Angoli di poesia di Luca Ariano | Giovanni Raboni, Teatro. Testi e traduzioni (Mondadori, 2024)

 

Vent’anni fa (16 Settembre 2004 a Fontanellato) ci lasciava Giovanni Raboni. Il poeta milanese fu una delle personalità intellettuali di spicco del Secondo Novecento, oltre che poeta, si distinse anche come critico letterario e teatrale, direttore di collane editoriali e traduttore. In Oscar Moderni Baobab, con la precisa curatela di Massimo Natale, esce Teatro. Testi e traduzioni. Raboni, come scritto, fu critico teatrale sulle pagine del “Corriere della Sera” dal 1987 al 1998, quando entrò a far parte del consiglio di amministrazione del Piccolo Teatro di Milano. Il rapporto con il teatro ebbe inizio nel 1947, con la nascita del Piccolo Teatro e i primi spettacoli di Giorgio Strehler, ammirati da un Raboni ancora ragazzo. 

Massimo Natale, nella sua introduzione intitolata Da Molière e Racine a Eliot e Shakespeare sul teatro di Giovanni Raboni, affronta tutto il percorso teatrale del poeta lombardo. Raboni scrisse anche due opere teatrali in proprio, Rappresentazione della croce (Garzanti, 2000) e Alcesti o la recita dell’esilio (Garzanti, 2002) che sono presenti nel Meridiano Mondadori del 2014 curato da Rodolfo Zucco. Per la prima volta invece, questo interessante volume ripropone tutte le traduzioni teatrali di Raboni che spaziano dal teatro classico sino ai testi di avanguardia che, come lo fu per la sua critica, denotano una grande apertura e conoscenza. Si spazia dal secolo d’oro francese di Molière, Racine Marivaux fino a Hugo, Claudel, Maeterlinck, Eliot e l’immancabile Shakespeare. Il volume in Appendice è arricchito da interviste a Giovanni Raboni o da sue riflessioni che l’hanno portato a tradurre determinati autori, su commissione o per interesse personale. Per Raboni: “Il teatro ha bisogno di noi. Ne ha bisogno per vivere perché non può esserci teatro senza spettatori, voglio dire senza un rapporto di alterità fra chi fa e chi assiste, fra chi costruisce con i suoi gesti e la sua voce una metafora dell’esistente o del possibile e chi raccoglie questa metafora per trasformarla dentro di sé in emozione e senso”.

Molto interessanti le riflessioni sul modo di tradurre teatro e su come questa attività abbia influenzato, o comunque si sia intersecata, con l’attività poetica dell’ultimo Raboni, in particolare  A tanto caro sangue (libro dal titolo shakesperiano che raccoglie la sua produzione e pubblicato per Mondadori nel 1988). Raboni, fin da ragazzo, si appassionò al teatro, così come alla musica e il suo percorso, come già scritto, culminò con l’entrata nel consiglio di amministrazione del Piccolo di Milano. Così descriveva quegli anni: “Intorno al 1950, quando l’adolescenza stava diventando maturità sono successe per me delle cose fondamentali. Alla Scala c’è stata una stagione di concerti stupenda in cui si sono ascoltati tutti i capolavori della musica sacra, da Vespro della Beata Vergine fino al Requiem tedesco di Brahms. Esperienza per me assolutamente fondamentale.”

Intensa fu la sua collaborazione con Luca Ronconi e le sue traduzioni non furono mere trasposizioni destinate solo al cartaceo, ma in lui vi fu sempre un’attenta valutazione nel cercare di rendere le opere da lui esaminate, non solo leggibili, ma naturalmente rappresentabili a teatro. In questo è evidente come la sua attività di critico teatrale lo abbia agevolato nel comprendere appieno lo strumento e l’arte teatrale così diversi da altri generi da lui praticati come la poesia e la critica letteraria. Teatro è uno strumento utile per comprendere un altro aspetto dell’opera di Raboni e forse per apprendere meglio anche alcune sue raccolte poetiche. In questo ci aiuta Massimo Natale che con precisione ci guida sapientemente alla scoperta del teatro di Giovanni Raboni.

Luca Ariano

 

 


Giovanni Raboni (Milano 1932 – Fontanellato, Parma 2004), voce poetica tra le piú alte e rappresentative della poesia del Novecento e dei primi anni Duemila, ci lascia, insieme alla sua opera in versi (raccolta integralmente in Tutte le poesie. 1949-2004, Einaudi, 2014) un enorme lavoro di traduttore, critico militante – anche cinematografico e teatrale – e commentatore politico e di costume: testimonianze di una straordinaria sapienza letteraria e di una statura morale e civile che ne fanno uno dei punti di riferimento imprescindibili della cultura italiana contemporanea. Di Giovanni Raboni Einaudi ha pubblicato in due tomi Tutte le poesie 1949-2004, a cura di Rodolfo Zucco, e la traduzione dei Fiori del male. Di Flaubert Raboni ha tradotto L’educazione sentimentale (Garzanti) e i Tre racconti (Mondadori).