I LIBRI DI POESIA CHE CONSIGLIO: 
“La quasi notte” di Francesca Serragnoli, MC Edizioni, 2020 – collana “Gli insetti” diretta da Pasquale Di Palmo

           

Un libro dalla struttura semplice che si fonda sulla purezza della poesia, che non propone impalcature a sostegno dei versi. Un libro che arriva con delicata precisione ma a ogni rilettura propone nuovi spunti, nuove domande. I temi sono umanissimi: la fede, la maternità, il tempo che passa, i ricordi, l’amore, la ricerca del bello, la morte, le vite umili e sfortunate ma il punto d’osservazione pare non essere di questo mondo come se l’autrice avesse raggiunto un respiro spirituale tale da condurla oltre i sentieri terreni a contemplare la vita dall’alto, forse da quel punto di quasi notte che dà il titolo al libro. CZ

          

Cinque testi da La quasi notte:

 

Quando ero bambina
aprivo la finestra
sporgevo
volevo essere la rosa di qualcuno.

Nell’incavo dell’occhio l’acqua
intingi il dito, dicevano
portalo alla fronte
il triciclo della croce.

Un giorno da questa finestra
cadrà la mia vita
un tonfo lieve di palpebre
la bocca aperta
come alla prima comunione.

*

Nessuno mi vuole come madre
mi guardano e non parlano
con occhi celesti o marroni
battono le mani sulle ginocchia
e corrono scalzi
negli ingressi luminosi.

*

Perché non desiderare
che le cose belle rimangano,
che la farfalla non cada
di sera obliqua sul fiore
o la sera cada sulla farfalla
come una tegola spezzata.

*

Miseria delle storie non raccontate
l’ora davanti a cui
non potrai più inginocchiare niente
l’essere ascoltati quando si piange
le cicale le foglie del leccio
le scie bianche incrociate sulla luna
i nasi bagnati degli animali
l’odore del miele
bere quando si ha sete
l’odore delle mani che hanno cucinato
il silenzio nella sala d’aspetto
il caffè, il vino.

Tutto nel mondo è piccolissimo
cade in terra come i bambini
ti guarda con occhi impietriti
un secondo prima di piangere.
Allargo le braccia
come una madre o come una croce.

*

Mai dovrebbero i tuoi occhi chiudersi
lasciano intravvedere nebbie nei dintorni
spezzano raggi di sole come matite

a primavera, sciolto il volto contratto
rimane vedrai qualche vecchia foglia
uguale alle mani quando aprendosi
chiedono al sole di essere scaldate

un calore improvviso scuoterà il sonno
una nube si lascerà cadere

non sai cosa la pioggia spenga di questo sguardo
quale voragine offra la terra
cosa rimanga sospeso e cosa voli via
trascinando il filo che disfa l’aria.

*

 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 


Francesca Serragnoli è nata a Bologna nel 1972, dove si è laureata in Lettere Moderne (1997) e in Scienze Religiose (2020). Ha lavorato presso il Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna. Ha pubblicato le raccolte Il fianco dove appoggiare un figlio (Bologna 2003, nuova ed. Raffaelli Ed. 2012), Il rubino del martedì (Raffaelli Ed., 2010), Aprile di là (LietoColle – collana Pordenonelegge, 2016), La quasi notte (MC Edizioni, 2020). Suoi testi sono stati tradotti in inglese, turco, spagnolo, russo, romeno, georgiano e sono apparsi in varie riviste e antologie italiane ed estere.