

Foto di Shomei Tomatsu
Entra
Non stare lì sul ciglio della porta
Entra deciso in me
Accomodati pure
Fa come se io fossi la tua casa
Ha un perimetro ben delineato
Corridoio a te noto e praticato
Vuoi che ti offra qualcosa?
Hai sete o sei affamato?
Serviti pure
tra gli abiti dischiusi
Non fare
complimenti
Attento a ciò che resta tra i tuoi denti
Mettiti pure comodo
e non avere fretta
Mi vuoi come se fossi sigaretta
Preferisci parlare
o che me ne stia zitta
Mentre ti muovi in me
non vuoi che resti dritta
La stanza adesso è fluida
occorre concentrarsi
Hai solo questo vino che travasi
fra i miei calici erogeni riflessi
Monta di rosso
Tremo fino all’osso
Ho in casa l’epicentro
ma tu non molli, tu mi resti dentro
Marchi il mio territorio prepotente
Ti piace questo guscio autoreggente
Poi ti congedi alla tua maniera
Grata dell’attenzione
ti chiudo lentamente la cerniera.
° ° ° ° °
Liquido
Liquido uomo
Gocciolami addosso
Scivola pure sulla mia pelle nuda
Ho rivoli di te ancora nelle pieghe
Imperlami la fronte
le labbra fino in fondo
Zuppa fino all’osso
accolgo a conca
ciò che da te trabocca
Zampillami nell’anima
Scrosciami fragoroso
Umida di te
grondo e mi ammanto

Foto di Shomei Tomatsu
Alla Bukowsky
Mi sento come una porchetta legata, disse lei
Mi sento che ti sbatto come un uovo, disse lui
Mi sento il cuore in gola, disse lei
Mi sento il cazzo duro, disse lui
Mi sento invecchiata, disse lei
Mi sento che hai un gran bel culo, disse lui
Mi sento un timer nella testa, tic-tac tic-tac quando sono con te, disse lei
Mi sento in un posto senza tempo quando sono dentro di te, disse lui
Mi sento un po’ puttana quando sei con me, disse lei
Mi sento un porco bastardo quando ti scopo, disse lui
Mi sento che, cambierò colore dei capelli, disse lei
Mi sento che, non cambierai il pelo, disse lui
Mi sento che, come faccio a non amarti, disse lei
Mi sento che, devi amarti, disse lui
Mi sento che, devi dirmi ti amo, disse lei
Mi sento che, te lo dico dopo, disse lui
Mi sento che, devo comprarmi quel pellicciotto che mi piace, disse lei
Mi sento che, devo fumare, disse lui
Mi sento di non essere abbastanza per te, disse lei
Mi sento che, nuda e con i tacchi sei perfetta, disse lui
Mi sento fuori dalla tua vita, disse lei
Mi sento dentro la vita con te, disse lui
Mi sento che, vorrei morire in questa stanza d’albergo, disse lei
Mi sento vivo qui, disse lui
Mi sento sazia e appagata con te, disse lei
Mi sento che, vorrei farmi una mangiata di pesce, disse lui
Mi sento che, ho voglia di rum e cioccolata, disse lei
Mi sento che userò il rum come dopobarba e la cioccolata …troverò dove metterla, disse lui
Mi sento a casa con te, disse lei
Mi sento che dovremmo rivestirci, disse lui
Mi sento che, vaffanculo, disse lei
Mi sento che, al tuo sicuro, disse lui.
° ° ° ° °
Prendimi
Quale lato di me
vuoi possedere
Da quale angolazione
vuoi godere
In verticale
In orizzontale
Supina
A cavalcioni
O a pecorina
Sono tra le tue dita plastilina
Mi lascio rimpastare
Puoi ciò che vuoi
Mi sento sottomessa
al tuo volere ingordo e pervertito
Vienimi dentro, fuori
Manda in corto il circuito
Attento alla corrente
Riguardati le dita
Non c’è la messa a terra
Manco del salvavita.
Loredana Lorusso, nata nell’equinozio d’autunno, vive a Bari, dove lavora come biologa, impegnata nello studio delle neuroscienze. Ha pubblicato poesie nella raccolta Odi alimentari (Tabula fati, Chieti 2020), nell’annuario Kief Book e sulla rivista La Vallisa. Un racconto breve è presente nel volume Surrealia: segnali dall’Oltre e altri racconti. Menù a la carte è il suo primo libro.
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