Osservatorio Poetico di Sonia Caporossi | Manuela Cecchetti
FALENE
Frammenti d’ossa
esuli ali di falene
spelonche azzurre
oltre recinti d’erba,
il cielo traccia raggi
sull’inverno.
SCRUPOLI
Non fare nulla
nel fare d’ogni giorno
un vuoto a perdere tra fondi
di bottiglia,
pareti nere di fantasmi
tracima un fumo denso di parole
la fame d’aria cilestrina
increspa cumuli di reti.
S’accosciano le merle
in aliti di neve.
SERIA È LA SERA
Mani sudate scribacchiano sentieri
tra sabbie di scirocco,
sul tavolo di un bar
gocce di vodka
inciampano in roveri invecchiati;
seria è la sera, tace la voce della luna
manca un sorriso tra la folla
dure transenne d’omertà.
UN SOFFO SENZA VOLTO
È un soffio senza volto
quel che gentile e schivo
cattura lacrime di vento,
l’eterna voce della terra
consola il tempo
d’antica pioggia.
Un solitario moto
un balenare di bagliori,
l’aria si sazia di respiri.
Manuela Cecchetti, autrice di saggi e poesie, ha scritto un libro sull’ambiente, una monografia su Albert Schweitzer e tre raccolte poetiche: Lampi bagliori diamanti, Ensemble 2022; Crepuscoli d’aurora, Bertoni, 2023; Anima e creta, Ensemble, 2024. Alcuni suoi inediti sono pubblicati su “Nuovi Argomenti” e su numerose altre antologie e riviste, online e cartacee, italiane e straniere.
Le poesie di Manuela Cecchetti qui riportate mostrano in una sintassi semplice una ricercatezza lessicale puntuale e mai banale. Dalle falene rinsecchite e scheletrite del primo testo, a rappresentare la fragilità della condizione naturale della vita, per approdare al “vuoto a rendere” descritto nel secondo testo, che manifesta lo stigma cinerino della crisi esistenziale, dell’alienazione sociale richiamate anche dal riferimento montaliano ai “fondi di bottiglia”, l’atmosfera decadente resa con un tono di estrema levigatezza formale si stempera poi nel bozzetto cittadino o, per meglio dire, suburbano del tavolo da bar descritto nel testo successivo, immerso com’è nel pulviscolo atmosferico di un vento che porta sabbia e calura, sospensione e stanchezza, nonché nel naturismo dell’ultimo testo il quale, questa volta, ci immerge apparentemente nella nebbia autunnale, dimensione quasi metafisica in cui il tema della ciclicità inesorabile del tempo si innesta sulla contemplazione melanconica di una natura che respira vita e lacrime di brina, avvolgendo il lettore, rinfrancato e stupito, in una dimensione di tenue e rarefatta dolcezza. la poesia di Manuela Cecchetti è degna di attenzione per il labor limae e il lavoro di scavo lessicale che tenta di rinnovare immagini e temi abituali del lirismo novecentesco e che, nel migliore dei casi, riesce a detergerne la patina di classicità mantenendone purtuttavia il peso specifico.
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