Note di lettura a Meduse di Dohrn di Carmine De Falco (Bertoni Editore, collana PoeisaLab, 2020 – prefazione del curatore di collana Luca Ariano e postfazione di Ferdinando Tricarico)
Incuriosita dal titolo dell’ultimo libro di poesia di Carmine De Falco, cerco “Dohrn” e “meduse di dohrn” in Google e trovo interessanti risultati:
-Felix Anton Dohrn (Stettino, 29 settembre 1840 – Monaco di Baviera, 26 settembre 1909) è stato uno zoologo tedesco. Fu uno dei massimi darwinisti tedeschi e il fondatore e primo direttore della Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli.
-La turritopsis dohrnii, la medusa di Dohrn, una piccola specie originaria del Mediterraneo, è comunemente conosciuta come la “medusa immortale” e il suo soprannome è da prendere alla lettera. Grazie alla sua capacità di ritornare a uno stadio sessualmente immaturo invece di soccombere a una morte inevitabile, questa piccola creatura custodisce il segreto dell’immortalità biologica. Invece di morire come ogni altra creatura, la minuscola medusa, quando arriva il suo momento, ritrae prima i suoi tentacoli, trasformandosi in una massa informe, quindi scende sul fondo dell’oceano e ritorna poi al suo stadio di polpo nel giro di tre giorni. Il nuovo polpo è geneticamente identico alla medusa originale, ma è una versione giovane di essa. E questo ciclo, se la medusa vive in un ambiente che la sostiene e se non viene uccisa dai predatori, può ripetersi all’infinito. Pare che questo sia l’unico animale potenzialmente immortale ad oggi conosciuto.
La seconda notizia mi pare foriera di un messaggio di euforica speranza, ma, aperto il libro, mi rendo conto subito che poca ne troverò in pagine che trattano del grande male del pianeta in un idioma spietatamente frammentato e reinventato tra linguaggio macchina, linguaggio social, linguaggio gergale, linguaggio tecnico, linguaggio complottista, linguaggio dialettale, linguaggio ironico, ecc… il tutto destrutturato e ristrutturato in qualcosa di comprensibile più con la pancia che con la testa. È un attimo precipitare dal codice all’avvento distopico.
La bella fantasia linguistica e la ipercontemporaneità totale del dettato mi fanno sorridere divertita pensando a un malcapitato ibernato, ad esempio, nel 1980 (anno di nascita dell’autore), che fosse risvegliato oggi e si trovasse chiuso in una stanza con il compito di apprendere il XXI secolo dal libro di De Falco…
Noto anche che diversi componimenti portano in apertura o in chiusura un QR Code che rende il libro molto più vasto di quanto le pagine di carta consentano, connettendolo a video, musica e notizie dalla rete: una brillante costruzione tecnologica che coniuga la tradizione della libreria con la liquidità della moderna informazione. Ovviamente mi butto a capofitto a inquadrare i QR code, attività che mi solleva un poco dall’evocazione della fine del mondo dell’uomo, vorace di così tante belle novità: non sapevo che esistessero meduse immortali ma neanche che una danzatrice “cyborg” si fosse fatta impiantare un chip che non si spegne mai per avvertire i movimenti sismici – anche quelli minimi – e trasformarli in movimento corporeo.
Questo Meduse di Dhorn è un libro di poesia e prosa di ricerca denso e pieno di sorprese che raccoglie coerentemente testi recenti e altri della passata decade di scrittura. De Falco, che collabora con l’Agenzia Europea dell’Ambiente a Copenaghen, dove attualmente vive, come esperto di comunicazione digitale, ha cognizione di causa ambientale oltre che una evidente competenza filologica e mediatica, ma credo che i tanti riferimenti filosofici, sociologici e cinematografici rivelino un suo carattere onnivoro ed eclettico che gli consente ad ogni pagina di donare perle all’intelletto.
Ferdinando Tricarico in postfazione afferma: “…l’autore, realizza la sua azione guastatrice senza cadere in epigonismi avanguardistici né in posture gnomiche, sono ancora più evidenti i segni di un impegno autentico e di consapevolezza storica. Il soggetto poetico non ha verità da annunciare, né è ispirato dai demoni della salvezza e della saggezza, è lì partecipe e distante, “civile” in quanto maschera tragicomica e incivile della commedia umana.”
Procedendo nella lettura infatti il “povero di mondo” heideggeriano rischia di essere l’uomo stesso mentre la gerarchia dei “viventi” derridiani va verso l’inclusione dell’intelligenza artificiale.
Chiudo il libro e penso che l’immortalità è immemore prerogativa delle meduse che, con noncuranza, ci guardano estinguere, ma del resto le formiche argentine sono tante più di noi.
Una selezione di testi da Meduse di Dohrn di Carmine De Falco:
E già buoi pesto quando il giorno
Si allontana più che può dalla nana gialla
Che qua non ci inganna e mostra disarmata
Tutto il suo pallore, di piccola stella eppure generosa.
Dovrebbe intenerirci, se riusciamo
A perforare questo freddo ancestrale
Ma l’oltremondo che pianifichiamo con la scienza
È troppo di là da venire per poterci salvare
Paradossalmente non abbiamo che ossequiare
La persistenza del gelo nel buio della stagione
Più afflitta, che rispettosa non fornisce
Alibi all’offesa, mettendo in scacco le piccole
Pretese, i desideri meschini, le masquerade
Che ci tengono a galla facendo strage
*
Le mandorle premono. La soia
vomita zampilli. L’avena frantuma
nell’acqua. Il piccolo ha perso innocenza.
La terra è nuda. Nulla c’è dentro
la montagna.
È tutto uno sborrare di macchine
che consolano voluptas dolendi.
*
Ci sono modi diversi di essere cyborg, mi elenchi
Psychological cyborg / Biological cyborg / Neurological cyborg
Mentre insegni la comunicazione transdentale e come
Sentire diversi gradi di realtà attraverso
sentimenti robotici, o naturali o terrestri
Quasi fosse lo stesso che l’immortalità di una medusa.
Esistenza di una società transpecie.
I terremoti ancora e i maremoti e poi la qualità dell’aria e
[magnetico
L’impianto nei capelli che ti fai accarezzare. Come se il tempo
Fosse solo quest’illusione, che la mia mano resti per sempre
[attaccata
Alla placca metallica che ti circonda la testa.
È giunto il momento, di salvare il mondo modificando noi stessi
Di imparare a riscaldarci da dentro, di guardare di notte nel buio
di smetterla
Di scavare, rigenerare e rimettere in circolo.
*
Le formiche argentine hanno invaso da decenni l’Europa. Qualche
entomologo sostiene che ci sia un’unica grande colonia
imparentata che va dalla Liguria al Portogallo. E che questa sia in
lotta con una colonia rivale della stessa specie che si è insediata in
Catalogna. Dicono che la natura insegni sempre qualcosa.
I formicai della stessa colonia sono lontanissimi tra loro, e non
[sempre si somigliano.
Sparsa genia, che si moltiplica nella terra. A una velocità
[impressionante
E qualcosa di inspiegabile lega tutte a un vincolo di sangue che
[sembra ultraterreno.
Forse avranno un loro Dio,
un messaggio chimico indecifrabile da tramandarsi
fino all’estinzione, una parola chiave che si passano
silenziose da schiena a schiena.
Noi umani siamo molti di meno.
*
Anytime I look into all’uocchie tuoje
A wrong vrangat
‘E sientimiente e feelings
‘O filo ca s’arrevoglia and twist
Attuorno ‘o core around the sun
Into ‘o suonno coming into a song
‘O sogno e’ nu space luntan
Copenapole that doesnt exist
Your front that chiamma
Sweet stritt
Stuort cropped
Stu climma ca cagna
Baccalà back to life
Codd’appis
Stoccafisso hang out
‘O stock stuked
Fucked futtut
Maggio addurmuto e coccosa
awaked me up
*
Svestiti al buio
Proteggiamo la nostra carnagione
Dai raggi
Di scie tossiche e smagliate
Nomenclature
Come s’è affogato quell’insetto
Nel nostro scolo ormonale?
La poesia non sa più raccontare
Niente di più
Di una serie TV
Il mondo è tutto quanto italiano
Questa finta abbondanza
Che spreme sul ventre
Lo stomaco gonfio
Di saccarosio. Sugar that erodes my ears
Tornare selvaggi
Tieni vivo il ricordo
Del giardino distrutto di Nørrebro
Il groove sale sul tuo contapassi
Un meccano che ruota in crescendo ripartendo ogni giorno da zero
Intorno le ragazze si fanno nude
Rasa sospesa tra rosa e rasoio
Ti resta la notte dei baci e dei numeri muti
E una foto profilo instagram. Il non vissuto
Appartiene alla gioventù.
*
Carmine De Falco (Napoli, 1980) è esperto di comunicazione digitale, collabora per l’Agenzia Europea dell’Ambiente a Copenaghen. È cofondatore dell’associazione Componibile62 e del progetto editoriale RACNA Magazine e ha lavorato come facilitatore a progetti di scambio culturale e artistico. Ha pubblicato le raccolte Linkami l’immagine (Fara Editore), Italian Day(Kolibris), I Resistenti (edizioni d’If), Città bianca (in Zenit poesia – La Vita Felice). Testi sono presenti in antologie e riviste letterarie, tra le altre Trivio, Le voci della Luna, Levania, e nei volumi Nella Borsa del Viandante, Attraverso la Città, Pro/Testo, AlterEgo Poeti al MANN, Poeti da Secondigliano, Poesia a Napoli II ed. 2018.
01/03/2021 alle 21:33
grazie, per me difficile sentire un libro vicino, così è