Osservatorio Poetico di Sonia Caporossi | Christian Negri
Ma se obliassi lo spazio che ci spezza, se da te amalgamassi come mistica
o memoria un mantice che sbuffi e attizzi sotto ai baffi una mantica da tuffi
al buio, da tuffo al cuore e come mastice oscurassi l’onda, il mare che s’indora
obnubilassi di un cielo da strazio, stracciassi studi stretti e stravedessi
cieco oltre l’orizzonte del trapezio sopra le vertebre nell’antro grigio
il precipitarti precipuo di luce sulla fronte e nell’attimo incorrotta
crepa ti rendi ad un sacro frontone, dove al cruore d’agosto spande il caldo
crepita in penombra, crivella i corpi e se non t’amassi esploderebbe il sogno
*
Stramazza un attimo l’atrio, anticamera dell’anima, il miocardio illividisce
scardina il meditare dal presente bisogno: c’è una valle sulla fronte
e una ruga nuova sul monte e rimugini un attimo il breve viaggio della mantide
rumini un sole immaturo che indora e inacerba, e affiora questo – il tonfo
in petto – e il dolore cormorano crocefisso starnazza e incarna la coscienza
che crollano le cose e che le case crepano e pensi a che caso sia, a come
sia assurdo e tenti di emendarti il viso alleviando il masso, disperando
lucidamente, restaurare il riso mentre nel passo senti la fatica di Sisifo.
*
Tu nel pigneto scrollando la cenere – sfrondi epitomi, condensi in un punto
civiltà intere che abbiamo fondato; lì dove sfiora il selciato fiorisce
la pineta, la tela che mai abbiamo teso ordito acquarellato.
Parliamo ancora nella sera acerba come dentro ad un mito fondativo
che avveri; quello che sottintendiamo trapela dal ritmare saturnale
del cuore che vertigina ed è vivo. Pendendo a sussurrarmi mezza frase
ti estrofletti dal trivio della fisica immemore e senza futuro – ci sbuccia
le labbra, sboccia un varco tra le case nasconde il precipizio, imbastisce
un edonismo, un’unione ci sbozza a deuterio e trizio, ci stoppa: ghermisce.
Christian Negri, nato nel 2002, vive in provincia di Lecco e studia Lettere Antiche alla Statale di Milano. Sue poesie e contributi critici si trovano in rete su riviste come Inverso – Giornale di poesia, PoetiOggi, Poesia ultracontemporanea e La rosa in più.
Se l’associazionismo libero è la deriva-azione di un espediente della psicanalisi classica d’impronta freudiana, attraverso cui il pensiero si libera dall’ossessione della conseguenzialità logica a tutti i costi e accosta sensi e significati riposti e inimmaginabili, lo schizomorfismo consiste, più che altro, in una pratica scrittoria che rende manifesta la frantumazione del discorso poetico rispetto alla dimensione sociale. Una tale “dissociazione della visione e delle forme” assumeva nel Gruppo 63 il senso di una “mimesi critica della schizofrenia universale, rispecchiamento e contestazione di uno stato sociale e immaginativo disgregato”, come sosteneva Alfredo Giuliani nell’introduzione ai Novissimi ormai sessant’anni fa. Ma la produzione poetica di Christian Negri è di giornata, e può tradursi come predazione polistratificata di un sostrato espressivo e poetico (in una parola: estetico) davvero personale, al di là della forma precipua utilizzata specificamente nei testi inediti qui presentati. Christian Negri riesce a fondere le due istanze dell’avanguardia e dello sperimentalismo novecenteschi in un esito fresco e originale, di ricerca, senza avvertire intrinsecamente la necessità di un facile indugio nell’autodefinirsi come poeta post-quicquid. Non si tratta, tuttavia, di una strategia di coping, né in senso psicanalitico né letterario: egli non cerca di far fronte ad alcunché, bensì ostende forme e contenuti autonomi con una certa nonchalance. Ce lo dice la tecnica neo-allitterante/neo-assonantica/neo-consonantica che il poeta utilizza nel sequenziare i versi, pratica attraverso cui riesce a fondere le esigenze della valenza semantica del suono con quelle dello shifting di significato che amplia il valore del segno per cerchi diacentrici via via sempre più esplosi. Ce lo dice la cogenza del discorso che si tiene in coerenza e coesione nonostante gli ondivaghi abbagli schizoidi del testo. Ce lo dice la Stimmung che ci torna indietro come un boomerang fin dalla prima lettura. Si tratta, in conclusione, di una scrittura di estremo interesse che seguiremo con attenzione nelle sue evoluzioni future.
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