Angoli di poesia di Luca Ariano | Elisa Donzelli, album (nottetempo, 2021)
Elisa Donzelli con album (nottetempo, 2021) è all’esordio poetico dopo aver scritto numerosi saggi ed articoli sulla poesia italiana occupandosi, tra gli altri, di Giorgio Caproni, Vittorio Sereni, René Char, Diego Valeri e del carteggio tra il critico d’arte Roberto Tassi e Bertolucci. Per l’editore Donzelli dirige inoltre la collana di poesia oltre a insegnare Letteratura italiana contemporanea alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Libro che ha ottenuto numerosi attestati di critica e premi come il Premio di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi e il Premio Alma Mater Violani Landi Opera Prima. La raccolta è divisa in tre sezioni: Esercizi di disegno, Album e Aprendo la notizia. La raccolta si apre in esergo con questi versi che paiono quasi una dichiarazione di poetica introducendoci ad alcune tematiche presenti nell’opera: “Ho sognato stanotte / che ti stavo sognando / e così facendo / ti stavo perdendo / perdendo il ricordo di te / per quello che brevemente / sei stata che non sei stata / e non sarai nei giochi / di mio figlio che adesso / vuole raggiungere/ la tua età / la mia.” In questi versi si evidenziano sia una dimensione onirica che una sovrapposizione dei tempi passato, presente e futuro che ritornano spesso nella costruzione delle sue liriche. I ricordi dell’infanzia e del tempo passato compaiono fin dalla prima sezione in poesie come tecnigrafo che in esergo ha, non a caso, i versi di Ovidio tratti da i Fasti (Placida sum nympha Numici;/ Amne perenne latens Anna / Perenna vocor.): “entro tra le strade ai piedi dell’Aniene / nel quartiere che ho scelto per i miei giri di passi / e potresti essere tu quella che si allunga di spalle […] ritrarti tra i vivi, incompleta nel viso / a perenne inclinazione.” La perdita di una vita, contrapposta alla nascita determinano un contrasto forte in questa sezione come in altre poesie della raccolta: “ […] Hai spazio di profilo / per un unico sguardo / non puoi vedere / cosa c’è dall’altra parte, / per questo quando sei nato / ho faticato a scegliere il tuo nome” (esercizi di disegno). La seconda sezione Album che dà il titolo alla raccolta è divisa in quattro sottosezioni e le poesie di carattere personale si alternano a quelle legate a vicende della storia o a fatti di cronaca come quelle per la morte di Marta Russo o per una donna che ha partecipato alla Resistenza: “chissà com’eri bionda Amelia /quel giorno del quarantatrè / quando hanno bussato alla porta / e il più giovane dei maschi si è finto / spastico per sfuggire ai tedeschi […]” Questi versi hanno un taglio cinematografico, paiono lo scatto di un fotografo di guerra che immortala il momento, la scena, in taluni versi è altresì presente la lezione dei maestri Caproni e Sereni da lei, come già scritto, a lungo approfonditi e studiati. La storia passata si intreccia dunque alla cronaca e alla vita della poetessa, della sua generazione cresciuta negli Anni ’80, maturata negli Anni ’90 che ha visto le vicende della Storia, della Thatcher, di Reagan, Gorbaciov e la caduta del muro di Berlino fino alla nascita del berlusconismo nei primi Anni ’90. Tutto questo è concatenato al vissuto della poetessa sempre tesa tra ricordi del passato e il presente, con citazioni musicali come quelle dei REM o di Madonna e riferimenti alla Letteratura o alla pittura. Versi dove i ricordi, talvolta sfumati in una dimensione onirica, riaffiorano come nella poesia la spatriata: “te lo ricordi Nora / il 25 aprile del 1994 / quando a quindici anni / abbiamo preso il treno / e la pioggia scendeva / sul Duomo di Milano? / te lo ricordi che eri vestita / tutta di nero mentre la folla / sventolava bandiera rossa / quando regnava su noi due / la pace adolescente / di fronte a quel 61 per cento / al 61 per cento incosciente / del trionfo che sarebbe stato / il marzo oracollare?” Ecco un esempio di quanto appena descritto dove una vicenda privata si intreccia con quella pubblica e può segnare la vita di generazioni, di un Paese come chi ha visto, da adolescente, nel 1994 la vittoria politica di Berlusconi che avrebbe governato l’Italia, con alterne vicende, per quasi vent’anni con profondi cambiamenti. Il dolore permea molti testi di album, la malattia che inesorabilmente segna le vite e improvvisamente compare: “scende senza avviso / sulle nostre vite / e non si vede il male / che avresti preso tu / per me se potevi / scambiare il dolce / e l’amaro del sangue. […]” (linfoma h). Aprendo la notizia chiude la raccolta, si apre con 2 Agosto 1990 dedicata alla Guerra del Golfo e ancora grandi vicende del mondo si intrecciano alle vite delle persone: “[…] diffondere la notizia / dell’invasione di un paese / che rivendica l’appartenenza / di un altro paese ed è / per un attimo dolore di tutti / ma resta un fatto privato, / l’ansia del vostro risveglio.” Questa sezione è tutta “giocata” in questo alternarsi di accadimenti personali e notizie di cronaca che già diventano materia per gli storici, nonché degli uomini che, con le loro azioni, tentano di modificare il corso degli eventi come Carola Rackete e che fanno riflettere su quello che avremmo potuto fare o essere. Leggere album, per chi scrive, coetaneo della poetessa (1979) è stato come fare un salto nel tempo, nella Storia, ripensare alla propria epoca, al proprio vissuto e a quello di una generazione che ha subito, sulla propria pelle, decenni cruciali e difficili e ognuno di noi ha visto perire o propri cari o ha gioito per la nascita di un figlio. Si tratta sicuramente di un esordio importante che lo rende uno dei libri più interessanti degli ultimi anni e lo specchio di una generazione. Concordiamo con Alessandro Moscè che su “Pangea” così ha definito Elisa Donzelli: “Con questo libro esordiale Elisa Donzelli dimostra, al pari di altre figure femminili ben conosciute (Giovanna Sicari, Patrizia Cavalli, Antonella Anedda, Daniela Attanasio, Mariangela Gualtieri, Giovanna Frene, Luigia Sorrentino, Francesca Serragnoli), di partire dall’autonomia dell’arte contro forme stereotipate di ideologia. Un valore di proposizione scopre appunto la verità che accade di per sé, senza subordinazione e sovrastrutture. L’ideale non vuol dire una risposta già data, ma fornire il quadro di una ricerca scrupolosa in cui la poesia accompagna il mondo in un investimento di cuore, in un segno tangibile, in una fede rivalutata: una stella polare che illumina la strada, anche la più impervia.”
lucky star
per Marta
.
facevi un gioco con le targhe
che passavano lungo la strada
“TO-To piccolino”
e poi la serie alfa-numerica.
Vinceva chi ne diceva di più
e le diceva prima, vincevi tu
che sapevi città e capoluoghi
della geografia peninsulare.
Sono dove tu ci sei i miei primi ricordi,
alle finestre che da sempre abbiamo
abitato aperte sulle Tuileries
con le bambole in fila da rimproverare –
“Va à ta place, j’ai mal à la tête!”,
il vetro di Antagnod nei pomeriggi di neve
con gli scarponi sempre ai piedi
per le gare da sci tu scesa in testa
a guardare gli applausi
a un passo dal traguardo finale.
Resta nelle fotografie il balcone
all’undicesimo piano dei palazzi
della Toro Assicurazioni –
Corso Vittorio Emanuele II
ti sei precipitata e io con te al grido
“Campioni del mondo”
uno
“Campioni del mondo”
due
“Campioni del mondo”
tre volte.
È da lì che si vedeva il Rosa e poco sotto
lo stadio con le luci true blue, la musica
lontana ma presente del concerto che fu il primo
grande evento live realmente esistente
“Ciao Italia! Ciao Torino!
Hello everybody!” – ancora l’accento
americano “Non spingìete, per favore”.
E tu invece spingevi la ringhiera
volavi di notte sulla città
verso la ragazza di origini italiane
la femmina che da sola riempiva
il palco dei nostri anni,
sei stata la mia prima star.
il delfino
se non ti piacciono i supereroi
e ai cavalieri preferisci i draghi
“è perché il cavaliere
il drago lo uccide”.
Così per te invento code
trovo ali, ti cerco
tra i disegni di classe e sei
quello che fa saltare i delfini.
Non è merito mio
se ti sai trasformare
e il vestito che indossi
accende il Carnevale.
Non so in quale mare
vorrai ritrovarmi,
rileggimi tra vent’anni.
pelle
anche il tempo ora è passato sui volti
lo vedo se ci guarda il figlio, sorride
di te a vent’anni ed è una gara
assomigliargli nelle fotografie
stupirsi dell’iride verde
nel chiaro incarnato, oscilla
tra i tuoi e i miei tratti
prende dell’uno e dell’latro
la macchia poi i segni.
Non sarà la genetica a dirci
da che lato di noi anche lui
renderà più duro il tessuto.
Elisa Donzelli è nata a Torino nel 1979. A nove anni si è trasferita a Roma, dove crescendo è rimasta a vivere ed ha avuto un figlio. E’ autrice e curatrice di saggi e opere letterarie, tra cui Come lenta cometa. Traduzione e amicizia poetica tra Sereni e Char (Aragno 2009), Due rive ci vogliono. 47 traduzioni inedite di Vittorio Sereni da René Char (presentato da Pier Vincenzo Mengaldo, Donzelli 2010), Giorgio Caproni e gli altri (Marsilio 2016, Premio Moretti e Premio Renzo Sertoli Salis), Poesie di René Char (Einaudi 2018, Premio Fiumicino), Tra due città. Lettere 1951-1995 di Attilio Bertolucci e Roberto Tassi (il Mulino 2019). Frutto delle sue ricerche è il lavoro presso archivi letterari nazionali e internazionali all’interno dei quali attualmente si occupa del rapporto tra scrittura e giovinezza a partire da Lalla Romano, Carlo Levi, Mario Soldati. Per l’editore Donzelli dirige la collana di poesia ed è traduttrice ufficiale dal francese, in particolare di opere della psicoanalista e semiologa Julia Kristeva. Dal 2018 ricopre la cattedra di Letteratura italiana contemporanea alla Scuola Normale Superiore di Pisa. album (nottetempo 2021) è la sua prima opera di poesia.
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