Un parmigiano a Bologna: Giancarlo Baroni – fotografo, di Claudia Zironi.
Conoscevo Giancarlo Baroni come poeta, poi mi è arrivato un piccolo libro di forma quadrata intitolato “BOLOGNA”, autoprodotto con l’Associazione Tapirulan, e ho scoperto che lo sguardo poetico di Baroni si traspone in modo versatile anche nell’arte fotografica.
Baroni viene spesso nella mia città Bologna, dove risiedono i suoi nipoti, e ama testimoniare queste visite con scatti a colori o in bianco e nero.
Il libro dalle belle pagine patinate opache si apre con una poesia – unico spazio dato alla parola, tratta da “Le anime di Marco Polo” dello stesso autore, uscito con Book ed. nel 2015 – in cui dà voce alla città stessa: Seconda soltanto a Roma? / Non faccio gare. […] // Sopra la torre degli Asinelli guardo così lontano / e però non mi vanto […]
Bologna davvero non si è mai vantata né ha fatto gare, tant’è che solo questa attuale amministrazione ha lavorato concretamente per lanciare il turismo in una città ricchissima di tesori rimasti a lungo chiusi alla vista e lontani dall’attenzione dei circuiti escursionistici nazionali e internazionali. Oggi abbiamo una città che fonda la sua vita culturale e ludica non esclusivamente sui numerosi studenti dell’Alma Mater e sugli avventori dell’Ente Fiera, ma anche sui tanti che vengono per godere dei suoi gioielli artistici e culinari. Le strade del centro si sono popolate di locali di ristorazione, di bravissimi artisti di strada e di affiches pubblicitarie. Una maggiore ricchezza ha dato la possibilità di effettuare pulizie, restauri e ristrutturazioni. Chi amava la bizzarra tranquillità provinciale di una metropoli mancata ora si trova spiazzato da tanta animazione – consumistica, ma non solo.
E Giancarlo nelle sue foto spesso coglie i momenti ironici e contraddittori di quanto sta accadendo alla città.
Ad esempio, nella foto qui rappresentata, in un bell’equilibrio di luci e ombre ben leggibili e con una inquadratura impeccabile, viene mostrata la bellezza maestosa e classica del Gigante Nettuno al quale fa da sfondo un enorme manifesto pubblicitario che ritrae una bellezza femminile modernissima.
Ancora il Nettuno del Giambologna è protagonista di uno scatto che trovo molto divertente, con il testone rivolto verso una signora come a guardarla sorpreso da tanta ardita vicinanza. La foto è stata presa durante i lavori di restauro della fontana, quando era possibile per i turisti salire sulle impalcature per una inedita esplorazione dall’alto del monumento. Per non dire solo di bene, in questo scatto noto la mancanza di un lavoro di post produzione che sarebbe stato opportuno per pulire l’inquadratura da un disturbante rotolo di cavo nell’angolo.
Molto romantica e originale è questa foto della Torre Asinelli nella nebbia. Davvero scatti difficili quelli nella nebbia! Ma Baroni è riuscito a realizzare questo inserendo un “elemento di disturbo” fuori campo, in primo piano, ben definito e leggibile: un cavo trasversale. Apprezzo molto la trovata.
Altra immagine che trovo ben riuscita è quella in bianco e nero che propongo in copertina dell’articolo: il bianco e nero è equilibrato e leggibile anche in zone d’ombra, l’inquadratura gioca con il “pieno” antropomorfo della parte destra e il “vuoto” architettonico senza distorsioni della parte sinistra; la suggestione dei fidanzati che si tengono per mano e il tipico autobus bolognese che porta come destinazione “Piazza Maggiore” raccontano tutto di una passeggiata nel suo dove, con chi, perchè…
Altre scelte pubblicate nel libro sono piacevoli e godibili, altre sono meno riuscite per via, ad esempio, di bruciature troppo diffuse o di distorsioni architettoniche, o di eccesso di densità di soggetti, probabilmente volute ma che non incontrano completamente il mio gusto.
Nel complesso Baroni si rivela ai miei occhi profani, di mera fruitrice della fotografia, pregevole e emozionante.
Desidero chiudere questo articolo con una poesia di Giancarlo Baroni, ricca anch’essa d’immagine, che traggo dal suo “I merli del Giardino di san Paolo e altri uccelli”, Grafiche Step, 2016:
IL FAGIANO BRUNO
Ieri lungo il torrente innevato
camminava un fagiano colorato di bruno.
Attorno al greto assolato nessuno
solo il freddo specchiarsi dell’ansa
il cercarsi testardo dei rovi
l’improvviso svelarsi di nuovi segnali di vita.
Una trama di passi uguali una scia inconcludente,
un lento avvicinarsi al niente.
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