Spazio di Claudia Zironi | INPS e Umanesimo: le Voci prime di Cinzia Demi (Minerva Edizioni, 2021)
Ho di recente assistito alla presentazione di un romanzo che si è tenuta a Bologna nella splendida accoglienza del centralissimo Grand Hotel Majestic (già Baglioni).
L’arpa di Chiara Zaccaria è stato lo strumento eletto ad accompagnare l’incontro in una storica sala colma di persone attente e, come me, emozionate.
L’evento, al di là del valore letterario dell’opera proposta e della presenza luminosa della sua autrice, Cinzia Demi, che stimavo come poeta e che ho apprezzato anche ottima narratrice in prosa, è risultato peculiare e particolarmente coinvolgente per l’insolito pubblico e gli insoliti relatori che lo hanno caratterizzato.
Ma partiamo dalla trama del romanzo Voci prime, uscito quest’anno con i tipi di Minerva Edizioni, attualissima e poggiata sul vissuto di un’impiegata di quello che da tutti noi italiani è considerato l’ente più oggetto di amore-odio e più burocratizzato dello Stato: l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, in acronimo INPS, dal quale dipendono spesso le nostre sorti economiche di breve e lungo periodo, e che ci pare lontano dalla vita reale e privo di umanità.
Sara, questa donna in prima linea, che riceve allo sportello, dal quale l’INPS si affaccia sul mondo, le storie di altre donne, facendole proprie, si confronta quotidianamente con la capacità di provare empatia e al contempo di non soccombervi. Sara che ha sulle spalle i propri problemi: un matrimonio fallito, due figli, sogni realizzati a metà che continua a rincorrere, lo spettro di una sé stessa bambina – o forse di un’anima bambina – di quando tutto, sotto una pioggia di gigli di mare, doveva ancora accadere…
Le storie drammatiche delle donne accolte e ascoltate, Anna, Maria, Valeria, Doina, Luigia…, che si intrecciano con quella di Sara, sono scandite da esergo ai capitoli – che diventano poi parti integranti degli stessi – tratti da Cent’anni di solitudine di Gabriel García Márquez, un classico che Demi ama e alle cui atmosfere dichiara di essersi ispirata per comporre la propria opera.
Demi ha da sempre particolare attenzione per l’universo femminile e per le sue fragilità in contesti di sopruso o di solitudine ma in quanto poeta ha la capacità di rivolgere lo sguardo al reale in modo inconsueto andando nelle sue narrazioni ben oltre la cronaca.
Data la verosimiglianza e veridicità delle situazioni, il libro di Demi – che ha un ruolo di funzionaria all’INPS e dunque ha un diretto vissuto connesso con il racconto e la padronanza assoluta del registro tecnico abilmente inserito nel contesto letterario – potrebbe assumere i connotati di una testimonianza o di un saggio sociale romanzato, tuttavia come ha fatto notare il Prof. Gianfranco Lauretano nel suo pregnante e interessante intervento – che è stato vicino a una lezione magistrale sull’umanesimo come connotazione necessaria della letteratura – di questa opera colma di umanità bisogna dichiarare il valore letterario. Ma questo intervento critico è arrivato, con sapienza, per ultimo dopo una serie di precedenti di cui vi dirò ora.
Dopo i ringraziamenti e saluti di rito del Direttore dell’Hotel che accoglieva la presentazione, della Presidente dell’Associazione Amici delle Muse, della Vicepresidente dell’associazione Estroversi e dell’editore Roberto Mugaveri, titolare delle Edizioni Minerva di Bologna, che ha condotto l’incontro, la parola è andata al Direttore della Sede regionale dell’INPS Emilia Romagna, Dott.Elio Rivezzi, e qui è stato chiaro alla parte del pubblico non “co-protagonista” che la sala era in buona parte occupata da impiegati dell’INPS, persone vere e vibranti, non freddi operatori e burocrati e il coinvolgimento di tutti
nel discorso di Rivezzi si è fatto palpabile. Finalmente le “persone comuni” potevano sentire che l’INPS sa dei problemi, che ci sono persone vere che si interrogano su come risolverli, che la volontà dell’Istituto è di donare ascolto e competenza nel preciso intento di SERVIRE i cittadini. Rivezzi ha detto esplicitamente che “chi non serve, non serve” (cioè chi non è disposto a mettersi al servizio delle persone non è necessario all’Istituto) e con lui tutti i colleghi hanno giudicato necessario il libro di Demi, che tratta del loro impegno quotidiano, tanto da conferirgli un premio al Salone del libro di Torino. Del resto la prefazione al libro è stata scritta da un’altra funzionaria dell’INPS, la Dott.ssa Maria Giovanna De Vivo, Presidente Comitato Pari Opportunità INPS e Direttrice Sede Regionale INPS Campania, la quale ha fatto un brillante intervento sul tema della situazione femminile, del disagio pandemico e su come il libro di Demi possa essere un prezioso strumento per chi opera con il pubblico in questo periodo così difficile. Al suo intervento è seguita la testimonianza dell’Avv. Elisabetta Aldrovandi, Presidente Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime.
Ricordo qui anche che una nota introduttiva al libro è stata scritta da Giancarlo Pontiggia e che la coloratissima copertina è opera del pittore Maurizio Caruso.
Il bilancio delle quasi due ore trascorse in sala è ricco di molteplici stimoli per i quali sono grata: la voce di Demi che leggeva le proprie intense pagine, composte con sensibilità all’insegna della “poetica del sociale”, termine coniato dalla stessa autrice, la musica, l’opera pittorica di Maurizio Caruso, l’ambiente che rimandava agli antichi fasti della Belle Époque bolognese, le voci-vere e i visi-umani delle persone che stanno dentro le fredde stanze dell’INPS e il “bottino” di un libro con dedica che ho volentieri acquistato e immediatamente “divorato”.
Cinzia Demi, di Piombino, vive a Bologna, dove ha conseguito la Laurea Magistrale in Italianistica.
Dirige con Giancarlo Pontiggia la collana di poesia Cleide, (Minerva). Cura per il sito culturale italo-francese “Altritaliani” la rubrica Missione Poesia. Ha pubblicato per la poesia, la saggistica e la narrativa con Prova d’Autore, Raffaelli, Puntoacapo, Carteggi Letterari, Fara, Pendragon, Minerva.
Tra le pubblicazioni in poesia Il tratto che ci unisce (Prova d’Autore, 2009); Incontri e Incantamenti (Raffaelli, 2010); Ero Maddalena e Maria e Gabriele. L’accoglienza delle madri (Puntoacapo 2013, 2015): In nome del mare (Carteggi Letterari, 2017). Per la saggistica si ricorda il volume Ritratti di poeta. Cinque anni di Missione poesia e di Un thè con la poesia (Puntoacapo, 2019). Tra le pubblicazioni parodiche Incontriamoci all’Inferno, parodia di fatti e personaggi della Commedia (Pendragon, ultima edizione 2020). È stata tradotta in inglese, francese, romeno, ungherese, arabo. Collabora con la collana AltreScritture (Puntoacapo) per le traduzioni nelle lingue neolatine. Tra gli eventi che organizza: Un thè con la poesia, ciclo di incontri con la grande poesia contemporanea (Grand Hotel Majestic di Bologna); Populonia in Arte, Festival di poesia e arti varie (Comune di Piombino). Tra gli artisti con cui ha collaborato: Raoul Grassilli, Ivano Marescotti, Gabriele Marchesini, Diego Bragonzi Bignami. È presidente di EstroVersi, associazione di promozione dell’arte e della cultura.
24/10/2021 alle 09:54
partecipo, ancor più leggendo oltre alla suggestiva quanto essenziale presentazione, la delicatezza e al contempo la pregnanza del testo