A tentoni nel buio di Paolo Polvani | Qui sulle rive del Rio Tapajos solo (Alter Do Chao, Parà, Brasile, progetto DEBRIS/DETRITI di Sergio Racanati; alcuni testi)

 

Sergio Racanati è risultato vincitore del BANDO ITALIAN COUNCIL XI EDIZIONE, 2022, col progetto DEBRIS/DETRITI e ha trascorso alcuni mesi ad Alter Do Chao, Parà, Brasile, in piena foresta amazzonica.

immagine di ricerca, Alter Do Chao, Parà, Brasile, progetto DEBRIS/DETRITI di Sergio Racanati, vincitore del BANDO ITALIAN COUNCIL XI EDIZIONE, 2022, courtesy l’archivio CAPTA e l’artista.

Il procedere che ha accompagnato Racanati durante tutto il periodo della residenza, è avvenuto attraverso la raccolta di note audio-video in coerenza con la sua cifra estetica che, ormai, è la sua vera e propria metodologia, tanto da poterla definire poetica del frammento.  Il suo documentare è presente al contesto; la sua pratica artistica, pur essendo nello stesso tempo situata e contest specific, dà vita a restituzioni stranianti; i suoi attraversamenti avvengono in luoghi a volte inaccessibili, per questioni logistiche, giuridiche, politiche.

In tempi recenti, rispondendo a una domanda sul rapporto con l’Amazzonia e con il sud del mondo, in un’intervista ha fatto la seguente dichiarazione: “L’Amazzonia

rappresenta per me un vero e proprio soggetto politico per garantire, sostenere e implementare nuovi e imminenti futuri scenari economici, finanziari, culturali e sanitari mondiali all’interno della grande trasformazione in atto che sta ridisegnando la geografia politica ed umana internazionale.

Per poter affrontare questo problema, occorre chiarire che i Popoli Indigeni hanno una diversa concezione delle terre, dei territori e della Terra, rispetto a noi Occidentali. I Popoli Indigeni non vedono la terra come una proprietà, essa non può essere posseduta, è come l’aria, non si può comprare né vendere, così come il sole o le nuvole. Secondo la cultura indigena noi umanità apparteniamo alla terra, e non possiamo distruggere questa profonda relazione da cui l’importante definizione/concetto/constatazione della Terra come nostra Madre: flora e fauna tutta è considerata -dagli indigeni – parenti, hanno la stessa nostra gerarchia, appartenendo allo stesso ambiente, allo stesso bioma, dello stesso ecosistema in cui noi tutti viviamo”.

Nel corso della residenza artistica la fascinazione ambientale ha dato vita a diverse poesie.  Sulle rive del Rio Tapajos sono nati versi di ascolto al fluire della storia, versi di solitudine e di consapevolezza del privilegio di sostare in un lembo di terra oggetto di mire e di appetiti economici, del privilegio di essere chiamato, quasi in un rito di passaggio, a testimoniare la bellezza dei luoghi e a farsi voce che si innalza in loro difesa, in versi distillati e gonfi di passione:

un lungo cammino
un vero attraversamento

un viaggio dentro e fuori
un togliere croste
dal corpo
dal cuore

dal creato
un aprirsi alla meraviglia
alla scoperta
di ciò che resta

 

immagine di ricerca, Alter Do Chao, Parà, Brasile, progetto DEBRIS/DETRITI di Sergio Racanati, vincitore del BANDO ITALIAN COUNCIL XI EDIZIONE, 2022, courtesy l’archivio CAPTA e l’artista.

 

Parlando della sua scrittura Sergio Racanati afferma:

“Le mie sperimentazioni si dirigono verso un continuo inoltramento/sprofondamento nelle profondità dei paesaggi per parlare della vita-morte, dei fondali del cuore umano, delle sconfortanti tragedie dell’uomo e della sua smania di autoaffermazione sulle altre specie e della tecnocrazia come nuova teologia da seguire. 

Il linguaggio che prediligo in queste cavalcate mi piace definirlo anfibio: un linguaggio terzo – che provo costantemente a ridefinire. Un linguaggio poroso. Una materia-non materia dentro cui sogno e invettiva, nostalgia dell’imperfezione e rifondazione di nuovi mondi collassano, si fondono, o si allontanano aprendo voragini e buchi a cui cercare- forse- punti di sutura- o forse ancora meglio- lasciare sgorgare nuova linfa nella speranza di far germinare nuovi virus o nuovi biomi”.

 

è dura essere distaccati

assenti

soli

è tra le cose che temevo di più da bambino

qui
sulle rive del Rio Tapajos solo è la più grande possibilità di ascoltare i tempi della storia
e occupare spazi quasi in via di estinzione.

questo apparente silenzio
ricolmo di sinfonie di piumaggi tropicali
mi fa solo attraversare le stanze dell’universo
un passaggio di astri
di punti stellari
di agglomerati glitterati
un rito di passaggio
a cui sono stato chiamato

poi cresci
poi esci e ti rendi conto che tutto questo forse non serve a nulla
chiedi ai residui di palma da cocco
come si scrive la storia
chi ha scritto la storia
cosa è stato omesso
chi ha omesso cosa

dove sono le ossa degli antenati?

vedo l’altra sponda del Rio
inghiottita dalle stesse acque
piango ma piangi anche tu
in videochiamata
da un’altra geolocalizzazione
stiamo tutti sulla stessa soglia

Fai pure
-sento una delle mille voci ancestrali-

percorrere la mia cassa toracica e il cavo orale per esplodermi nel cervello

perderemo tutto
come abbiamo perso tutto tanto tempo fa

l’invisibile mostro
-che poi tanto invisibile non è-
il capitale
fa quello che vuole
ha le sue regole

ora vedo tutto con le diottrie
limpide

pulite

chiare
benedetto cacao amaro nelle sue tre settimane di morte e rinascita

mi ha detto tutto!
mappe astrali della rivelazione!

mi dispiace dover ammettere che solitudine qui ha disvelato dolori che la storia non riesce ancora a sanare

è vero

ma l’occhio bianco
eurocentrico
cosa sta vedendo?
cosa vede?
esiste davvero qualcuno che vede ancora qualcosa?

quest’acquazzone che mi sta seppellendo senza neppure un fiore di Cupuaçu

sono fermo
torno bambino e scopro
su instagram una storia di me che corro verso il tramonto e i delfini rosa

ho visto ricomposti l’albero genealogico
sotto i saltelli e i radar del
potere centrale

ora

anche io sono quasi marmoreo
e vi parlo di una riduzione di pelle ed ossa

di emozioni nitide

di feste e ghirlande sulle spiagge
e di una furia scherzosa di risvegliarmi ancora bambino per vedere come va a finire questa storia

 

 

gennaio 2023

*

 

 

immagine di ricerca, Alter Do Chao, Parà, Brasile, progetto DEBRIS/DETRITI di Sergio Racanati, vincitore del BANDO ITALIAN COUNCIL XI EDIZIONE, 2022, courtesy l’archivio CAPTA e l’artista.

 

 

a sud
quando batte il sole
i corpi diventano
più selvaggi

31/12/2022
Alter do Chao

 

qui non ci sono sovrastrutture
ai margini
il corpo si riappropria della sua animalità
e lo abita in ogni sua millimetrica
goccia di Orishas

31/12/2022

Spiaggia Alter do Chao

progetto per un possibile monumento alla foresta

una palette di colori sublimi
forme provenienti da scavi archeologici

 

resti di una nuova tribù
mixate a mattoni in povero laterizio
qui pagato a prezzo d’oro

interni domestici più simili a residui industriali
impronte di manicomi europei

 

vedo cartoline salire al cielo verso la festa delle stelle

 

un sud abbandonato ai canti delle cicale finte

e giocatori di scacchi inseguono piumaggi alla fiera di Orishas

12/01/2023

Alter do Chao

 

memory card quasi full
i primi passi alla scoperta di Saumaoma
più lo ripeto
più si configurava come un santuario
proprio un pellegrinaggio
poi ho capito
forse un santuario naturale
intanto la pioggia
mi riporta nella mia dimora
sotto il capanno
di una maestria pazzesca di paglia intrecciata
mi sono infilato la giacca di incerata
verde salvia
cappuccio incorporato
pronto per i 14 km

batteria dell’iPhone 15%
si parte
la guida turistica
un indigeno della comunità
madre 75 enne
padre 85 enne
-entrambi di buona salute e lavorano alle faccende domestiche-

 

ho contato su un palmo di mano

case costruite dal governo federale

felici del mattone e spalmate di cemento

hanno solo dieci anni

una targa riporta la dicitura dell’anno e la riforma per la comunità indigena

case ai piedi della foresta difronte al rio Tapaioes

 e in mezzo una strada molto grande
più avanti un grande pozzo

sormontato dagli alberi

forse poteva anche essere un’invenzione
della guida

 

ho creduto

 

amo queste storie

intanto notiamo
una placchetta
-placca in portoghese significa indicazione/cartello-
2 km
era appena passata un’ora

i verdi
una meraviglia unica
un pazzesco rincorrere di luci
bagliori

perdite

rincorse

e poi

i bui
i neri

i pieni e i vuoti
in realtà
verdi scuri
verdoni

o smeraldi elevati al cielo

un lungo cammino
un vero attraversamento

un viaggio dentro e fuori
un togliere croste
dal corpo
dal cuore

dal creato
un aprirsi alla meraviglia
alla scoperta
di ciò che resta

custodi di questa eredità

giriamo nella foresta
-immaginatevi cosa accade nel fare una curva-
ritrovarsi veramente su un altro pianeta

dentro un altro ecosistema

batteria dell’iPhone ormai ai 7%
wi-fi a gentil scrocco
o a casa
o agli incontri per strada tra l’urgenza di chiamare un moto taxi
E la voglia di leggere la notifica di whatsapp con un fuso orario di 4 ore con l’Italia

si apre davanti a me la foresta amazzonica che avevo immaginato
Sognato
o forse visto sui libri
o sulle fotografie
o in televisione nei documentari
o che forse io avevo immaginato
Di aver visto in questi media
o forse volevo immaginare e vedere

Amazzonia

un grande gemito

uno strappo carnale

viscerale

una boccata d’aria

e un tiro di canna

tutti i sali minerai di una vita intera

ho scattato una foto

una sola foto
timore la batteria

ma in realtà

non volevo sciupare il suo volo

né rubare l’anima all’ultima

Saumaoma

 

immagine di ricerca, Alter Do Chao, Parà, Brasile, progetto DEBRIS/DETRITI di Sergio Racanati, vincitore del BANDO ITALIAN COUNCIL XI EDIZIONE, 2022, courtesy l’archivio CAPTA e l’artista.

 

 


 

immagine di ricerca per il set della lecture performativa, progetto DEBRIS/DETRITI di Sergio Racanati, vincitore del BANDO ITALIAN COUNCIL XI EDIZIONE, 2022, Pinacoteca De Nittis/Barletta, foto by Giusy Caroppo, courtesy l’ archivio CAPTA e l’artista.

Sergio Racanati (Bisceglie,1982) Attualmente sta lavorando alla sua prossima mostra personale che si terrà nel 2024 presso lo spazio istituzionale Sala Murat a Bari e curata dal collettivo Ruangrupa. Nel 2022 ha partecipando al public program della ruruHaus di dOCUMENTA XV a cura del collettivo Ruangrupa con la sua opera filmica WOK/WAJAN. È vincitore del bando Italian Council XI edizione 2022, Ambito 3 – Sviluppo dei talenti, direzione generale arte contemporanea del ministero della cultura.

Nel 2021 ha esposto presso Fondazione SoutHeritage per l’arte contemporanea a Matera con l’installazione ambientale To futureless memory – possibilità di un memoriale. Ha in attivo diverse mostre, tra cui segnaliamo: 2021 “NA NA N FRASTEIR” a cura di P. Ugolini presso AlbumArte, Roma; 2015 “Imagining New Eurasia Project”, presso The Asia Culture Center, Gwangju, Repubblica di Corea; “Sound Scape; “Multinatural Histories”, a cura di M. Owens e O. Sourel, presso il Museum of Natural History, Harvard (MA). Partecipa nel 2012 alla 7°Berlin Biennal, all’interno del progetto “Preoccupied” presso il KW Institute for Contemporary Art, Berlino e alla Bienal del Fin del Mundo / Mar del Plata _RA e alla 14a Biennale di Curitiba in Brasile. Ha lavorato all’ interno di progetti di arte pubblica, tra cui segnaliamo il progetto ZIP vincitore del bando CREATIVE LIVING LAB del Mibac, a cura di G. Caroppo, realizzato a Barletta.