A tentoni nel buio di Paolo Polvani | Le tue vene vendute per un like, tre poesie di Sergio Racanati e una breve nota
Alla base della ricerca ( che formalizzo attraverso la scrittura, la performance, l’installazione, il cinema) vi è un interesse per le scienze sociali, per gli eventi storici, per la cultura popolare e la cultura di massa, visti attraverso una lente quasi etnografica.
La mia scrittura è una scrittura performativa e performante, fatta di bagliori, immagini in dissolvenza, percezioni fugaci di un modo compromesso da catastrofi sociali, umane, emozionali, politiche e ambientali.
Intendo la mia scrittura come un possibile archivio espanso di una comunità coinvolta nel suo stesso farsi e disfarsi. Una scrittura come pratica civica, non solo civile, come dispositivo espanso, trasversale e orizzontale, capace di poter ripensare la relazione autore/fruitore non più in un ottica binaria ma plurale che possa intersecare saperi ed esperienze altre volte a generare nuovi paradigmi e immaginari sociali e culturali. (Sergio Racanati)
OXT
m’innamoro
del tuo stare lì inerme
assopito nel tuo accecante silenzio
domenicale
sulle righe dei tuoi pantaloni
odo
lo scorrere delle fragole
assetato del tuo miele
i corbezzoli salutano
le mie ginocchia
al tramonto
setaccio la geografia del mio sentire
del tuo dolore
credetti al tuo incantesimo
ho spalancato le ante del tuo armadio
portando a spasso i tuoi sorrisi
come stendere al rientro dal mare
i miei ormoni su in terrazza
il tuo pizzico sulla mia pelle
distrugge l’armatura di piume profumate
è il tuo gioco preferito
rituona nelle mie ossa
il verbo delle tue labbra
assaporo le tue vellutate gonadi
al passaggio di Urano in dodicesima casa
spingi più forte
è l’ultimo colpo di pistone
il tuo amore è dentro
stramazzati dalle nostre pene
perdoniamoci
orfani di parole
corriamo contro l’indifferenza emotiva
questo letto di carni deboli
ha pronunciato i nostri nomi
ha sussurrato ai nostri occhi il passaggio di Venere
ha asciugato le nostre parole imbevute di vasellina
abbiamo incartato i nostri dolori
ripiegato le inquietudini
catalogato le nostre incertezze
piano piano le gocce di melograno trafiggono il mio
petto
il tuo petto
i semi di vaniglia macerati nell’alcool inebriano
il mio palato
il tuo palato
le scaglie di cioccolato
–
come pioggia di stelle
–
squarciano la mia pelle
la tua pelle
la bava di ostriche lacrima dai miei occhi
dai tuoi occhi
questo materasso
cola
come olio prelibato
la nostra ossitocina
CLICK_ADDIO
monodosi di suono
oro in polvere
molecole di lampi
bastardo rilancio
di colpi di efedrina
rimbalza oltre la notte
la morte
un Cronenberg della sopravvivenza
un carnale abbraccio dentro
i condomini dell’isolamento
le tue vene vendute per un like
riempi la scocca di cotone
di nebulosa organicità
allo scambio asincrono di un emoticon
assopiti dal fango rincorrete
il riverbero sordo
di vecchi intellettuali
rivoltandoli dentro la scatola di legno
povero
affossato
nel divano di quella
asfittica cucina
l’amica depressione
ti accompagna
a inseguire la brama di Superman
trascinandoti dentro
il vuoto pneumatico
di un post
è domenica
il calendario segna rosso
lo scambio di pace
vai
comprimiti
clicca di più
mostrati ancora
svelati
la maglia dei pixel ti aspetta
la tua immagine
racchiusa in un misero raccolto
una manciata di poche visualizzazioni
ultima diretta
ultima voce fuori campo
ultima condivisione
domani chissà se qualcuno si ricorderà del mio post
del mio stato
della mia storia
chissà se riceverò
ancora delle fresie
o un mazzo di ortiche
buio
non esisto più per gli amici
CLICK
offline
error
non mandarmi più quei messaggi
ADDIO
TSO
un TSO immediato all’intero Pianeta
fiaccole per i grandi festeggiamenti
della definitiva scomparsa dei proseliti dei Dinosauri
Stegosauri
Dattilosauri
e stirpi
e digressioni annesse
non vedremo neppure
le complesse coreografie degli Asteroidi schiantarsi sullo scheletro terrestre
le impennate degli oceani plastificati
i lacrimosi vapori saturi di diossina degli iceberg
le spumeggianti desertificazioni delle foreste vendute alle migliori impastatrici di cemento armato
noi umanoidi
della perdizione
della sparizione
danzeremo
sotto il manto anestetizzato delle piogge psicofarmacologiche
riponendo nelle forze ultracosmiche
la nostra disgregazione atomica
Sergio Racanati è vertiginosamente affacciato sulla contemporaneità, nei suoi versi si fanno largo e reclamano ascolto le nuove forme della comunicazione, il riverbero sordo di vecchi intellettuali e trattamenti sanitari obbligatori per l’intero pianeta, un erotismo luminoso al passaggio di Urano e se è domenica il calendario segna rosso. Ma soprattutto i versi svelano una fame non più segreta, una fame esibita e espansa di conoscenza, di esperienze, di nuove modalità del fare e dell’approcciarsi alla realtà, con un entusiasmo che riflette i giovani anni e sicuramente la capigliatura rosso tramonto. Difficile risulta non sentirsi coinvolti in questo entusiasmo, in questa euforia del comunicare, in questa gioia, tutta pugliese, di vivere. (Paolo Polvani)
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