I LIBRI DI POESIA CHE CONSIGLIO: 
“Titiwai” di Alessandro Angelucci, Giuliano Ladolfi Ed. – collana Perle poesia, 2019, prefazione di Franca Alaimo, postfazione di Franco Campegiani

           

“Titiwai” è il nome polinesiano di insetti che emanano una straordinaria e suggestiva luminescenza bluastra in certe grotte della Nuova Zelanda. Piccole luci nel buio che fanno sgranare gli occhi di stupore, un po’ come fa la poesia, piccola luce nel buio del reale. Un po’ come fa Angelucci con i suoi versi mentre progrediamo nella lettura del libro TitiwaiCZ

          

Quattro testi da Titiwai:

 

Il poco (tanto) che abbiamo

Non abbiamo
che un pugno di lacrime
qualche rara carezza
l’insorgenza di un sogno
per vivere
morire di vita
di fronte alla morte.
Ogni Sole che scende
ogni luna che nasce
ci chiude e ci apre la porta
ci spegne e ci accende un sorriso.
Siamo lampi
nella notte infinita
di miliardi e miliardi di stelle.

*

 

Torni selvatico

Ricordi il sentiero
dove, per la prima volta,
ci baciammo?
Mi dicono che non si passa più,
che i rovi sono cresciuti
e nessuno
ha voglia di tagliarli.
Nemmeno io. Nemmeno tu.
Con quelle spine
un tempo ci ferimmo
per arrivare in fondo
a sedere sognanti su quel masso.
Torni selvatico
ciò che viene concepito
e nasce
per sentirsi libero.

*

 

Big Bang

Ho detto alla luna “ti amo”.
Mi ha risposto il silenzio.
E sopra di me
l’intero universo
è tornato al Big Bang.
Ho viaggiato anni luce
senza sapere
dove fossi finito.
Ed ora eccomi qui,
spaesato. Smanioso
di cogliere il frutto
del melo proibito.

*

 

Titiwai

Esistono le stelle sotto terra.
Lo sapevate?
Nelle grotte del distretto di Waitomo.
E la cosa straordinaria
è che somigliano a dei vermi.
Sono larve che emettono bagliori
sulla scala degli azzurri.

Strano, insospettabile
– non credete? –
che esseri così, spesso reietti,
distanti dal cielo, dalla bellezza
incantino migliaia di turisti.

Eppure è ciò che accade.
I Māori
li chiamano titiwai.
A me piace pensare significhi stupore

e tutte le parole
che inventano i bambini.

*

 

 

    


Sandro Angelucci

Poeta e critico letterario, saggista, Sandro Angelucci vive a Rieti dove insegna ed è nato. Ha pubblicato: in poesia, Non siamo nati ancora (Sovera Editrice, Roma), Il cerchio che circonda l’infinito, Verticalità (Book Editore, Ro Ferrarese), Si aggiungono voci (Lietocolle Editore, Faloppio), per la saggistica, Di Rescigno il racconto infinito, monografia prefata da Giorgio Bȧrberi Squarotti (Blu di Prussia Editore, Monte Castello di Vibio), Titiwai (Giuliano Ladolfi Editore, Borgomanero). È presente in varie antologie, tra le quali Inchiostri digitali nella prestigiosa collana Ricerche dell’editore Eugenio Rebecchi  (Blu di Prussia, ottobre 2016). Intensa la collaborazione con qualificate riviste culturali nazionali, di alcune delle quali è anche membro del comitato di redazione e collaboratore fisso. Ha ottenuto, per la poesia, numerosi riconoscimenti, tra cui molti primi premi per l’edito. Un suo profilo critico è inserito nel IV° volume della “Storia della letteratura italiana. Il secondo Novecento”, nel “Dizionario degli Autori italiani contemporanei” per Guido Miano Editore in Milano, e il suo nome figura in altre antologie e storie della letteratura. Del suo lavoro si sono occupati autorevoli critici, poeti e scrittori.