I LIBRI DI POESIA CHE CONSIGLIO:
“L’ora di Pascoli” di Massimo Parolini, Fara Editore, 2020 – con prefazione di Alice Cencetti, traduzione in inglese di Francesca Diano e illustrazioni di Pietro Verdini
Non sono una conoscitrice di Pascoli, il quale non ha mai toccato davvero in profondità le mie corde poetiche, pur riconoscendolo tra i fondamentali, ma la perizia e la fantasia con cui Parolini riprende nel suo “L’ora di Pascoli” il frasario, il glossario, la cifra e l’ispirazione pascoliana mi hanno davvero toccato, interessandomi ed emozionandomi. Massimo Parolini si rivela attento studioso e colto tedoforo del fanciullino romagnolo in questo volumetto edito con Fara, dove compie un lavoro di incastonatura di versi originali (in corsivo) nei propri, che gli è valso il più alto gradino del podio dell’ottava edizione del Premio Nazionale di Poesia “Giovanni Pascoli – L’ora di Barga”. Il libro è finemente illustrato con le suggestive opere dell’artista Pietro Verdini e reca in testo a fronte la traduzione in inglese di Alice Cencetti. CZ
Cinque testi da L’ora di Pascoli:
(Noi c’indugiammo dove rinascemmo, un po’)
(O tu che sei tra i vivi
anche solo perché ti penso…)
(il sogno è l’infinita ombra del Vero)
Oggi, pioggia. E un acre odore di
fumo bruciacchiato.
La nera nuvolaglia
sulle aspre Apuane
abbarbaglia a Occidente.
Eppure, oltre i vetri
un vocìo di gridi piccoli e selvaggi
si leva, insistente:
tac tac tin tin
prit rere rere
sii sii sicceccè
scilp videvitt
uid uid cu… cu…
hu hu cincin…
Capinere pittieri volastrucci
cardellini fringuelli saltimpalo
passeri neri rondini allodole
cuculi tortore cinciallegre
(risuona tutta la campagna intorno
d’allegri ringhi e cupi mugli lunghi)
si rispondono, con voci varie, intermittenti
guizzando fonemi
di liriche brevi…
Dalla strada una piccola lampada brilla
s’inerpica fra i neri cipressi
nell’ombra la piccola squilla:
dlin… dlin… è Falino che vien
Dal fondo più buio del bosco
si ode sommesso un timido scalpiccìo…
È Peppino, che esce all’aperto
stanco di non aver pietra
ove posar la testa
ha i piedi scalzi,
ma scalpiccia
sopra tante foglie morte;
non parla, ma passando in fretta
sgrolla qualche secco ramo
Massimo Parolini è nato a Castelfranco Veneto (TV) nel 1967. Laureato in Filosofia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia con una tesi su La coscienza di Zeno, è stato addetto stampa del Centro Universitario Teatrale (CUT) di Venezia (fondato su iniziativa di Giorgio Gaber) per il quale ha scritto e rappresentato le commedie Il me- dico della peste e Svevo e Joyce. Con la Casa Editrice Editoria Universitaria ha pubblicato un libro di poesie sulla guerra nella ex Jugoslavia – Non più martire in assenza d’ali – che ha vinto un Premio Speciale al Concorso Internazionale di Poesia “San Marco-Città di Venezia”. Dal 1995 si è trasferito a Trento. Come gior- nalista ha collaborato dal 1997 alle pagine culturali dei quotidiani Alto Adige, Adige, Corriere del Trentino, Didascalie e L’Adigetto. Dal 1997 è insegnante di italiano e storia presso le scuole superiori del Trentino. Attualmente insegnante di ruolo presso il liceo artistico “Vittoria” di Trento. Da alcuni anni è curatore di mostre di artisti trentini del Novecento. Nel 2015 ha pubblicato la raccolta La via cava (LietoColle) che ha vinto nel 2016 il primo premio del Concorso di poesia Nestore (Savona) e nel 2017 il secondo premio del Giovanni Pascoli-L’Ora di Barga. Sempre con Lieto Colle ha pubblicato (2018) il poemetto #(non)piove, dedicato a una giornata di rinascita di D’Annunzio e della Duse ai giorni nostri. Di recente è stato selezionato (sezione inediti) al Premio “Pagliarani” con il poemetto “L’ora di Pascoli”, e si è classificato secondo al Concorso Narrapoetando con la raccolta di racconti Cerette (Fara 2020).
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