Frange di interferenza di Teresa Valentina Caiati letto da Angela Greco.
Edito nel 2018 da Eretica Edizioni, Frange di interferenzadi Teresa Valentina Caiati è una silloge in cui il carattere dominante è l’eterogeneità per sovrapposizione di molti piani argomentativi e stilistici. L’autrice, nata a Bari e occupata come insegnante di educazione musicale a Milano, “ricrea attraverso la musica, il connubio con la poesia, sua profonda passione” (quarta di copertina) e di tale fusione di caratteri si ha ampia visione nei testi di questo libro, in cui, tra versi brevi e metrica libera accompagnata spesso da rime baciate, si spazia da componimenti brevissimi (Distanza \ o \ forse solo \ il ritmo \ dell’\ Assenza) in cui pare esserci un azzardo di verso, un input, un flash (E’ \\ pur sempre \ Silenzio \ l’ \ impeto \ d’ \ un \ Impulso intitolata non a caso “Input”) a componimenti più compiuti, in cui il verso dà soddisfazione al lettore (Regalerei un sonaglio \ al gatto di Schrödinger \ ché m’avvisi del suo ultimo istante, \ e poi gli regalerei istanti \ per costringerlo ancora a suonare.), affiancati dalla scelta ardita dei tanti arcaismi (spesso giustificati dal titolo, ad esempio, del componimento, come accade ne “La Vecchia Signora Quercia”) presenti nella silloge, frutto della vocazione alla sperimentazione dei poeti che guardano alle avanguardie tra cui, come si legge sempre nella quarta di copertina, si annovera il lavoro di scrittura e musicale di questa autrice (“sue composizioni sono state incise ed utilizzate in video e performance artistiche d’avanguardia”). Avanguardia, che viene alla luce anche in due testi riportati in pagine affiancate, (pag.38 e 39, ‘La Storia’ e ‘Big Bang’), dove l’uso crescente e decrescente della grandezza del carattere tipografico – di la ta zio ne a pag.38 e dissoluzione a pag.39 – richiama senza troppo sforzo le poesie visive della seconda metà del secolo scorso, attuando una scelta interessante, oggi, dal punto di vista meramente grafico, ma più interessante, se riferita alle competenze musicali dell’autrice (diplomata in pianoforte e organo), che in tal modo rende visivamente al lettore un aumento progressivo d’intensità, che ricollega, come detto in apertura in riferimento al lavoro e alla passione di T.V. Caiati, musica e poesia.
La silloge, fruibile e non difficoltosa, che consegna al lettore un forte senso di incompiutezza, quasi fossero raccolti momenti da approfondire in altro tempo e altro luogo, è un quidscritto con ricercata cura intorno a temi esistenziali, con richiami e rimandi filosofici (ad esempio, ‘Numero elevato a potenza’, in cui si legge: Ognuno cela, \ dentro di sé, \ un numero elevato a potenza \ a cagione dell’errore \ che perenne si reitera. \ Quel numero elevato a potenza \ racconta delle mie false partenze, \ le infinite rincorse \ tra la cecità di un mondo indifferente. \ È uno specchio in cui si riflette, prepotente, \ la mia immagine del Niente.), in cui vengono ripercorse esperienze personali in controluce, filtrate dall’analisi e dal senno del poi, spaziando da campi vicini a orizzonti lontanissimi, dove non sembra esserci volontà di consegnare al lettore messaggi precisi, quanto piuttosto voglia di interferire con il lettore stesso, lasciando incespicare quest’ultimo tra gli elementi di questa scrittura.
Alcuni testi estratti da Frange di interferenza (Eretica Ed.,2018) di Teresa Valentina Caiati.
Energia rinnovabile (pag.14)
Faccio breccia nel cuore della poesia
e, spavalda,
insegno al vento a soffiare,
alle nuvole a navigare,
all’acqua a sgorgare,
e, mentre tutto scorre,
pianto i miei piedi nell’arsura della terra
perché lì, immobile,
possa nutrirmi di linfa vitale.
*
La Vecchia Signora Quercia (pag.25)
Dal letto del fiume
in su pe’ i pendii
correvan, lesti,
suadenti richiami al tempo che fu,
arcani bisbiglii di ridente giovinezza
che render volea la sua virtù.
Ombreggia ancor
maestosa,
la vecchia signora Quercia,
e, all’udir del frastuono
danza in su pe’ i pendii
a mostrar che leggiadria
è simil nomen di saggezza.
A lor che vagano d’una riva all’altra del fiume,
cantando giovinezza,
sollecito a mirar l’agevole arbusto
che, silente, movesi pe’ i pendii.
Non mi par fatichi a raggiunger la vetta,
loro credono ancor di vincere una mente sì sa-
piente?
Le lor soavi membra, ignare,
narran la genesi del tempo che fu,
ma non s’inebriano
all’udir l’eco della loro essenza.
*
L’Utopista (pag.31)
Dell’effimero
si nutre
colui che possiede
il cielo
in terra.
*
S_Legami (pag.47)
Codesta è un’ode
a quel che resta indietro
e avrà vita autonoma.
A quel che mai più sarà mio
e non tesse legami con i miei pensieri.
Si sceglie di vivere
e si vive scegliendo,
lasciando indietro tutto,
e il tutto vive,
scelto e disciolto
da me, e partorisce
idee nuove e autonome,
dimenticando ogni legame,
e quel che scelgo vive, invece,
solo e pregnante del tutto
che, immemore, vive autonomo.
*
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