Spazio | I libri che consiglio di Claudia Zironi | Attraverso il fuoco, romanzo di Gabriele Rubini (Nardini Ed., 2022)
Del libro di Gabriele Rubini “Attraverso il fuoco”, recentemente uscito con Nardini Editore, non si può dire che bene, e, se proprio gli si vuole rimproverare qualcosa, il difetto è di non essere almeno 200 pagine in più rispetto alle – comunque generose – 536 di cui consta.
“Attraverso il fuoco” è il secondo romanzo dell’autore emiliano che ha esordito circa un decennio fa con “Generazioni 1881-1907” (Phasar Edizioni, 2011): entrambi fanno parte di un ciclo che ritrae alcune famiglie ebree mentre attraversano la grande storia, con la naturalezza di chi è dentro agli eventi e non può prenderne le distanze, nei loro luoghi di residenza in Russia, Europa e America e mentre si costituisce in Palestina lo Stato di Israele. Ma “Attraverso il fuoco” ha un proprio sviluppo autonomo, pur in continuità e riprendendo alcuni personaggi dal precedente libro (consigliato comunque come buona lettura), che parte dagli anni Dieci e arriva a lambire gli anni Venti del Novecento.
Troviamo in questa opera vari impianti: quello storico poggiato sulla realtà documentale, ma anche quello tipico del romanzo di formazione e della saga familiare, e quello del genere avventuroso, il tutto coronato da una scrittura gradevole e fluente. Rubini dimostra una conoscenza appassionata della Storia contemporanea e riesce a ricreare in modo assolutamente verosimile e rigoroso scenari e modi di fare d’epoca, dunque i personaggi che vivono nelle pagine coinvolgono emotivamente il lettore mentre lo stesso può ripercorrere e scoprire, anche in passaggi poco noti, la Grande Guerra, i suoi preludi e le sue conseguenze. L’ebraismo è il topos precipuo dell’autore il quale sceglie di riportare gli eventi dall’originale punto di vista di chi storicamente non è mai stato accettato e non si è mai sentito davvero integrato come cittadino nella nazione dove è nato, nelle declinazioni dei vari ceti sociali e delle varie inclinazioni politiche, e, parallelamente alle narrazioni europee, russe e americane, non fa mancare le avventure pionieristiche di chi nel vicino oriente tenta di dare corpo al sogno di una Patria. Anche le accurate ricostruzioni di luoghi e paesaggi – dal Carso a New York, da Bologna alla penisola di Gallipoli, dall’Ucraina a Gerusalemme – conferiscono al romanzo straordinaria verosimiglianza.
Come dicevo all’inizio di questa nota di lettura, arrivati all’ultimo capitolo si prova il dolore del distacco da Josh, Filippo e tutti i Morpurgo, da Laniado, Meir e gli altri personaggi usciti dalla penna dell’autore e si vorrebbe sapere ancora delle loro vite, avere ancora davanti qualche centinaio di pagine, come si conviene a ogni buon libro. In base a quanto emerso durante presentazioni dal vivo, pare che Gabriele Rubini stia già lavorando al terzo volume che avrà un arco temporale teso sulla chiave di volta della Seconda Guerra Mondiale. Lo aspettiamo con impazienza.
Gabriele Rubini Nato a Nuoro nel 1967, vive a Ferrara. Appassionato di storia del Medio Oriente, ha vissuto in Israele e lavorato in un kibbutz prima di intraprendere la carriera di export manager. Nel 2011 ha pubblicato il romanzo Generazioni 1881-1907, che ha ottenuto la menzione speciale per la migliore Opera Prima nel Premio Letterario “ADEI-WIZO Adelina della Pergola”.
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