I LIBRI DI POESIA CHE CONSIGLIO:
“Un buon uso della vita” di Gabriella Musetti, prefazione di Chiara Zamboni, Samuele Editore, 2021
Nella prima parte di questo libro tanto curato e meditato (il precedente è del 2015) di Gabriella Musetti, troviamo poesie dedicate a donne sconosciute (il pronome “lei” le identifica) – un’Antologia di Spoon River al femminile. Nella seconda parte troviamo invece poesie dedicate a poetesse che si sono tolte la vita. Ma non si tratta di mere cronache, le prime lasciano intravedere squarci di esistenza dove la morte interviene improvvisa, inattesa a cristallizzarli come in un quadro di E. Hopper. Le poesie dedicate alle poetesse invece aprono la visuale su ipotetici futuri in cui la vita prosegue nella rassegnazione, marcando l’atto estremo come una rivolta contro la marginalità di genere. Molto ricca e interessante anche la parte finale in cui l’autrice dichiara intendimenti, fonti e ispirazioni sempre di area femminista e femminile: un lavoro saggistico in prosa che è parte integrante del volume. CZ
Cinque testi da “Un buon uso della vita”:
le storie sono all’inizio
tutte uguali
nasci da un ventre aperto
dal buio vedi la luce
ma subito la storia cambia
secondo il luogo lo status
il modo e l’accoglienza
non c’è una regola prescritta
uguale a tutti
ognuno trova a caso la sua stanza
chi bene – felice lui o lei – chi
con dolore
*
lei (invece) era morta di notte
tra le botte della sera e quelle del mattino
s’era sottratta all’impeto
alla colpa perfino alla desolazione
e la solitudine che la penetrava
non dava godimento alcuno
*
Sylvia Plath
le donne che non mettono la testa
nel forno
sono tutte matte tutte ad aspettare
che qualcosa cambi – cambi l’amore
l’umore perfino il destino
che proprio un mattino si desti
un destriero di luce
che le porti via
lontano da questo mondo ombroso
da questo mondo tondo e spietato
senza empatia
*
Amelia Rosselli
le donne che non volano dal balcone
giù nella chiostrina
trovano dentro la forza
di aspettare
la cantilena delle voci matte
mezzo sentite
mezzo immaginate
nel vortice del vivere distratte
*
da qualunque parte osservi
te ne accorgi appena
di una infima fessura
nella materia piena
un distrarsi oscuro
dal comune senso palese:
non è il sesso non l’acume
neppure una sensibilità meglio esercitata
Gabriella Musetti è nata a Genova, ha vissuto in molte città italiane e straniere, ha insegnato lettere nei licei italiani e al Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico di Duino, ha realizzato pubblicazioni rivolte al mondo della scuola; femminista, da sempre vicina all’elaborazione culturale del pensiero delle donne, fa parte della Società Italiana delle Letterate e collabora a diverse riviste letterarie; da oltre venti anni organizza a Duino “Residenze estive. Incontri residenziali di poesia e letteratura”. Impegnata da lungo tempo nel campo dell’editoria, si è occupata di molte pubblicazioni saggistiche e di narrativa, prima con le edizioni “Il ramo d’oro”, per cui ha tra l’altro curato Sconfinamenti. Confini passaggi soglie nella scrittura delle donne (2008) e, più recentemente, per la casa editrice indipendente “Vita Activa”, di cui è direttrice editoriale e che ha fondato a Trieste, città in cui vive da molti anni, insieme a altre donne. Rendono conto, di questo suo ultimo impegno, alcuni titoli di valide pubblicazioni che ha curato direttamente, quali Guida sentimentale di Trieste (2014), Dice Alice (2015), Oltre le parole. Scrittrici triestine del primo Novecento (2016) e il recentissimo Storie de Fausta del poeta triestino Claudio Grisancich. Le sue pubblicazioni più recenti sono: Obliquo resta il tempo, LietoColle (2005); A chi di dovere, La Fenice (2007); Beli Andjeo, Il ramo d’oro (2009); Le sorelle, La Vita Felice (2013); La manutenzione dei sentimenti, Samuele Editore (2015).
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