Mi piace un mondo (voci dal pianeta) di Paolo Polvani |Gli angeli siedono sopra di me come a un matrimonio (alcune poesie inedite di Simona Poclid tradotte dal romeno da Eliza Macadan)

 

 
Simona POCLID è nata a Botoşani (Romania) il 1 marzo del 1993 e vive a Bucarest. Ha fatto studi di Filologia all’Università Alexandru Ioan Cuza di Iaşi e attualmente lavora nell’editoria e scrive critica letteraria. Ha esordito nel 2017 con il romanzo Teatru în stomac (Teatro nello stomaco) e ha pubblicato altri tre libri di narrativa – Pescarul nimicului (Il pescatore del nulla), Monştrii cu bot de catifea (Mostri con muso di velluto) e Guzanja presso l’editrice Eikon di Bucarest. I testi presentati
qui sono inediti, ma è di prossima uscita la prima raccolta di poesie, dal titolo Ordalii (Ordalie), presso la casa editrice Eikon, di Bucarest.
 
 
 
pazzo come l’amolo in fiore
scarnito come un Angelo affamato
sciamo sulla mia morte futura
e le metto sulla fronte a migliaia parole strappate, sporche
la porto fuori al sole, la asciugo guardandola
la concio ridendo
mi cucio una nuova pelle, mi chiarisco nel mio ritmo
torno alla prima costola
mi crocifiggo sullo stipite della porta
piango per i miei fardelli e la bocca
il piacere sulle spalle
m’imbastisco addolorato su un filo
vivo
di vino e fango
cadendo
lego le mie labbra al giuramento
morirò in saldezza
e farò piangere le pietre
 
 
 
*
 
mi sogno un tempio
in me entra la morte
e non se ne va più
*
Dio mi prende
mi taglia una costola
per la risurrezione
*
sono una pianura arida
mi pascolano vecchie mucche
e mi sputano
 
*
 
 
 
dalla carne la morte scolpisce per me una croce
mi lascia nel cranio una crepa
da cui uscirà la mia anima
per scavarmi la fossa, per riempirla di fiori
per chiamare mio padre, per mettermi una corona di fiori
e per chiamare mia madre, a sedersi davanti al mio seno inginocchiato
e succhiare il silenzio, risorgere dalla mia carne
 
oh, mi faccio bollire le budella
e l’acqua sporca scola, mi spazza via il vento
ho paura e ho freddo
gli organi astri si spengono uno per uno
rimango nella camicia di pelle
 
ho gli occhi di legname
mi chiamo e mi lamento
mi cerco nel pentolone
mi trovo su una barella sporca
mi offendo e piango
 
gli angeli siedono sopra di me come a un matrimonio
mi lavano, mi vestono
mi sollevano, mi svegliano
mettono luce sopra la mia testa
e lisciano i miei capelli
i diavoli stanno sotto le costole e ingrassano
carne marcia, vene lievitate mangiano
arriva Dio dalla cima del cimitero
e la sua fronte è piena di morti
mi ascolta con un orecchio e mi bacia sugli occhi
chi sei tu, mi chiede
e il sapore dell’inverno mi solleva nel solaio
Dio, ho paura dei vermi
 
*
 
 
si terranno matrimoni nella mia fossa
spose credulone, con strascico e diadema, si appoggeranno cupe alla mia clavicola
berranno vino dal cavo dei polmoni
e nel mio grembo-letto svelleranno le loro impazienti tette
cosce vogliose di vita, così estranee a tutto ciò che sta per finire
un flusso infinito di viscere agitate
sputando il nocciolo della vita
ogni volta che potrebbe coagularsi un fortunato per soffrire
 
traduzione dal romeno di Eliza Macadan
 
 
 

Grigore Roibu Vocea Magica