Note Psicopoetiche di Valeria Bianchi Mian | Marisa Brecciaroli

 

Note Psicopoetiche è una rubrica spazio, stanza, casa, ed è anche il tempo per leggere un testo e svelarne le parole chiave; è il modo per amplificare – concetto junghiano che indica l’aprirsi a nuove immagini a partire da un’immagine-stimolo, è costruire matrioske di senso – ma è anche l’arte di osservare e proporre a voi lettori e lettrici un saggio sulla Poesiaterapia, un libro di versi, una nota, una riflessione.

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Poetizzarsi di Marisa Brecciaroli. La Cura della Poesia

Come è possibile, vi domanderete, come possiamo noi Poetizzarci? In che modo una psiche che tentenna di fronte al linguaggio dei versi, per esempio, potrà accogliere le potenzialità inespresse del fare poesia, entrando nelle strofe alla ricerca di un pesciolino d’oro, come un pescatore di nessi tra realtà materiale e mondo immaginativo, tra piedi per terra e sublimazione, tra corpo dell’idea e unio mentalis

Chi può condurci a passi lenti e occhi bene aperti lungo il sentiero notturno della poetizzazione, una strada sconosciuta che si snoda tra boschi di parole alla ricerca di un verso allodola, di un’ipotesi di canto usignolo?

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La Poesiaterapia è entrata in Italia attraverso una porticina, è sgusciata fino a noi per uno spiraglio che oggi, dopo aver acceso l’interesse di numerosi protagonisti del settore, è diventato un varco, un confine permeabile attraverso il quale i poeti, appunto, e i cultori della Psicologia e della Psicoterapia, si confrontano, si impegnano nell’opera tracciano nuove strade, esplorano l’inesplorato.

Seguiamo le impronte di Marisa Brecciaroli, sfogliamo lentamente le pagine del saggio edito da Moretti & Vitali nel 2022.

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Collaboratrice della rivista Poetry Therapy Italia, Brecciaroli ha scritto libri di poesia, come ad esempio Psyche. Le anime della parola (finalista al Premio Montale del 1988), o il più recente Trasparenze (2000). Vanta pubblicazioni in riviste letterarie e antologie, volumi che raccolgono filastrocche – in Giocayoga, di L. Pajalunga, 2007. Si è occupata di traduzioni in ambito poetico ma anche psicanalitico. Ha sperimentato e pubblicato poesie visive e sonore. Ha partecipato nel ruolo di giurata a svariati premi letterari come Narrativa Bergamo e Ponte di Legno Poesia.

A partire dagli anni Ottanta, l’autrice di Poetizzarsi si è formata in Poetry Therapy, collaborando con Antonella Zagaroli, ed è stata promotrice di un modello di cura che all’epoca prendeva spunto dalla lezione americana di Nicholas Mazza per rimescolare idee e sperimentazioni, crescendo, evolvendosi fino ad arrivare al “qui e ora”, con tutta la ricerca densa e ricca messa in atto dai poetiterapeuti italiani. 

Laureata in Lettere, Brecciaroli si è sempre interessata a percorsi che le hanno permesso di avvicinarsi al campo della Psicologia e della Psicoanalisi, con approfondimenti che hanno toccato e approfondito soprattutto, mi sembra di cogliere chiaramente questo aspetto, l’area lacaniana. 

Nella prefazione al saggio che qui vi segnalo, Dome Bulfaro scrive: “Poetizzarsi per fare poesia”.

“Questo libro ha un merito grandissimo: ci ha donato una parola-strumento cruciale, poetizzarsi, che prima non c’era e che, creata, apre a una più sentita consapevolezza del ruolo fondamentale che può svolgere la poesia per migliorare di molto la nostra vita e rendere tutto, fuori e dentro di noi, molto più rigoglioso.”

Questo libro, suggerisce il fondatore di Poetry Therapy Italia, ci fornisce un salvavita e “una prima concrezione di guida al suo uso.”

Partendo da quella che l’autrice chiama poesia-seme dalla quale si è sentita chiamata, essendo il seme una scrittura giunta a lei da altri frutti poetici ma che risuona nel terreno nuovo, morbido e fecondo nel produrre versi, poetizzarsi diventa un modo di scrivere poesie che è trasmissione di sensi talea, innesto che risuona di significati in fioritura.

Apertura, amplificazione, immaginazione che si produce e riproduce, diremmo noi simpatizzanti dell’area junghiana.

La pandemia, a partire dal ritiro, dalla chiusura obbligata, ha fornito a Brecciaroli la chiave per dedicarsi alla poetizzazione e dare altri versi, svelare l’oltre. Alcuni nuclei nell’ascolto delle poesie di altri autori hanno dato il La, risuonando in lei, catturando l’attenzione dell’anima per stimolare una creazione che mantiene il filo del discorso tra correlazione e trasmutazione in “una comunicazione profonda tra poeti”, dialogo in versi che, scrive la poetaterapeuta, toglie il poeta-stimolo dal silenzio e accoglie la manifestazione della mente che si è lasciata accendere. Un processo “profondamente auto-terapeutico”.

Tra le postfazioni, alcune note dello psicoanalista Giuseppe Oreste Pozzi sottolineano come il seme accolto dall’autrice – a partire, ad esempio, dal poetizzamento avvenuto con il verso di Chandra Livia Candiani Porto con me le mie rovine – sia gestazione e sia parto dell’origine di nuovi versi.

L’originare mi rimanda all’atto dinamico come fecondazione, recupero delle radici, creazione.

 

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Le parole 

sono la casa del mondo

lo straccio che lava

le cose

(Chandra Livia Candiani)

 

Ponti invisibili sono le parole…

li camminiamo a volte assenti

li calpestiamo a volte inconsapevoli

li sorvoliamo a volte sognanti

li usiamo, spesso, dimentichi…

 

Ganci sonori sono le parole

e a loro ci appendiamo

quando il silenzio dell’assenza

ci fra brandelli del cuore…

 

Le parole sono casa ospitale

quando riusciamo

a cucire l’amore,

a cucirci.

(7-2-2020)

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Nell’ultima parte del saggio l’autrice offre Appunti per il poetaterapeuta con schema solo orientativo,  strumenti per l’auto-cura per mezzo della tecnica del Poetizzarsi

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