Osservatorio Poetico di Sonia Caporossi | Guido Turco
Buildings (compiutezza formale)
La metafora li vuole giganti
in equilibrio tra pieno e il vuoto
un differenziale tra l’accozzaglia
del tessuto urbano e una presenza trascendentale
con nuove specie di parassiti a circolare
tra le verticalità delle tubature e gli assiti trasversali.
Le finestre ad arco impegnano lo sguardo
trasformando in ricognizione
il passaggio dalla coscienza all’agnizione.
Ogni selfie negli androni è un suicidio iconico
una latenza che si aggiunge
e rallenta
le partenze dei torpedoni.
*
La solitudine degli appartamenti
La solitudine degli appartamenti
uno sopra l’altro
le terrazze i balconi e i cani esiliati
tra le finte vegetazioni
puta caso gli escrementi.
I raggi
incombenti, inchiodati
ai parquet agitano pulviscoli
ai quattro venti,
sperdono le ninnenanne
cantate agli innocenti.
*
L’hotel di fianco al carcere
L’hotel di fianco al carcere ha tutti i comfort
stesse serie su Netflix stessi orari per i pasti
i parassiti e la sporcizia nelle commessure.
Il tramonto imbuca verticali
triangoli isosceli riflessi
sul vetro cemento e le circostanze
del primo buio
l’erba artificiale dei prati
annerati come l’asfalto dopo che ha piovuto.
Solo le rondini tracciano ordini
di ascisse, punti d’intersezione
stridenti
come la sabbia in mezzo ai denti.
(Inediti)
Guido Turco ha pubblicato diverse raccolte di poesie tra cui Notariqon (Càriti, 1989) finalista al Premio Ceva, Le traduzioni dal mondo (Book Edizioni, 1993), 50 giri intorno al sole (Puntoacapo, 2012) menzione speciale al Premio Lorenzo Montano, Un’ultima cosa prima di partire (Marco Saya, 2019) vincitore della sezione Raccolta Inedita di Bologna in Lettere 2019, mentre opere che uniscono versi e immagine sono state oggetto di numerose esposizioni, tra cui La Thèorie des anges gardiens (Bordeaux, 2010), Dispersion et rassemblement (Bordeaux, 2012) e La nature des géomètries (Bordeaux, 2018). Poesie sono apparse su Vibrisse, Il Monte Analogo, Punto-almanacco di poesia, Critica Impura, Poesia Ultracontemporanea e sul volume collettivo Laboratorio in differita – vol. 1 2013-2015 – pareri di lettura sulla poesia emergente (a cura di Davide Castiglione). Nel 2022 alcune poesie sono apparse nel volume 5° repertorio di poesia italiana contemporanea per Arcipelago itaca Edizioni.
Se, con Winters, l’architettura è una forma d’arte critica in quanto l’architetto, come artista, detiene sempre un certo grado di coinvolgimento con l’opera; se, con Carlo Sini e Gabriele Pasqui, “la questione urbanistica è oggi la questione stessa del sapere” (1), allora possiamo facilmente intuire l’evocatività permeante di questa sequenza testuale dedicata ai panorami cittadini, opera inedita di Guido Turco, autore esperto nel rendere l’effettualità e il portato segnico del reale circostante e circostanziale, nonché raffinato cultore di una parola poetica che, in questo esperimento di orizzontalità prospettica, si apre, con grande forza stilistica, alla ricognizione semantica del paesaggio urbano. Ed ecco allora che palazzi, appartamenti privati e strutture turistiche come gli hotel, cattedrali dell’ultramoderna operosità di quest’insensato formicaio globale, nella dimensione (palco)scenica del mondo assumono immediatamente un valore connotativo primario: essi, infatti, rappresentano la stratificazione diafana della membrana che sottilmente separa l’osservatore dall’oggetto di osservazione, l’occhio dal pulviscolo atmosferico sospeso nella natura eterea dell’infingimento, tra sostanza vitalistica e accidente pulsionale mortifero, tra la realtà del fare e la menzogna dell’ostendere. Guido Turco deflora quel velo di apparenza riflessa e ci mostra lo strato metaforico sottostante, nell’emersione conseguente di quanto costruttivismo persista nel funzionalismo, con la pacatezza calcolata di chi analizza l’antropozona svincolandosi beffardamente dalle estetiche neozoiche eteroimposte.
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(1) C. Sini e G. Pasqui, Perché gli alberi non rispondono. Lo spazio urbano e i destini dell’abitare (Jaca Book 2020)
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