Lanterna Magica di Antonella Sica | Interno di Donatella Bisutti
La videopoesia è un oggetto controverso soprattutto quando si realizza utilizzando testi scritti per essere solo letti, ossia testi che non nascono già in fase progettuale per essere messi in relazione con un tessuto video-sonoro dal poeta che li ha composti. Dico “controverso” perché spesso la videopoesia è intesa oggi come una sorta di oggetto promozionale per il poeta e non una creazione artistica che mette in relazione il testo con le immagini creando nuovi spiragli di senso.
Le videopoesie che realizzo mirano a creare nuove suggestioni rispetto al testo di partenza, lavorando con le immagini sui versi per analogia. Per realizzare i video utilizzo immagini di alta qualità libere da diritti che scarico da internet e rielaboro in fase di montaggio e post produzione. Ho scelto la strada della banca dati perché mi interessa sperimentare con immagini già girate per un altro uso e piegarle a un nuovo senso, come accade alle parole nella scrittura poetica. AS
In questa diciassettesima puntata propongo un lavoro su testo di Donatella Bisutti:
Interno
La lampada di stoffa azzurra che pende alla parete
come gli slip di pizzo nero dal gancio dietro la porta del bagno
e il reggipetto serpente
le creme e i profumi i barattoli spray i flaconi
sul ripiano del lavabo
e nell’angolo della stanza la poltrona di vimini
acquistata in un giorno di sole e di vento
e fuori, al di là della tenda,
l’oceano.
tratta da Sciamano – Poesie 1985-2020 di Donatella Bisutti (Delta 3 Edizioni, 2021)
Dichiarazione di poetica
La mia poesia si muove in diverse direzioni: temi esistenziali (che comprendono le poesie d’amore), poesia ispirata alla natura, agli animali, agli oggetti, poesia civile, poesia mistica, ma dietro c’è una visione comune: la poesia come mezzo per raggiungere una zona psichica profonda dove conscio e inconscio si possono incontrare. Questa è soprattutto la zona dell’inconscio collettivo junghiano e quindi dei simboli: è qui che il significato di una poesia può diventare universale. Il mio metodo di lavoro consiste nello scrivere solo quando mi viene la cosiddetta “ispirazione” cioè un incontenibile spinta interiore verso la scrittura, e nel non forzarla mai: è la condizione necessaria per raggiungere questa zona profonda. Successivamente, dopo un intervallo di tempo anche molto lungo, lavoro sul testo per portarlo a una possibile perfezione. Spesso protagonisti delle mie poesie sono, oltre alle piante e agli animali, gli oggetti: non tanto per ritrovare in loro una dimensione antropologica, quanto al contrario per individuare attraverso di essi una zona altra rispetto alla nostra umanità, il loro margine enigmatico. Da questa realtà altra ci vengono dei segnali che la poesia deve cercare di decifrare. Ma questa realtà altra non credo che la poesia debba pretendere di raggiungerla: fondamentale per me è stata la grande lezione di Jabès, il poeta egiziano naturalizzato francese e autore dei sette volumi de Le Livre des questions, che sono stata io a introdurre in Italia traducendone stralci su l’Almanacco dello Specchio e poi il libro di poesie La memoria e la mano per la collana lo Specchio di Mondadori. Per Jabès è importante è la domanda, non la risposta. Tuttavia per me la poesia rappresenta soprattutto uno strumento di conoscenza. Quale conoscenza? C’è nella mia poesia un’influenza molto forte dello zen, da me praticato intensamente innanzitutto come esperienza psicofisica per alcuni anni, che è stata notata per esempio dal critico Paolo Lagazzi il quale mi aveva definito anni fa l’unico poeta zen italiano. Nei miei testi si possono trovare molti riferimenti allo zen, per esempio questo: il macrocosmo è contenuto nel microcosmo, c’è una forte interconnessione fra i due. E’ a questo che allude la poesia Interno: Per me è importante che la poesia colga una rispondenza fra microcosmo e macrocosmo: ritengo infatti che questa sia la nostra verità psichica. Se ce ne allontaniamo, questo provoca in noi sofferenza, o inaridimento spirituale, anche psicologico. La mia poesia è ricerca, domanda, relatività: l’assoluto della poesia non può essere che un un “assoluto relativo”, anche in questo c’è una forte influenza zen. Ma questo ci avvicina anche alle scoperte della moderna fisica nucleare, a partire dalla teoria della relatività scoperta da Einstein. Questo rapporto fra poesia e fisica , anche astrofisica, mi ha sempre affascinato, e l’ho analizzato anche in altri poeti, come per esempio in Giampiero Neri, che pure apparentemente ne sembra lontanissimo con la sua realtà minima, “provinciale”, ma estremamente enigmatica.
Molto importante come dichiarazione di poetica è la mia poesia Eternità , contenuta nella raccolta Rosa alchemica, in cui si fa tra l’altro allusione all’aneddoto zen del coltello: il bravo macellaio è quello che non consuma mai la lama del suo coltello perché lo infila nell’impercettibile spazio vuoto fra l’osso e la carne: è un invito alla passività attiva, cioè ad armonizzarsi con la direzione della vita, del divenire, senza farvi opposizione, ma trovando in esso gli spazi per la propria realizzazione. Un adattamento, una “docilità” che l’uomo deve avere nei confronti delle energie cosmiche. Ma il tema di questa poesia, oltre a quello di una “passività attiva”, è proprio quello della relatività dell’assoluto: le faville sono altrettanto eterne, o non eterne, delle stelle, ma entrambe trovano una loro eternità nell’attimo, sia pure attimo di molto diversa durata secondo la nostra misura del tempo, ma di uguale valore rispetto all’assoluto: microcosmo e macrocosmo condividono questa stessa eternità dell’attimo, che per me è quella stessa della poesia. Da tutto questo si può concludere che attraverso la poesia io vado scoprendo e confermando una visione metafisica, esoterica, e anche mistica della realtà. Tutto il contrario del nichilismo, ma piuttosto qualcosa che si rifà, oltre che allo zen, alle varie correnti esoteriche più o meno sotterranee che hanno alimentato anche l’ Occidente nel corso dei secoli: dai misteri di Eleusi all’ermetismo, al neoplatonismo, alla ricerca alchemica.
Donatella Bisutti
Donatella Bisutti è nata a Milano e vive a Genova. E’ poetessa, scrittrice, giornalista, operatrice culturale. Conosciuta anche all’estero e tradotta in varie lingue, tra cui il giapponese e l’arabo e varie antologie e riviste sudamericane, è stata ospite di Istituti di Cultura in diversi Paesi, tra cui Stoccolma Atene Lisbona Bruxelles Monaco di Baviera, di Festival nazionali e internazionali (tra cui il Festival di Dubai e di Kyoto), Residenze per Scrittori ( in particolare la prestigiosa Bogliasco Foundation americana), ha tenuto reading in università e luoghi istituzionali (in particolare la Columbia University), ha avuto premi importanti per singole opere o alla carriera, ha condotto master universitari e corsi di aggiornamento per gli insegnanti, numerosi incontri nelle scuole soprattutto elementari e medie, ha organizzato convegni e festival (in particolare il Festival Internazionale di Poesia di Madeira nel 2013). Ha fondato negli anni Novanta il Premio Poesia Aperta, sponsorizzato dall’Italtel , nella cui giuria figurava anche l’attrice Ottavia Piccolo. E’ stata nella giuria del Premio Luzi. Collabora con il Festival Le Parole spalancate di Claudio Pozzani a Genova. Ha fondato la collana di poesia A mano libera per le Edizioni Archivi del ‘900 con testi di Luzi Spaziani e Adonis e le riviste Poesia e Spiritualità e Poesia e Conoscenza. Tiene il blog ilblogdi donatellabisutti.it e le rubriche on line La poesia italiana all’estero e La poesia straniera in Italia . Ha scritto il bestseller La poesia salva la vita (Mondadori Editore poi Feltrinelli Tascabili) e vari libri per ragazzi sulla poesia e il linguaggio, tutti per Feltrinelli, oltre alle filastrocche Storie che finiscono male (Einaudi Ragazzi). Ha scritto per Bompiani il romanzo Voglio avere gli occhi azzurri. Fra le raccolte di poesia ha pubblicato Inganno Ottico (Guanda Società di Poesia, Premio Montale per l’Inedito, tradotto in francese dal poeta Bernard Noёl per Editions Unes), Rosa Alchemica (Crocetti Editore, Premio Lerici Pea, Premio Camaiore, Premio Laudomia Bonanni Città dell’Aquila, tradotto in tedesco per il P.E.N. Club austriaco da Franziska Raimund e presentato di recente a Vienna), Un amore con due braccia (Lietocolle Editore, Premio Alda Merini), Colui che viene (Interlinea Editore, Premio Camposampiero e Premio Giuria dei Lettori Davide Turoldo, tradotto in fiammingo dal poeta Eugene Van Itterbeek con il contributo della Commissione Europea ). Fra i diversi premi alla carriera si ricorda il prestigioso Premio alla Carriera Ritratti di poesia della Fondazione Roma. Ha tenuto cicli di presentazioni alla Biblioteca Sormani di Milano per l’Unione Lettori Italiani e preso parte a importanti convegni, l’ultimo nel 2019 a Lodi su Ada Negri, e a numerose raccolte di saggi collettive fra cui La Poesia e il mistero a cura di Elisabetta Motta, I poeti alla corte dell’Es a cura di Giancarlo Stoccoro, La voce delle mie emozioni a cura di AA.VV., Pascoli e i poeti di oggi, a cura di Claudio Damiani. Ha di recente pubblicato una nuova raccolta di poesia Sciamano per le edizioni Delta3, il libro di aforismi Ogni spina ha la sua rosa ediz. Pendragon e un nuovo libro per ragazzi sui modi di dire, sempre per Feltrinelli, dal titolo Parole per la testa!
28/01/2023 alle 22:05
Gli oggetti si ritagliano un’ essenza nella quotidianità che dovremmo notare.
Sono loro che ci danno un universo, basta che qualcosa turbi la nostra vita diventano vivi