Mandami un piccolo fuoco (gli autori ci scrivono): intervista e poesie di Sergio Racanati
In che direzione viaggia la tua poesia?
Lei viaggia con me. Mettiamola cosi…E’ una poesia situata la mia, una poesia site specific. Scrivo immergendomi in territori marginali, liminali.
Quali strette o larghe connessioni tra la vita quotidiana e i versi che buttiamo giù?
Vivo e cerco di vivere con quel che resta della natura. Per me la poesia è veramente un atto performativo scevro da orpelli. Non amo lo spettacolo della poesia. Non mi interessa, cosi come non mi interessa la spettacolarizzazione dell’Arte. La poesia, per me è una sintesi dell’esperienza dell’esistere, del mondo e della sua dimensione ordinaria e extra-ordinaria.
Quale pensi che sia la funzione sociale della poesia?
Non amo lo spettacolo della poesia. L’unica possibile funzione, se proprio volessi intercettarla, è poterla accostare pratiche di cura della collettività. Riti. E’ una funzione, anche se questa parola mi rimanda al mondo delle prestazioni del capitalismo, che va oltre l’espressività di chi scrive: ha a che fare con la natura intrinseca dell’atto terapeutico. Non in senso moderno, ma quasi a voler recuperare tutta quella tradizione che con l’avvento della stessa modernità abbiamo dimenticato, asfaltato, rimosso, perduto. Atto terapeutico per arrivare alla catarsi. Appunto rito di passaggio. Da uno stato a un altro. Un viaggio, una vera e propria trance.
Leggi e / o acquisti libri di poeti contemporanei?
Leggo e acquisto poeti e poetesse contemporanee.

Foto di Paolo Zanardi, Portogallo 2024
iper discount
piombo
la grande città
quella eterna
così battezzata per noi fottuti occidentali
affogata nei residuali di grandi pasti
fasti
orazioni
dissolte negli scarichi di file
chilometriche marmitte borbottanti
alimentazione di prima qualità per questo ultimo banchetto del secolo
caldo di ottobre
un tempo amico dei primi maglioni
e degli ombrelli aperti
guardo la mappa delle tue lacrime
un nero cammino su strade argentate
Isola di Levita
terra gravida
cieli a picco verso gole spalancate
nel nostro fiume
letto di archivi delle carezze
delle ninne nanne non cantate
dei sogni mai appuntati
abbracciati -per non perderci nelle costellazioni miserabili della storia-
sospirando
ci dirigiamo
nell’inverare margini per atavici privilegi
di sopravvivenza
23102024
*
ora è un tempo che non si abita
la tua fronte è il cielo più disteso di questa notte
senza le stelle
non cade
non cede
nessuno scricchiolio da quel Sole
luce
sintesi
e piano piano sale il mio giorno
queste mani
rametti di tenera erba
freschi capelli nella siepe
reliquario di orgasmi in fondo al bosco degli occhi.
ora è un tempo che non dà pace
28012025
*
la sopravvivenza delle civiltà
una specie di libro sepolto
Terramara
siamo erbacce addomesticate
nel silenzio della camera oscura
ci salutiamo
scambio di lacrime ghiacciate
difronte al fratino estinto sul ciglio dell’ultima area protetta
06022025
*

Sergio Racanati:
Nel 2025 è stato invitato alla NOMADE BIENNALE curata da Víctor Hugo Bravo.
Nel 2022 ha ricevuto il grant per l’Ambito 3 – Sviluppo dei Talen9 XI edizione di Italian Council.
Nello stesso anno ha partecipato al public program della ruruHaus progetto principale DOCUMENTAXV/Kassel con il progetto filmico WOK/WAJAN sul processo Curatoriale del collettivo ruangrupa.
A settembre 2021 il suo componimento poetico CODICE è stato pubblicato all’intero dell’antologia curata da Vincenzo Guarraccino edita da Fermenti Editrice.
Molti suoi testi sono stati pubblicati in diviste riviste tra cui AlfaBeta, Machina (edita da DeriveApprodi) e quotidiani come IL Manifesto e la Repubblica.
Molte sue poesie sono pubblicate su riviste quali Versante Ripido, Atelier, Carte sensibili.
Lascia un commento