A tentoni nel buio di Paolo Polvani | Il sole riproduce ancora nei miei occhi il concetto di giorno, cinque poesie di Elham Hamedi
Una mia cugina ha sposato un iraniano ed è vissuta in Iran circa trent’anni. Mi ha sempre parlato in termini entusiastici della cultura persiana, che a volte confondiamo erroneamente con quella araba, e che invece possiede una sua autonomia e grande profondità. Shiraz è una delle più antiche città persiane, il primo vino della storia, risalente a circa settemila anni fa, è stato rinvenuto in una giara a Shiraz. Una grande città ricca di monumenti meravigliosi, città natale di grandi poeti, vivacissima anche oggi per la presenza di tanti artisti. Da Shiraz viene appunto Elham Hamedi, artista più che completa, che unisce una grande profondità di scrittura a un’abilità pittorica altrettanto convincente. Elham è laureata in radiologia, e forse per questo protagonista delle sue poesie, come anche delle opere pittoriche, è il corpo: una testa che si ribella al corpo, occhi e sopracciglia che vengono attraversati dal sole e carezzati dalla luna, e una bocca capace di contare l’oscurità.
1-
“Un incidente alla testa”
Questa non è una testa
Che si ribella al mio corpo
Questa non è una testa
È un segnale di fuga
Sta accelerando tra le curve
Dal giro di una domanda
Ad un’altra domanda
Questa non è una testa
Questo è un incidente
Con il sanguinamento dei pensieri
Questa non è una testa
Un pasticcio di rami erranti
Da una stagione infruttuosa
Ad un’altra stagione più infruttuosa
Questa non è una testa
È una continuazione del corpo
Chi si ribella in un altro corpo
1-
“An accident in the head”
This is not a head
Who rebels against my body
This is not a head
It is an escape sign
It is speeding between the turns
From the turn of a question
To another question
This is not a head
This is an accident
With bleeding of thoughts
This is not a head
A mess of wandering branches
From a fruitless season
To another more fruitless season
This is not a head
It is a continuation of the body
Who rebels in another body
2-
“Rimuovere i corpi”
I miei occhi stanno ancora respirando
Rimuovi i cadaveri dalla mia faccia
Il sole riproduce ancora nei miei occhi il concetto di giorno
La luna passa tra le mie sopracciglia
E cattura una parola
Tra le mie labbra
E inizia una nuova interpretazione dell’uomo
I miei occhi possono ancora arrampicarsi sul tronco di un albero Rimettono a loro un pezzo di
cielo
tra le foglie
Rimuovi i cadaveri dalla mia faccia
Le parole sono soffocanti
2-
“Remove the corpses!”
My eyes are still breathing
Remove the corpses from my face!
The sun still reproduces the concept of day in my eyes The moon passes between my
eyebrows
And it captures a word
Between my lips
And begins a new interpretation of man
My eyes can still climb on the trunk of a tree
They make a piece of the sky belong to themselves among leaves
Remove the corpses from my face!
Words are suffocating
3-
nausea di “essere”
Mi ribellerò
Contro tutte le leggi della convivenza con la natura inanimata
mi ribellerò
Con le stesse braccia e gambe imperfette
Con le stesse implicazioni invertite di “essere”
“Essere” no
nausea di “essere”
E masticando costantemente la “non esistenza”
mi ribellerò
Catturerò l’anima umana
Da questa palude permanente
3-
“nausea of “being”
I will revolt
Against all the laws of coexistence with inanimate nature
I will revolt
With the same imperfect arms and legs
With the same inverted implications of “being”
“Being” No
nausea of “being”
And constantly chewing on “non-existence”
I will revolt
I will catch the human soul
From this permanent swamp
4-
“Tra le spine”
C’è una cavità vuota che vive tra i frammenti del corpo
Con il sapore di un palloncino che esplode
Con l’odore rosso dell’infanzia
Con il profumo di una donna
chi non poteva sentire l’onore
Tra le quattro pareti di una camicia da uomo
Tra le parti del corpo
È stata scavata una buca
Nel nome del CUORE
Con il sapore di una tomba con terra bagnata
E un’impronta duratura di Gesù
Corona di spine
Su un cuore malato
4-
“Among the thorns”
There is an empty cavity that lives among the fragments of body
Heart
With the taste of an exploding balloon
With the perfume of a woman
Among the four walls of a men’s shir t
Among the body parts
Among the body parts
A dry fountain coughs
With the taste of a grave
And a lasting imprint of Jesus
Crown of thorns
On a sick heart
5-
“Sole freddo”
Quando ho guardato l’orizzonte,
Tutte le canzoni cadevano sul muro a secco della gola
All’intersezione di due assi,
Un uomo recinta un vicolo cieco,
Non riconosce gli angoli della trappola
Quando ho fissato l’orizzonte,
Il sole era caduto a terra
Quando arrivarono,
Hanno trovato il sole freddo in gola come una mela morta.
Il rasoio dell’illusione, con il disegno della croce, gli aveva morso il cervello
La sua bocca contava l’oscurità
E parole senza peso galleggiavano nella sua bocca
5-
“Cold Sun”
When I looked at the horizon,
All the songs fell on the dry wall of the throat.
At the intersection of two axes,
A man fences a dead end,
He does not recognize the corners of the trap
When I stared at the horizon,
The sun had fallen on the ground
When they arrived,
They found the cold sun in his throat like a dead apple.
The razor of illusion, with the design of the cross, had bitten his brain
His mouth counted the darkness
And weightless words floated in his mouth
Elham Hamedi è nata nel 1967 in Iran – Shiraz. È un artista multimediale, poeta e curatore internazionale, membro permanente dell’Iranian Visual Arts Scientific Association, è laureata in ricerca scientifica alla Yazd University e laureata in radiologia all’Università di Shiraz. Alcuni suoi dipinti e installazioni sono stati ispirati dai frammenti di organi e dalle loro interazioni con oggetti inanimati. Nei suoi dipinti cerca di stabilire una connessione tra pittura e argomenti medici legati al corpo. Questa relazione intertestuale è associata a temi psicoanalitici e la psicoanalisi è considerata il legame tra le due aree della sua formazione. ha tenuto diverse mostre personali e collettive in Iran e all’estero. La sua collezione di dipinti è stata recensita da quattro critici iraniani in “Sokhan”, Rivista Culturale e Artistica Numero 34, 2018. I suoi lavori sono stati recensiti anche da Rocco Zani un critico italiano in “WordNews” 2021. Sta collaborando al progetto di Maurizio Esposito sulla rivista Dialogo. Alcune sue poesie sono state pubblicate in italiano nei Transiti poetici di Giuseppe Vetromile. Il no. 52 della serie I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano è dedicato a lei. (ZAQBOOR Silloge di poesie, a cura di Giuseppe Vetromile). Recentemente ha avviato un progetto congiunto come curatrice tra artisti iraniani e artisti italiani chiamato SYMBIOSIS. [Questo progetto è proposto da Antonio Sammartano artista e curatore]. (25 settembre 2021-10 gennaio 2022). Elham Hamedi è uno dei poeti selezionati per First International Iside IX Edition-Literary Arts. È designer della rivista letteraria e artistica “Aghrabeh”.
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