Lanterna Magica di Antonella Sica | Ecografia di Adriana Tasin
La videopoesia è un oggetto controverso soprattutto quando si realizza utilizzando testi scritti per essere solo letti, ossia testi che non nascono già in fase progettuale per essere messi in relazione con un tessuto video-sonoro dal poeta che li ha composti. Dico “controverso” perché spesso la videopoesia è intesa oggi come una sorta di oggetto promozionale per il poeta e non una creazione artistica che mette in relazione il testo con le immagini creando nuovi spiragli di senso.
Le videopoesie che realizzo mirano a creare nuove suggestioni rispetto al testo di partenza, lavorando con le immagini sui versi per analogia. Per realizzare i video utilizzo immagini di alta qualità libere da diritti che scarico da internet e rielaboro in fase di montaggio e post produzione. Ho scelto la strada della banca dati perché mi interessa sperimentare con immagini già girate per un altro uso e piegarle a un nuovo senso, come accade alle parole nella scrittura poetica. AS
In questa prima puntata propongo un lavoro su testo di Adriana Tasin:
Ecografia
Nell’angolo smussato
il monitor ferma immagini.
Bianco angelo volteggia
e sprofonda.
Silenzio e attesa.
Sono paziente davvero paziente
e osservo il chiaroscuro.
Ma il mio sguardo va a te,
lucciola,
ai bagliori punteggiati,
ai rami e alle foglie
che ti fanno siepe
in scala ridotta sulla scrivania.
Illumini penombra di vita.
Il tuo pulsare tra il verde
si fa insistito:
sistole e diastole di luce.
Alfabeto morse. Alfabeto muto.
Sei conforto ultimo.
Bianco angelo si muove
sullo sgabello girevole.
Vedo. Ora misuro. Dice.
E poi sussurra: due centimetri.
È un carcinoma. Dice.
Nella parola carcinoma
è contenuta la parola amor.
E amore risuona ancora
nella stanza spoglia.
Dolore anestetizzato. Assicura.
Si rimuove e tutto tornerà
come prima. Dice.
Tutto tornerà
come prima.
Il mio corpo analfabeta
non comprende.
Il fiocco si fa scuro.
DICHIARAZIONE DI POETICA
di Adriana Tasin
a partire da “Ecografia”
Ecografia compare nella prima sezione del mio libro d’esordio, “Il gesto è compiuto” (puntoacapo Editrice, Collezione Letteraria, 2020).
È stato necessario guardare questa poesia attraverso gli occhi degli altri per riconoscerla per ciò che effettivamente rappresenta, ossia un punto focale della mia poetica. Arrendermi all’evidenza (io che avrei preferito a volte metterla in disparte, dimenticarmene).
L’andamento narrativo della poesia ripercorre una visita medica in cui si intuisce la speranza di una gravidanza che viene però presto sostituita da una diagnosi infausta: ciò che pareva essere un embrione è un carcinoma, e non basta bianco angelo che volteggia a consolare, non basta nessuna fede. Il mio corpo analfabeta/ non comprende.
Che Ecografia si rifaccia a una situazione autobiografica in realtà poco importa, perché ciò su cui ho voluto puntare l’attenzione è il capovolgimento subitaneo di una situazione, il passaggio da uno stato di progettualità, a un altro in cui il futuro arretra bruscamente e rigetta.
Qui sono partita da un punto di vista individuale, ma in altre poesie (soprattutto in Fatti reali immaginati, raccolta inedita) ho rivolto uno sguardo più ampio, estroflesso, alle vite degli altri e al capovolgimento del loro destino. Dal microcosmo al macrocosmo, passo successivo e necessario. Uno è diventato tutti.
Nella stesura delle mie liriche ho sempre cercato di fare in modo che lo sguardo fosse il più possibile distaccato, che registrasse l’accadimento senza toni compassionevoli. Per questo alcuni miei versi possono apparire duri, a tratti spietati, ma è stato proprio questo tipo di sguardo che mi ha permesso di andare in profondità e affrontare la descrizione di situazioni talvolta tragiche che diversamente mi sarebbe stato impossibile trattare.
È un preciso momento dunque, questo fissato in Ecografia, il momento in cui siamo di fronte alla comparsa di un sistema binario: 1/0 – acceso/spento – linea intera/linea spezzata – voce/silenzio. Quasi Yang e Yin, che si contrappongono e assimilano, in una continua interdipendenza reciproca.
Il mio sguardo va a te/ lucciola, sguardo fotografico rivolto alla luce, alla possibilità che pulsa insistentemente dentro situazioni che appaiono ineluttabili.
Adriana Tasin
Adriana Tasin (Tione di Trento, 1959) si è laureata in Scienze Naturali all’Università di Bologna e ha insegnato matematica e scienze a Madonna di Campiglio, dove tuttora vive. Si è dedicata alla scrittura in forma poliedrica ma solo negli ultimi anni ha focalizzato l’attenzione sulla produzione poetica ottenendo riscontri positivi anche in questo ambito, oltreché in ambito narrativo. Suoi testi appaiono in riviste, antologie e blog letterari.
Nel gennaio 2020 ha pubblicato la sua raccolta poetica d’esordio, Il gesto è compiuto, con Puntoacapo Editrice (Collezione Letteraria); l’opera ha ricevuto importanti riconoscimenti in molti premi letterari ed è risultata vincitrice al Premio Cecco D’Ascoli, Opera prima, 2020.
Con altre raccolte poetiche inedite ha ricevuto i seguenti riconoscimenti: menzione d’onore al Premio Lorenzo Montano 2020 e segnalazione al Premio Arcipelago Itaca 2020 per la raccolta “Ottoinfinito”, selezione Premio Europa in Versi 2021 per la raccolta “Specchio e Scudo”, secondo posto al Premio Arcore e finalista al Premio Arcipelago Itaca 2021 con la raccolta “F.R.I. fatti reali immaginati”.
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