Spazio di Claudia Zironi | Adam Vaccaro: Trasmutazioni – Cosa senza nome (inediti)
Adam Vaccaro mi ha affidato la sua raccolta in fieri e inedita Trasmutazioni – cosa senza nome avendo probabilmente percepito una notevole corrispondenza di vedute tra di noi. Aderenza di vedute in senso umano, sociale e pacifista che confermo e che mi fa sentire molto vicini questi inediti – che comunque sono certamente apprezzabili anche da un punto di vista poetico, tralasciando cioè quello ideologico, con la loro caustica ironia e freschezza, sottolineata dalla disposizione in calligrammi.
Vaccaro apre la raccolta Trasmutazioni ponendo in esergo uno stralcio dell’articolo di Primo Levi, apparso nel 1974 sul Corriere della sera,“Un passato che credevamo non dovesse tornare più” dal quale ulteriormente estrapolo: «Ogni tempo ha il suo fascismo […] A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore […], ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine […]» e in diversi componimenti rimarca il concetto con sarcasmo spietato: “La forza delle cose ti mette in riga/ come un soldatino e tu vai dai e/ spara per la libertà rifritta qui e/ ora in salsa liberista o per […]/ un popolo che/ avanti avanti non/ c’è, lo vedi pure/ tu, che non/ c’è più?”
La critica sociale di Vaccaro tocca tutti i punti dolenti: la vacillante democrazia, l’Europa, i costumi, il neocolonialismo, l’informazione/disinformazione… facendo tesoro della lezione pasoliniana sul linguaggio della realtà, realtà che denuncia se stessa. E sempre con ben presente il faro di Pasolini davanti a sé, ma nella propria cifra stilistica disillusa e scanzonata, il poeta inserisce anche la propria esperienza personale nella rappresentazione dell’universale: “Nell’affollato metrò è seduta lei/ che mi sorride e il mio lui/ ringalluzzisce memore/ sedicenne – seducente/ raggelato dall’offerta/ del posto all’io canuto:/ della gran festa dell’amore/ sono rimaste le maniglie –/ […]” La cosa pasoliniana in Vaccaro resta senza nome in una inarrestabile involuzione che concede poca sostanza alla speranza. Eppure, come mi dichiara lo stesso Vaccaro, in questa silloge e nel suo ultimo libro edito, di recente uscito, “Google – il nome di Dio” esiste una continuità fatta di resistenza vitale e culturale. Credo che in effetti Vaccaro sia uno degli avamposti di un mondo intellettuale in cui sta avvenendo un fatto significativo e importante, a seguito dell’identificazione del nemico comune in un sistema che ha covato a lungo sotto la cenere la sua voglia di totalitarismo e che si autoalimenta verso il collasso umano: l’urgenza di usare parole che arrivino chiare e lontano per ottenere finalmente il risveglio di una comune coscienza e un cambiamento concreto.
Di seguito vi propongo una mia selezione dalla silloge Trasmutazioni – Cosa senza nome:
La Forza delle cose
La forza delle cose ti mette in riga
come un soldatino e tu vai dai e
spara per la libertà rifritta qui e
ora in salsa liberista o per una
democrazia che fa rima con
crazia di chi non frega un
cazzo di chi ama e pensa
come te e me di un po-
po-lo – un popolo che
avanti avanti non
c’è, lo vedi pure
tu, che non
c’è più?
9 marzo 22
*
Dottor Stranamore 2022
E ricorderemo forse con nostalgia
del bel tempo in cui c’era solo
la pandemia e il covid 19! Oh
che bellezza era pensare solo
a mascherina e certificato verde!
Ricordi? Quando a bere il tuo caffè
bastava il green pass! E ora? Avanti
avanti trionfalmente in groppa allegri
come il Dottor Stranamore dimentichi
dell’Alleanza atomica, di pace e difesa
narrava la Verità, che al bel tempo dei
pensieri accesi era offesa persino dai
Pertini e da esagitati comunisti che
urlavano, fuori l’Italia dalla Nato!
E avanti avanti ora, armiamoci e
andiamo dove ci porta il cuore
ucraino – creatura martire
nata da un utero che ci dice
dentro il tunnel che conduce là, la
vedi in fondo la luce dell’Apocalisse?
16 marzo 22
*
Europa Europe
Oh Europa, zerbino Usa e getta
Scrigno di culture nostra identità
Diventato canestro digitale parolaio
Oh Europa che inondi bocche vuote
Affamate o compensate dalla tua
Carta Oro di una casa di carta
Spacciata per una Casa vera
Oh Europa come faremo
A salvarci da questo
Miraggio che ci
Alletta e ci
Nega?
16 marzo 22
*
Africa 2000
Africa casa d’origine comune che ora
qualche genio idiota di questo Occidente
dice di abbandonare a sé stessa – dopo secoli
di saccheggi dei superiori portatori di civiltà –
ridicolo residuo fascista2000 – altra faccia
dei Soros che offrono miliardi e zattere
di salvataggio al saggio di profitto
assetati di corpi e anime per
il colpo di grazia finale
di un dominio globale
sui suoi e nostri figli
13 marzo 2021
*
Trasmutazioni
La vita è a volte così amata, amore mio,
che ti versa qui gocce di falsodolce
di prove di miracoli folli di
trasmutazioni d’alchimista
alla ricerca di nomi a cose esistenti
così resistenti, ma solo in sogni d’Icaro
d’ali impossibili d’umano
12 marzo 22
*
La cultura del brutto
In metró l’occhio è in scatola, penso, mentre guardo
le scarpe a zampone unisex sotto un culotto fasciato
da mini come panettone su cosciotte di prosciutto
con calze a rete che mi fa ricordare lo slogan
del ganassa che spussa ignoransa beota
dentro una vetrina di pellami mentre
appende trionfante un cartello
“A Milano non fa freddo”.
E ride nonostante l’ospite – sotto i portici
lucidati a cera della banca a fianco –
coperto da un mucchio di stracci
ignorato e scaldato due cani.
Non ci fare caso, sussurra il tizio all’orecchio
dell’amica, mentre sale di corsa sul taxi,
sono scelte libere di vita!
11 novembre 21
*
Nell’affollato metrò
Nell’affollato metrò è seduta lei
che mi sorride e il mio lui
ringalluzzisce memore
sedicenne – seducente
raggelato dall’offerta
del posto all’io canuto:
della gran festa dell’amore
sono rimaste le maniglie –
rotonde biglie sempre in attesa
maggio 2019
*
Estate 2021
Questa calura così dura quasi
una morsa sul collo sudato e il fiato
che ancheggia senza spiaggia sotto i piedi –
perfetto ultimo galoppino al servizio del vizio
dominante che ci vuole stesi
come stracci appesi in quest’aria di libertà impotente e
immobile di galline accovacciate e spaventate
Agosto 2021
*
Frantumi
Sta cambiando la terra sotto i piedi
Fratello. E tu pensi sia io il nemico – io
che ho in mano questa lancia di follia che
buca il tabù dell’ignoto invisibile. Ma
siamo entrambi vittime fino a quando
saremo tifosi di paure diverse.
9 novembre 2021
*
Supponente!
E intanto
Il rumore costante
Di mille voci tv di fondo
Nel silenzio assordante tra me e te
È un canto letale che ci
Uccide lentamente
Demente!
9 marzo 22
*
Adam Vaccaro, poeta e critico nato in Molise nel 1940, vive da più di 50 anni a Milano. Ha pubblicato varie raccolte di poesie: La vita nonostante, Studio d’Autore, Milano 1978; Strappi e frazioni, Libroitaliano, Ragusa 1997, con prefazione di Giancarlo Majorino; La casa sospesa, Joker, Novi Ligure 2003, con postfazione di Gio Ferri; e la raccolta antologica La piuma e l’artiglio, Editoria& Spettacolo, Roma 2006, con prefazione di Dante Maffia. Infine, Seeds, New York 2014, è la raccolta scelta da Alfredo De Palchi per Chelsea Editions, con traduzione e introduzione di Sean Mark. Ha realizzato inoltre varie pubblicazioni d’arte: Spazi e tempi del fare, con acrilici di Romolo Calciati e prefazioni di Eleonora Fiorani e Gio Ferri, Studio Karon, Novara 2002; Sontuosi accessi – superbo sole, con disegni di Ibrahim Kodra, Signum edizioni d’arte, Milano 2003; Labirinti e capricci della passione, con acrilici e tecniche miste di Romolo Calciati e prefazione di Mario Lunetta, Milanocosa, Milano 2005; I tempi dell’orsa (2000) e Questo vento (2009) con opere di Salvatore Carbone, Edizioni Foto: Nicola Picchione – Firenze PulcinoElefante. È stato tradotto in spagnolo e in inglese.
Con Giuliano Zosi e altri musicisti, che hanno scritto brani ispirati da sue poesie, ha realizzato concerti di musica e poesia. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti (tra questi Premio Speciale Astrolabio, Pisa 2007, a La piuma e l’artiglio) ed è presente in molti Siti, blog e raccolte antologiche. Collabora a riviste e giornali con testi poetici e saggi critici. Per quest’ultimo versante, ha pubblicato Ricerche e forme di Adiacenza, Asefi Terziaria, Milano 2001, Premio nel 2001 del Laboratorio delle Arti di Milano, sez. saggistica. È tra i saggisti del Gruppo redazionale che ha curato Sotto la superficie – quaderno di approfondimento sulla poesia contemporanea de “La Mosca di Milano”, Bocca Editori, Milano 2004; e tra gli autori de La poesia e la carne, Edizioni La Vita Felice, Milano 2009.
Ha fondato e presiede Milanocosa (www.milanocosa.it), Associazione Culturale con cui ha realizzato numerose iniziative. Tra queste: “Scritture/Realtà – Linguaggi e discipline a confronto”, di cui ha curato con Rosemary L. Porta gli Atti, Milanocosa 2003; “Bunker Poetico” in collaborazione con M. N. Rotelli alla 49a Biennale d’Arte di Venezia, giugno 2001, di cui ha curato con G. Guidetti la raccolta Poesia in azione, Milanocosa, Milano 2002; la 1^ Carovana Nazionale di Poesia e Musica (21-31 marzo 2003), promossa e coordinata con Anna Santoro e Maria Jatosti; evento col patrocinio del presidente della Repubblica e dell’UNESCO in corrispondenza della Giornata Mondiale della Poesia del 2003. Ha curato con F. Squatriti 7 parole del mondo contemporaneo, libro di Poesia, Arti visive, Musica e altre discipline, Milanocosa ed ExCogita, Milano 2005; Milano: Storia e Immaginazione, Milanocosa, Milano 2011; Il giardiniere contro il becchino, Atti del convegno 2009 su Antonio Porta, Milanocosa, 2012. Cura la Rivista telematica Adiacenze, materiali di ricerca e informazione culturale del Sito di Milanocosa.
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