Spazio di Claudia Zironi | Facciamo che questi siano i dieci migliori anni, inediti di Cetta Petrollo

         

Dotata animi mulier virum regit (detto latino) o anche Dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna (Virginia Woolf) mai è stato tanto calzante come nel caso di Cetta Petrollo che si spende quotidianamente per mantenere viva la memoria e la poesia del suo immenso marito Elio Pagliarani che nel 2012 ci ha lasciato, spesso dimenticando di proporre se stessa, che pure è raffinata e prolifica poeta, con una voce ben distinta, all’attenzione dei lettori. Nella poesia di Petrollo, classe 1950, che per tutte noi della generazione “baby boomers” potrebbe essere sorella, troviamo sentimenti, sensazioni, paure e consolazioni comuni, il suo sguardo sulla vita è lo stesso di tante donne, ma la sua indicibilità riesce a prendere forma nei versi limpidi e modernissimi dell’autrice, luminosi come i suoi occhi sempre un poco fanciulleschi e aperti alla meraviglia. Petrollo propone temi quotidiani, mette in risalto i dettagli, ci racconta del miracolo di essere dotati di sensi e di parola. Un poco di nostalgia, ma mai rimpianto, e un futuro che pare immenso ci conducono – materni – nel mondo della consolazione. Il linguaggio fresco, estraneo a certi canoni generazionali, ma mai gergale, conferisce ai testi la possibilità di essere senza tempo. 
Prima di lasciarvi ai versi, desidero riportare un bellissimo discorso di Cetta Petrollo che ben rappresenta la levatura umana dell’autrice: “Quello che facciamo non è niente se non insegniamo la strada a quelli che la percorreranno dopo di noi. Perché se la strada è trafficata e piena di occasioni di certo vivrà e sarà manutenuta. Se ci camminano in pochi non sarà ricordato neanche il suo nome, o lo sarà solo negli studi di qualche archivista del futuro ma non avrà piante e frutti a popolarla. La persona generosa fa in modo che le strade siano popolate così anche costruendo un ricordo della propria vita e del suo significato civile, non solo biologico, su questa terra.”

 

 

Inediti di Cetta Petrollo

 

 

Facciamo che questi siano

i dieci migliori anni della mia vita

non più tristezze non più cupezze

nessuna inquietudine

e nessun tempo per le cose inutili.

Facciamo che questi siano

i dieci migliori anni della mia vita

coi sensi aperti e gli occhi spalancati

respirando pienamente tranquillamente

respirando il mondo.

Facciamo che questi anni siano

del tutto e finalmente grati

il passato un ingarbuglio

luminoso e oscuro

fatica senza tempo e senza pausa

da dove ora finalmente emergono

i prossimi futuri migliori dieci anni.

*

 

La bella pelle dell’amore

risplende

così abbiamo passato l’equinozio

e la bella pelle dell’amore

risplende

risplende tranquilla senza fretta

mentre solo su un fianco

dimostra il suo bilico

la bella pelle dell’amore.

Intanto mi hai tenuta

nella bella pelle dell’amore.

(Amor che dato sia

casto mi prende)

*

 

Con una telefonata

passa quell’innamorato

che non si sa

se era innamorato

ma era estate

innamorata era la luna

la pelle l’aria l’aperitivo

il braccio sotto al noce.

Cosi’ ora trascorre

la telefonata

segno che lui la ricorda

e lei ricorda lui

e la vita e’ un ruzzolare

fra le pietre

fra letti fatti  e sfatti

e baci d’uomo e corse.

*

 

Qui imbrunisce

ma anche imbrunisce a Roma

e anche imbrunisce a sud

e ancora piu’ a sud imbrunisce

e potrei montare in macchina

e seguire l’imbrunire

mentre viaggia in macchina

con me e accendo i fari

e ancora si gira

prendendo prudentemente

la curva

e imbrunisce a via Adelina

e sta imbrunendo a spiaggia

e imbrunisce nella tua camera

rosa fra le tue lenzuola rosse

e imbrunisce al quinto piano

vicino alla rosa che sta per sbocciare

e imbrunisce nella piazzetta

delle armi

e imbrunisce qui imbrunisce

che stiamo tutti attenti

in silenzio

ed imbrunisce.

*

 

Mio nipote guarda il cielo

con pura gioia sull’altalena

sorride e guarda il cielo

guarda il cielo di giorno

guarda il cielo di notte

guarda gli alberi le finestre le strade

gli uccelli ma soprattutto guarda il cielo.

Gli dovrò insegnare a stendersi sulla sabbia

o sul prato per guardarlo meglio?

Lo stupirà la strana dimensione?

Mi chiederà perché cosa c’è da dove

infine è nato il cielo?

Mi chiederà chi lo ha fatto il cielo?

Si chiederà quanto noi ne portiamo dentro?

E io riuscirò di nuovo a stupirmi con lui

del cielo? A trovare con lui le mille

parole per chiamarlo nominarlo il cielo?

Ci unirà lo sguardo come quando

insieme ci unisce il respiro

prima del sonno?

Il nostro ritmo è profondo

esso ci è stato dato

me ne sono accorta

mentre sull’altalena con pura gioia

mio nipote guarda il cielo.

*

 

Ti stai facendo largo

come un papavero di Giugno

un rametto di pomodori nell’ orto

una zucca discreta

che ci vuole attenzione

a vederla il fiore bianco

della pianta grassa

i govoni di grano

che non c’ erano

e all’ improvviso ci sono.

Ti stai facendo largo

e di rimando

noi ti apriamo

tutti questi campi

siamo innaffiati di gioia

esposti senza segnaletiche

leggeri

dai tuoi mutevoli

lineamenti  in crescita

illuminati.

*

 

La mia barwoman

ha avuto un bambino.

Questo mi dicono

nel mio bar preferito.

Che fosse incinta

fino a novembre

nemmeno si vedeva.

Sembrava fuori

dalla maternità.

Ma i suoi jeans strettissimi

il suo pancino

contenevano un bambino

e mentre lei preparava

il mio daiquiri

lui a poco a poco cresceva.

Avrà sentito dalla pancia

la musica di discoteca?

E questo benvenuto

fuori programma

oggi mi ha dato Genova.

*

 

Mi interessano ancora i sapori del cibo

non più quelli dell’ amore

che non hanno più odore

non sono come il kebaab pungente

che ti cattura camminando per strada.

E vorrei tornare a profumare

di peperoni e aglio

basilico e melanzana acidula

e che ritorni l’ odore il sapore

dell’ ostia consacrata

nella mia bocca di bambina.

*

 

 

Cetta Petrollo ritratta da Dino Ignani

Cetta Petrollo è nata nel 1950 e vive a Roma. Ha diretto alcune fra le più  importanti biblioteche italiane.Attualmente è presidente dell’Associazione letteraria Elio Pagliarani (http://www.associazioneletterariapremioeliopagliarani.it/che, fra l’altro, organizza l’omonimo premio nazionale di poesia giunto quest’anno alla sua settima edizione e direttrice della biblioteca Elio Pagliarani iscritta nel Polo SBN. degli istituti culturali romani (http://www.associazioneletterariapremioeliopagliarani.it/).
Per l’editore Zona cura le collane di poesia Premio Nazionale Elio Pagliarani e Rossocorpolingua. Dirige la rivista scientifica Rossocorpolingua giunta al suo quarto anno di pubblicazione (www.rossocorpolingua.it). Frequentatrice dei laboratori di poesia di Pagliarani e prefata da Amelia Rosselli nel 1984 per la sua prima raccolta Sonetti e stornelli (ed.Tam Tam), è  autrice di numerose raccolte di prosa e  poesia, di alcune edizioni d’arte a tiratura limitata e del romanzo Senza permesso con prefazione di Walter Pedullà  (ed.Stampa alternativa, 2007). Le sue ultime raccolte sono Recitativi d’amore (Manni, 2012), All’Epoca che le fanciulle  (Zona ed. 2016) e Margutta 70 ( Zona 2019).