Osservatorio poetico | Alessandra Familari
IMPALLIDISCE LA TERRA
Impallidisce la terra
se una scaglia di bianco
s’impenna, sboccia dal mare:
così il tuo viso si fa, Anima
se indovini tra i miei occhi
-non uno- quanti volti?
E qui prendi a camminare
Ed io di me uno dei tanti
che scelgo
che scegli
raccogli ora tra le mani
l’informe sedimento e
percorre righi antichi, svela i segni:
memorie sui tuoi palmi
E lì me in me s’adagia
*
EPPURE UN RESIDUO
Eppure un residuo di voce trapela:
estinta l’acqua nel bicchiere
non si estingue la sete
torna atroce e nuova
come l’ubriaco del quartiere.
Così rincasa – in te – interminata
l’estinzione delle cose,
e ti schiudi allo spazio che entra
e non ti avvolge,
Sapiente silenzio si spande
puro nei pori delle porte
chiuse. Riempie la forma del vuoto
di un vuoto cosciente
E lì voglio stare
nello stralcio di luce
che dalla porta socchiusa s’infila
al confine tacito, schiusa
nello spazio d’aria di una fessura
*
ESTRANEA
E non mi resta nulla
di quelle mani invadenti
né degli occhi curiosi
come i miei che non lo sono mai
veramente. E mi resta il senso
di me
rapito da punto a punto
da un corpo:
materia momentanea
Poi come persiane altre mani
giungono, ritornano altre
e ti copri
senza farti toccare
lasci che la luce entri
ma non ti curi del tepore
che per un tratto, un brano soltanto
di evasione – non senti –
Poi torni in te
uno dei tanti
tu che conosci che sai
– di te
dell’altro – che non hai mai
saputo. E se senti ti senti
estranea, da umana
alle cose degli umani
(Inediti)
Nata a Milano nel ’96, Alessandra Familari ha vissuto nella provincia di Monza Brianza, in periferia. Studia Lettere Moderne a Milano. Ha collaborato per il giornale culturale online Elzevirus e per la rivista culturale online Fernweh. Ha ideato e dirige la rivista culturale Intermezzo. Nel Gennaio 2020 le è stato assegnato il premio speciale miglior autrice under 25 al concorso “OSSI DI SEPPIA ed. XXVI, Arma di Taggia”. A Marzo dello stesso anno alcuni testi sono stati insigniti del premio speciale “IL SUBLIME” e pubblicati sull’antologia del premio. Sta attualmente lavorando a quello che sarà il suo primo libro di poesia: “Abitare il solco” da cui sono estratti i testi qui proposti.
Nelle poesie qui presenti, il gioco linguistico che vige tra l’indeterminatezza concettuale e l’evocatività dell’immagine è giostrata in maniera già dotata di grazia e maniera, in un sistema di rimandi e spostamenti che lasciano trasparire, attraverso la percezione della propria estraneità nell'”interminata / estinzione delle cose”, la ricerca di un decoroso posto nel mondo e di un’identità all’interno dell’umana specie. In un tale percorso in fieri, è proprio nel vago e nel peregrino che l’informe sedimento del senso prende forma e si fa comunicativo e comunicabile.
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