Angoli di poesia di Luca Ariano | Giovanna Rosadini Un altro tempo, Interno Poesia Editore, 2021

 

Dopo oltre quindici anni dall’incidente che l’ha colpita, e a undici dalla pubblicazione di Unità di risveglio (Einaudi, 2010), Giovanna Rosadini torna sulla vicenda personale che le ha segnato la vita con un altro libro intitolato Un altro tempo (Internopoesia, 2021) con una postfazione di Nicolò Nisivoccia. Questa raccolta consta di trenta quadri più un prologo ed un epilogo che fin dal primo quadro ci proietta nel vissuto della poetessa: “All’inizio c’è questo lentissimo riaffiorare alla coscienza, sprazzi di luce che per brevi istanti fanno esistere il mondo: la tenda pieghettata oltre il vetro di fianco al letto, illuminata da un raggio pulviscolare di luce; qualcuno che mi issa in piedi prendendomi sotto le braccia da ambo le parti, e come in sogno il piede sinistro che si piega quasi fosse di burro, non reggendo il peso […]”. Il linguaggio di queste prose poetiche è immediato, senza filtri e l’autrice scava nel suo inconscio per far riaffiorare dalla memoria i momenti che l’hanno vista risvegliarsi dal coma. Pubblicato in piena pandemia, questi quadri descrivono il vissuto personale di una malattia, un dolore, la sofferenza di una lenta ripresa e rinascita che paiono quasi una metafora di questa nostra epoca colpita da numerosi lutti e perdite: “Sto imparando la gratitudine: per la seconda possibilità che mi è stata data, per la bellezza del mondo che posso attingere anche fra queste mura, la dolcezza delle sere estive in giardino, la luminosità accesa del mare che mi accoglie ogni mattina oltre le finestre della palestra, per la partecipe dedizione di medici, terapisti ed infermieri, per l’amore che quotidianamente mi testimoniano i miei cari. Quando chiedo a mio padre in che condizioni mi ritroverò una volta ritornata alla vita “normale” e, inevitabilmente, non del tutto guarita, mi risponde che sarò una persona migliore di prima, se saprò fare di quest’esperienza un valore aggiunto. Intanto ogni sera mi manda una quartina in rima via sms, per ricordarmi di usare “la sinistra mano”. Non solo la poetessa è “protagonista” di quanto le è accaduto, ma il suo sguardo piano piano si apre al mondo che le è attorno, riscopre e rivede i suoi cari, il personale ospedaliero, si pensi, ad esempio, all’infermiere Antonio, mentre lei stessa sente l’esigenza di avere qualcuno accanto in questo lento percorso di rinascita: “Ho una necessità quasi fisica, spasmodica della presenza dei miei familiari…” Il percorso è lento, vi è quasi “Un insopprimibile senso di colpa e di vergogna” anche per la difficoltà di recuperare fisicamente, anche la parola: “Posso ancora dirmi la Giovanna che ero?? E in quale misura potrò tornare ad esserlo?” Il linguaggio è molto misurato, pulito, diretto e concordiamo con Mirella Vercelli che su Pelagos così lo definisce: “Non troveremo in questo volume rime o a capo per definire i versi, ma un poeta non dimentica mai di esser poeta, anche quando decide di scrivere in prosa: per questo credo che la prosa di un poeta si riconosca sempre.” Anche Franca Alaimo su Atelier e lo stesso Nisivoccia nella postfazione sono concordi nel considerare Un altro tempo un vero e proprio libro di poesia nonostante Giovanna Rosadini non usi la classica forma poetica: “Un altro tempo debba essere ascritto a pieno titolo alla poesia, pur nella sua assoluta unicità: perché solo un poeta poteva restituire in questo modo, in questa misura, i volti d’ombra e di luce della propria vita” (Nicolò Nisivoccia).  Pensiamo che in questa epoca, segnata da numerose morti, leggere questo testo aiuti a comprendere come dal dolore si possa lentamente risalire. Rispetto a Unità di risveglio la poetessa forse ha uno sguardo più lontano e riflessivo, ma non meno efficace ed intenso e libri come questo sicuramente sono utili per affrontare meglio la nostra epoca. Il libro si chiude con una poesia che è una sorta di monito a se stessa e non solo: “Non lasciare deserta la terra dei ricordi / dentro quel buio fermentato di nostalgia / si accendono bagliori di computezza […] Sei stata felice, e non lo sapevi.”

 

VII.

 

La mamma arriva in uno dei suoi colorati vestiti estivi, fresca e sorridente. Traffica nella stanza intorno a me, mi ha portato pigiama e biancheria puliti. ”Faccio io”, dice agli infermieri , e prende ad imboccarmi la colazione. Di ottimo umore, racconta  che “stamattina c’è un mare bellissimo, calmo, azzurro ed invitante”. Io, dolente e immobilizzata a letto, trasecolo. “Sembri contenta”, le dico, con tono di rimprovero. “Lo sono! Tanto!”, risponde abbracciandomi con impeto giovanile. “Tu non sai cosa che abbiamo passato, la paura che abbiamo avuto…”.

 

 

XXVI

 

Ed eccomi finalmente fuori, di fronte al mare, su questa lunghissima e selvaggia spiaggia calabrese, dove mi hanno portata Francesco e  Cristina, in auto attraverso la campagna tardo estiva bruciata dal sole. “Hopes and  Fears” dei Keane a tutto volume. Noi e il paesaggio, elementi quasi consustanziali nel riverbero liquido della luce del giorno. Il tocco del sole sulla pelle non è più brutale (quello di cui conservo memoria dell’agosto passato qui qualche anno fa), ma dolce e persistente, un guanto tiepido che avvolge piacevolmente il corpo e lo rianima, infondendo un’energia nuova. Esserci, ancora. In una prossimità ritrovata col cielo, con l’aria  che preme addosso leggera, una carezza quasi immateriale, con le onde che avanzano e si ritraggono di questo mare in cui mi immergerò, in un bagno rituale che, dopo l’esposizione alla perdita di me stessa, congederà i fantasmi e mi restituirà alla vita.

 


Giovanna Rosadini è nata a Genova nel 1963, si è laureata in Lingue e Letterature Orientali all’Università di Ca’ Foscari, a Venezia. Vive e lavora a Milano. Ha lavorato per la casa editrice Einaudi, come redattrice ed editor di poesia, fino al 2004, anno in cui è uscito, per lo stesso editore, Clinica dell’abbandono di Alda Merini, da lei curato. Ha pubblicato la raccolta Il sistema limbico per le Edizioni Atelier nel 2008, e altri testi poetici in riviste e antologie collettive. Nel 2010 è uscito Unità di risveglio, per la Collezione di Poesia Einaudi. Per lo stesso editore ha curato Nuovi poeti italiani 6, antologia di voci poetiche femminili che ha suscitato un vivace dibattito e una larga eco, uscita nel 2012. La sua terza raccolta poetica, Il numero completo dei giorni, è stata pubblicata da Nino Aragno editore nel 2014. A maggio 2018 è uscita la sua nuova raccolta, Fioriture capovolte, ancora per Einaudi editore.