Spazio di Claudia Zironi | Alba Toni

 

Alba Toni nasce a Roma città dove attualmente vive e lavora. Dai primi anni novanta insegna presso la Scuola dell’infanzia del Comune di Roma. Sin da ragazza in famiglia respira un’aria fortemente culturale e intellettuale nella quotidianità con suo fratello il poeta Alberto Toni, scomparso nel 2019. Con lui vive da sorella minore un profondo legame fraterno.
Negli anni della giovinezza si trova a frequentare salotti letterari e grandi poeti, conosce e stringe rapporti con Amelia Rosselli, Beppe Salvia, Giovanna Sicari, soltanto per citare nomi di chi tra loro è scomparso da tempo. Questo clima influenza le sue scelte di vita, si diploma in orientamento magistrale ma la sua formazione mantiene una componente fortemente autodidatta soprattutto rivolta all’approfondimento della letteratura italiana.
Negli anni ottanta, dopo il diploma, soggiorna alcuni mesi nei pressi di Londra, città dalla quale rimane profondamente affascinata e che in qualche modo condizionerà intellettualmente gli anni seguenti.
Attratta dalla letteratura contemporanea ma soprattutto dai classici si esercita in una lettura assidua per moltissimi anni privilegiando la scuola russa della quale approfondisce anche la poesia del Novecento. Lo stesso fa con la letteratura inglese, francese, americana e tedesca.
Approda alla poesia in modo continuativo dopo la scomparsa del fratello, il dolore la segna profondamente e sceglie di sperimentare questo linguaggio che nella sua storia familiare è stato così consueto, soprattutto per celebrare Alberto e tenere il più possibile viva la sua memoria.

   

Qui vi proponiamo otto testi inediti di Alba, scritti quest’anno tra Gennaio e Giugno:

   

Parlerò di te

Nel silenzio delle sere di gennaio o delle notti.

Nella ricerca utile e composta parlerò ma avrò gli occhi chiusi.

Mi ricorderò ma non mi concederò di dire molto

Sul tratto di strada illuminato è sceso il buio.

Avrei un giardino alle spalle ma non vorrò essere banale

Avrei rose da ammirare ma non potrò avvolgerti di pianto.

Parlerò di te nel mio sorriso a novembre

Il mese indipendente quello delle querce sempreverdi

E delle foglie cadute senza colpa per errore.

Tornerà dicevo il cuore profumato sotto il fango.

Ma da oggi inizia un’altra era. La materia è scomparsa.

Appena il giglio è sbocciato al suo respiro

Appena dopo.

*

   

Oggi non voglio ricordarmi di noi

Malgrado tutto malgrado questo

Il mio cuore è sempre presente dove occorre

Ogni giorno ogni anno

E più vicino a te ogni ora ogni minuto ogni attimo.

Sento tante voci alzarsi in piedi

E sento battere le mani negli stadi

Il giorno nuovo come un tamburo a reclamare

Dopo la morte

Dopo il silenzio

Dopo il sole

Dopo la neve

Dopo il pianto

E il sorriso.

Sono immagini universali ma io

Ho il desiderio di appartarmi

E riguardare la vita nel suo insieme.

Solo così tutto si spiega.

Posso capovolgere la prospettiva.

Un diamante che splende ha luce fissa

Viaggia nei secoli oltre i secoli del carbonio

Scavalca i cieli cristallini i millenni e qui ritorna.

   

Lo vedo mentre naviga dolcemente verso casa

Poco prima che le correnti lo consegnino alla rifrazione del sogno.

Lui non sa di ritornare a vivere. Non sa di esistere.

Intorno solo il mare aperto  (i canti misteriosi i richiami)

I suoi riflessi.

*

   

E prima di andare a dormire chiudi gli occhi sul sogno.

Che non ti spezzi le ossa fragili

Di notte in primavera

(quando fiorivano i feroci tulipani).

E nella paura di non sopravviverle

Ecco un’ immagine puramente casuale

Estranea

Potrebbe avvinghiarsi

Al petto al respiro al fuoco alla tormenta.

Al bulbo crederesti alla terra

Non diresti no. Ma è una puntura di spillo.

Appena un cenno di imperfezione.

Un tratto forte disegnato

Sulla sedia che trema sul muro che trema

Sull’insolita tenerezza di un cuore che resiste.

*

    

C’era la guerra. Sanguinante come tutte le guerre.

Atroce silenziosa incoerente. Si è pensato fosse una

Differenza superabile ma era un conflitto tra mondi.

Tu mi hai raccontato a lungo del cortile e tanto altro.

Correvi in via Frattina perché non ti fucilassero

Andavi contro la morte

A falcate verso il cuore.

Avevi un fucile e una borsa quattro stracci una medaglia.

Ancora non conoscevi l’amore vero.

Oggi ero lì solo per fare acquisti le mani piene di buste.

Ti ho visto guardarmi da lontano giovane fiero.

Negli occhi la guerra mondiale e me

Nelle mani di ragazzo

Stretta in quel giorno

Che il cielo mi ha voluto viva.

*

    

Oggi mi chiarisco cosa può avere significato

Per te il nostro tempo unito

Che è apparso immediatamente tagliato reciso

In quel profondo solco venoso.

È stato un guasto

Una voragine imprevista

E la pioggia di polvere ti ha colto impreparato.

Nelle sere di more nere di bacche e di lamponi

Che strano ritrovarti vivo sul viottolo sterrato

Il tuo sguardo verso il cielo

E le parole dure

Tradiscono lo strappo delle viscere sepolte

Non ce la faccio non respiro vicino a te

Guardarti piccola minuta e bianca col tuo sorriso

Angelico in amore.

Soltanto io ho considerato le rose e l’acqua

Benedetta

Se posso dirlo quell’albero e le cicche

Sono state le tue stesse ultime visioni.

Mistica con il fiato sospeso nel tuo paradiso

Sul letto maceravano

I disordini

Le ore interminabili.

Oggi mi chiarisco e leggo e comprendo le parole.

Sono paziente e porto i segni

Ti cerco nelle avversità e nelle avversioni lego

I lacci consumati

Alla carne al sangue.

*

Alba e Alberto Toni

 

Tu che hai deciso di esserci ancora

E che hai nascosto il tuo peso la tua misura

Il tuo sonno la tua morte sotto il glicine.

Tu di lilla e rosa hai una bandiera che ti fascia

Proteggi la nascita e proteggi il giorno in cui è caduta la stella.

Chi sei dietro la porta sulle scale ho visto le mani alzate sui sepolcri

Le lacrime in un giorno e l’ombra nella notte

Ho ben compreso il tuo dolore.

Tu che viaggi da pioniere e io nomade consumata nell’anima

Hai un ultimo desiderio da confondere con me

Con il mio volo d’aquila la sua bellezza immateriale.

*

   

Le dobbiamo travolgere le cose

Quando partiamo e andiamo al filo di ferro

Siamo lupi ai bordi delle strade

Brandelli di stoffa bambole

Perdiamo sangue

A macchie lo lasciamo

Sulle lastre di vetro e sulle grate.

Oggi è la fine del mondo

La donna silenziosa in bicicletta

Sui fianchi ancora ha il senso delle mani

Mentre sfugge ai ricordi

Alle decorazioni di seta

All’ago che la fora e la deforma.

È sua è tua la bocca carnivora e feroce

La lingua d’oro che hai venduto per sopravvivenza

La mano che tiene il tempo sul legno e che lo batte

Il rientro della vergogna contro ogni sentimento.

Trema una voce ringhia un tuono all’alba

Ogni giorno ogni giorno colleziono un sasso.

Ma solo per te per fartene dono

(quando di notte non vedi più il futuro).

*

   

Se sulla strada fossi in affanno

E non trovassi la maniglia dove poggiare le stanchezze

Le ossa piegate dal tempo.

Se priva di luce in quel luogo non riuscissi

A mettere correttamente il piede nel punto giusto

Non conterebbe oggi quanto ieri.

Aspetterei dall’altra parte l’ombra che hai lasciato

Infatuata del silenzio

Affascinata dal vulcano inattivo

In attesa di una nuova estate.

Senza maniche possiamo uscire

Ho nuovi occhi accesi poco prima

Poco prima di incontrarci e riprendere il filo

Là dove si è interrotto.

Tutto trattenuto – fatto

Tratteggio con matita disegno il sole spento

Sul tavolo da lavoro.

E nel prato ora saltella un merlo

L’usignolo canta

Sotto il pergolato cammina

Siede sulla pietra millenaria

Il fantasma riservato.

*

   


Alba Toni nasce a Roma città dove attualmente vive e lavora. Dai primi anni novanta insegna presso la Scuola dell’infanzia del Comune di Roma. Sin da ragazza in famiglia respira un’aria fortemente culturale e intellettuale nella quotidianità con suo fratello il poeta Alberto Toni, scomparso nel 2019. Negli anni della giovinezza si trova a frequentare salotti letterari e grandi poeti, conosce e stringe rapporti con Amelia Rosselli, Beppe Salvia, Giovanna Sicari, soltanto per citare nomi di chi tra loro è scomparso da tempo. Approda alla poesia in modo continuativo dopo la scomparsa del fratello. Attualmente pubblica le sue poesie regolarmente sul suo profilo e sulla sua Pagina culturale Poetry At, di cui è amministratrice unica, inaugurata nel luglio 2019 presso la piattaforma del social Facebook. Nell’aprile 2020 un suo testo viene pubblicato in occasione della Festa e dei fumetti di Avella a cura di Alessia Bellofatto (in suo ricordo), e Antonietta Gnerre. Nel luglio 2020 due sue poesie vengono pubblicate nella sezione Poesia al femminile della Rivista Frascati Poesia, a cura di Rita Seccareccia.