Angoli di poesia di Luca Ariano | Alessandra Corbetta, L’età verde (Pordenonelegge – Samuele Editore, 2024)
Alessandra Corbetta con L’età verde approda nella prestigiosa collana “La Gialla” di Pordenonelegge a distanza di due anni da Estate corsara (Puntoacapo Editrice 2022). A partire da questa penultima raccolta, la poesia di Alessandra Corbetta si è sempre caratterizzata per un lirismo nostalgico, a tratti crepuscolare fatto di rimpianti e di una certa vena malinconica. Questo tratto è presente anche in L’età verde dove però, rispetto ai libri precedenti, si nota una maturazione stilistica, una maggior padronanza ed equilibrio del verso. Il libro è diviso in sei sezioni, si apre con Sempreverde che consta di due poesie che sono una sorta di antiporta di tutto il libro: “Nel bosco sempreverde nascono le bambine / ripetono il giro da tempo immemorabile.” Questo incipit ha un tono fiabesco, quasi da fiabe dei fratelli Grimm o de Lo cunto delli cunti di Basile e il tono fiabesco diventa un qualcosa di spaventoso (come nella migliore tradizione delle fiabe) dovuto forse ad una perdita, ad un’assenza o anche solo alla consapevolezza del mutare delle stagioni e del tempo. Quest’ultimo, come già scritto, è elemento essenziale della poetica di Alessandra Corbetta che si manifesta con gli stessi toni fin qui descritti anche nella sezione seguente La Bambina C dove compaiono le figure materne e paterne e il linguaggio procede per metafore dove il bosco potrebbe essere la vita, la difficoltà ad uscire da vicende intricate: “il Padre ha praticato il silenzio / e messo un vuoto nella bambina. / Adesso lei sa distinguere ogni suono / e muoversi senza fare rumore.” In tutta questa sezione si procede con lo stesso linguaggio e pare quasi un viaggio di iniziazione, di crescita, un percorso alla scoperta delle vicende esistenziali positive e negative e compare anche la figura di una bestia, forse una lontana reminiscenza caproniana. Nel verde degli anni consta di una sola poesia, la bambina o le bambine devono “Sradicare il terrore”. Nelle sezioni seguenti la dedica è ad un proprio famigliare Verde cacciatore (Il padre), Verde primavera (La madre), Verde palude (La nonna) Verde menta (Il fratello) e Verde Arlecchino (La sorella) dove i colori identificano allegoricamente i caratteri di queste persone e il tono, da elegiaco di alcune poesie, diviene sempre più malinconico, a tratti disperato: “La Madre retrocede nello splendore. / Stare nel bosco è rinunciare, amare tanto. / La bambina ha imparato da lei cos’è l’amore: / guardare insieme la vipera cantare.” Ricorrono, come in questi versi, alcuni animali simboli che riportano a certi bestiari medioevali e alla tradizione fiabesca e favolistica già citata in precedenza, in queste sezioni assistiamo dunque ad una sorta di romanzo di formazione in cui la bambina si fa donna, cresce, ama, soffre, scopre l’adolescenza, i piaceri e i dolori della vita: “Arrivò il giorno – un giorno – / in cui capii di somigliarti / più degli altri.” L’ultima sezione Verde giungla (L’amato) rispetto alle precedenti sezioni, ha immagini più dirette e realistiche con descrizioni fisiche di luoghi ben definiti nominalmente e l’amato può essere un amore, l’ultimo amore o gli amori di una vita che hanno lasciato traccia nella poetessa o nelle vite di tutti noi: “ Perdonerai se vado. / Nella nullità di un ricordo / o nel miracolo di luce / che avvolge il Duomo a mezzogiorno / lo sapremo poi. / Qualcosa resterà anche nella città / girata sottobraccio, negli occhi / fissi sulla teca del museo, è ovvio. / E se di gioia non si può parlare, / oltre a questo non c’è altro.” Si è deciso di riportare integralmente questa poesia perché è uno spaccato della poetica di Alessandra Corbetta che, come detto, alterna vari momenti, vari stati e diversi toni citando spesso luoghi ben precisi che da geografia pura diventano geografia del cuore, il bisogno di aggrapparsi a siti reali per ritrovare sentimenti. Con L’età verde Alessandra Corbetta aggiunge un altro tassello al proprio percorso poetico lirico ed esistenziale sempre fedele alla propria poetica, ma mutando nello stile e nel verso che si è fatto meno dispersivo e più raccolto con metafore fulminanti.
Luca Ariano
Venute al mondo, le bambine vivono tre volte
recuperano la morte e il tempo perso,
per questo guardano spesso l’orologio
evitano con cura lentezza e dispersione.
Ogni bambina ha la sua storia e un segno
distintivo in qualche angolo del corpo.
C., per esempio, lotta con sé stessa,
una macchia scura sul fondo della schiena.
Alessandra Corbetta (Erba, 1988) è dottore di ricerca in sociologia della comunicazione e dei media, ha conseguito due master, insegna presso l’università LIUC-Carlo Cattaneo e collabora con l’azienda informatica TTY CREO. Ha fondato e dirige il blog Alma Poesia. Collabora con il blog di letteratura e poesia Vuela Palabra, scrive per «Gli Stati Generali» e per «Universo Poesia – Strisciarossa»; per Rete55 cura e conduce la rubrica Poetando sul sofà. Per Puntoacapo Editrice dirige la collana di poesia per opere prime Controcorrente; per Industria & Letteratura la collana saggistica La memoria di Adriano. La sua ultima pubblicazione in versi è Sempreverde, poemetto contenuto nel XIV Quaderno italiano di Poesia Contemporanea (Marcos y Marcos, 2023), mentre quella saggistica è Corpi in rete. Rappresentazioni del sé tra visualità e racconto (Libreria Universitaria, 2021).
26/12/2024 alle 08:42
La lettura di questi versi e` senz’altro piacevole, ma non se ne coglie (o almeno io non riesco a coglierne) un chiaro significato: si tratta di uno stile ermetico o dell’affermazione di una modalita` poetica che evocando immagini e altre sensazioni mira direttamente alla sfera emotiva senza passare per l’intelletto? Penso che solo un’intervista all’Autrice potrebbe chiarire questo dubbio.
26/12/2024 alle 15:04
Buongiorno Pietro,
grazie intanto del tempo che ha dedicato alla lettura di questa recensione.
Non reputo e ermetico il mio stile né tantomeno costruito per ottenere un impatto emotivo che trascenda l’intelletto.
Quello a cui miro è una scrittura priva di arzigogoli, chiara ma evocativa.
Magari, se avrà modo e voglia di leggere il libro per intero, ne potremo riparlare.
Un cordiale saluto e auguri per queste festività.
Alessandra Corbetta
26/12/2024 alle 15:05
Piero, non Pietro!
26/12/2024 alle 16:06
Si`, mi chiamo Piero – che bello, allora puo` arrivare la risposta che scioglie il mio dubbio!