Lanterna Magica di Antonella Sica | Heisenberg di Fabrizio Bregoli
La videopoesia è un oggetto controverso soprattutto quando si realizza utilizzando testi scritti per essere solo letti, ossia testi che non nascono già in fase progettuale per essere messi in relazione con un tessuto video-sonoro dal poeta che li ha composti. Dico “controverso” perché spesso la videopoesia è intesa oggi come una sorta di oggetto promozionale per il poeta e non una creazione artistica che mette in relazione il testo con le immagini creando nuovi spiragli di senso.
Le videopoesie che realizzo mirano a creare nuove suggestioni rispetto al testo di partenza, lavorando con le immagini sui versi per analogia. Per realizzare i video utilizzo immagini di alta qualità libere da diritti che scarico da internet e rielaboro in fase di montaggio e post produzione. Ho scelto la strada della banca dati perché mi interessa sperimentare con immagini già girate per un altro uso e piegarle a un nuovo senso, come accade alle parole nella scrittura poetica. AS
In questa quinta puntata propongo un lavoro su testo di Fabrizio Bregoli:
Heisenberg
L’imbroglio è sempre la luce, quel suo
scalfire i corpi, sbozzarli dal nero
ordinarne regole, spazi.
Travolgerli nel loro buio esatto
con la sua lama buona,
obbligare i volti a intridersi.
Illuderli che siano conoscibili
a misura di un noi inesplorato,
fingere emendabile la frattura
l’indeterminazione sanata.
tratta da “Notizie da Patmos” (La Vita Felice, 2019)
DICHIARAZIONE DI POETICA
di Fabrizio Bregoli
a partire da Heisenberg
Trattare esplicitamente di temi scientifici o, più in generale, mutuare dalla scienza espressioni e forme che sono tipiche del suo linguaggio non è certo una novità in letteratura: lo troviamo già nella classicità e molti autori contemporanei hanno scelto questa strada, anche come mezzo per rinnovare e rivitalizzare il materiale letterario. Per chi, come me, abbia ricevuto una formazione scientifica e tecnica e operi quotidianamente, per la professione che svolge, nel mondo tecnologico, il ricorso al linguaggio tecnico-scientifico è una scelta naturale, significa attingere a un sostrato culturale immediatamente disponibile, impiegare un gergo familiare e, in definitiva, autentico, senza forzature o compiacimenti intellettuali. Heisenberg appartiene a una (Digressione quantistica) – volutamente messa tra parentesi, come accade per tutte le omissioni che sottintendono le verità più cogenti – in cui il linguaggio scientifico diventa il tentativo estremo e ultimativo di cercare di fare chiarezza nell’intimità delle relazioni personali, di cui qui si tratta, cercando di istituire una connessione fra monadi in apparenza incomunicabili e per le quali solo un approccio anti-convenzionale, non deterministico, sembra quello adatto a sanare la frattura, ricongiungere mondi: “obbligare i volti a intridersi”, appunto. Fare luce è sempre un azzardo, un rischio: stravolge l’ordine stesso che si vuole indagare rimettendolo in discussione, ma resta l’unica via possibile, la sola che possa per lo meno “fingere” “l’indeterminazione sanata”, in un percorso che non è mai definitivo ma prospettiva in perpetuo divenire.
Fabrizio Bregoli
Fabrizio Bregoli, è laureato in Ingegneria Elettronica, lavora nelle telecomunicazioni e coltiva da sempre la passione per la poesia. Ha pubblicato alcune raccolte poetiche, fra cui “Il senso della neve” (puntoacapo, 2016), “Zero al quoto” (puntoacapo, 2018), “Notizie da Patmos” (La Vita Felice, 2019). Sue poesie sono presenti in numerose antologie e sono state pubblicate su riviste letterarie.
Fa parte della redazione del lit-blog “Laboratori Poesia” per cui cura la rubrica “Poesia a confronto”, del blog “Poeti Oggi” per cui cura la rubrica “Blocchi di partenza” e collabora con il blog di cultura e letteratura “CasaMatta”.
Il sito dedicato alla sua poesia e alle sue iniziative in ambito letterario è: https://fabriziobregoli.com
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