SEGNALAZIONI EDITORIALI… RINGRAZIANDO GLI AUTORI E GLI EDITORI CHE MI OMAGGIANO COI LORO LIBRI E LE LORO RIVISTE. Di Gian Ruggero Manzoni.
– LUNARIO DI DESIDERI, a cura di Vincenzo Guarracino, Di Felice Edizioni.
Dalla prefazione del curatore: «Nelle pagine del “libro infinito” della vita, la parola “amore” si declina in infiniti modi: abbracci, baci, assedio, assalti, desideri, fedeltà, tutto troppo spesso al passato, se non con al presente la minaccia del disamore, quando non drammaticamente addirittura dell’odio. Ma cosa vuol dire esattamente la parola “amore”? È all’interno di questo quadro che si collocano le risposte dei poeti interrogati in questa antologia (troppo vasta, troppo ristretta?): risposte che compongono un romanzo e un’avventura proteiforme e interminabile (in senso freudiano), dal cui attraversamento, come da un mosaico, si può tentare di ricavare una teoria, una sacra processione di immagini». Sono stati oltre 200 i poeti selezionati (fra i quali il sottoscritto) per dare vita a questo volume, tutti introdotti da una nota critica del sempre bravo Guarracino.
– D’ORA IN POI di Adalgisa Zanotto, Fara Editore, dell’amico Alessandro Ramberti.
Adalgisa Zanotto vive a Marostica (VI). Moglie e madre di tre figli, lavora presso un Ente Pubblico. Nel 2016 ha dato alle stampe la raccolta di racconti “Celestina”, quindi, nel 2017, la raccolta di poesie “Sussurri e respiri”. Nel 2018 l’allora inedito “D’ora in poi” ha ottenuto la menzione d’onore al Premio Lorenzo Montano. Scrive giustamente Gianni Criveller: “La poesia migliore è antiretorica, la poesia di Adalgisa è segnata profondamente dalla semplicità e dall’immediatezza, dall’aderenza alla vita”; a seguire di lei dice, con grande pertinenza, la cara amica Silvia Castellani: “Coraggio è indubbiamente la prima parola che la più recente opera di Adalgisa Zanotto, poeta e scrittrice, richiama. Questo libro, infatti, si apre con una dedica forte, seppur delicata allo stesso tempo, la quale anticipa il difficile tema affrontato nei versi che la seguono. La dedica è a Maria Cristina Cella Mocellin morta di tumore a soli ventisei anni mentre era in attesa del suo terzo figlio, scegliendo di non accettare cure che mettessero in pericolo il bambino che aveva in grembo. Una scelta che va a smuovere sensazioni intime su cui si fa fatica ad esprimersi, non foss’altro per quel senso di discrezione che accompagna situazioni di straordinaria portata emotiva come questa. Arduo è difatti affrontare tematiche così dense di implicazioni emozionali, a meno che non si sia capaci – e in questo la Zanotto si è dimostrata straordinaria – di approcciarsi in punta di piedi e con un profondo rispetto a tale vicenda umana, da donna a donna, facendo attenzione a non scendere mai in sensazionalismi né in considerazioni morali”. Libro molto intenso in cui il tema del corpo e quello dell’amore sostengono l’insieme, donandoci una raccolta che presenta, nel vero, versi di struggente bellezza.
– DI TANTO VIVERE di Anna Maria Bonfiglio, nella collana Alabaster, diretta da Adriana Gloria Marigo, Caosfera Edizioni.
Anna Maria Bonfiglio risiede a Palermo dove svolge attività culturale nell’ambito letterario e giornalistico. Ha collaborato con il settimanale “Bella” del gruppo Rizzoli, con i mensili “SiciliaTempo” e “Insicilia”, con la rivista “Silarus” e con molti altri periodici di carattere letterario. Ha al suo attivo numerose raccolte poetiche, una raccolta di racconti, due romanzi e un’infinità di saggi. Molti i premi che ha vinto nei vari ambiti delle discipline letterarie. Questo suo ultimo libro è un poema in quattro parti da leggere con trasporto, seppure la durezza con cui è stato formulato. La poesia della Bonfiglio è uno scorrere che non smette di coinvolgere, che fa stringere i denti e ci trasporta, sempre più forti nei confronti del dolore, verso l’abbraccio della speranza e dell’amore. Niente è superfluo nella sua scrittura in versi il cui procedere è intimistico, nostalgico, crudo, penetrante, e in esso il sangue diviene il primo timbro musicale, nel suo scorrere, nel suo portare vita, ma, anche, nel suo riportarci struggenti visioni e anime perdute. Negli oceani, ai quali danno vita i versi, il giurare eterna fedeltà all’Opera si manifesta con impeccabile chiarezza. È una ferrea promessa che non teme le sofferenze del vivere, perché sa resistere, guardando in faccia, di volta in volta, ciò che risulta ostile, aggressivo, disgregante. A chi legge, la scelta, di testo in testo, dello stupore, della scoperta, della contemplazione attiva, del congiungersi solidale con la poeta, così che la pluralità di spiriti e di voci infine risulti la massima cifra dell’insieme.
– ETICA E POLITICA. PROVE DI DIALOGO SULLA DEMOCRAZIA di Giuseppe Moscati e Paolo Protopapa, Fara Editore.
Giuseppe Moscati, dottore di ricerca in Filosofia e Scienze umane, collabora con il Dipartimento di Scienze Filosofiche dell’Università di Perugia. Redattore del quindicinale culturale “Rocca”, scrive per varie testate giornalistiche e riviste, ed è autore di numerosi saggi e volumi, dedicati prevalentemente a questioni di etica. Invece Paolo Protopapa, già insegnante di Filosofia e Storia nei licei, è stato anche amministratore e dirigente politico. Il suo pensiero coniuga la valorizzazione del patrimonio storico-identitario e popolare con il potenziamento e l’espansione della democrazia. Tra le sue ultime pubblicazioni: “L’Umanesimo di un Orientalista”, “Per palazzi e antiche strade. Divagazioni estemporanee ironiche e quasi poetiche” e “In nome del popolo sovrano. Sudditi in democrazia?” A presentazione del libro scrivono i due autori: «Con le riflessioni svolte in queste pagine abbiamo tentato, tra il serio e il faceto, e però con una consapevole sensibilità civica, di intessere un dialogo tra Etica e Politica. […] La nostra è in fondo una conversazione che, pur non esente da una modesta condizione professionale di ‘addetti ai lavori’, rimane pur sempre un divertissement intellettuale che, con una qualche leggerezza di eloquio, non disdegna l’ambizione (acutamente percepita) di allargare l’orizzonte dell’inclusione, la fecondità dei contributi, delle critiche e delle osservazioni che auspicabilmente ci potrebbero pervenire e che saremmo ben contenti di accogliere». Due nobili signore, entrambe laiche, benché non insensibili al discorso dello spirito e della trascendenza, quel tanto arrugginite e disorientate, ma volutamente ancora piene di ideali e di speranze, si interrogano su quale debba essere il loro ruolo in un mondo che forse non le capisce più, e che magari pensa di poterne fare a meno, sostituendole con la demagogia. Le signore in questione sono l’Etica e la Politica, doverosamente scritte con la maiuscola non solo per il passato prestigioso, basti pensare ai loro natali nella Grecia classica, ma, soprattutto, per non confonderle con i loro simulacri spesso sbiaditi e volgari. Un libro da leggere per meditare e un libro da leggere soprattutto per una possibile traslazione (per chi lo volesse) nel proprio esistenziale.
– DENTRO LA VITA di Paula Modersohn-Becker, Edizioni Via del Vento, del sempre bravo Fabrizio Zollo.
Pagine, queste, dense di emozioni, capaci di coinvolgere il lettore. L’autrice, da un punto di vista artistico, si concentra in particolar modo sull’arte primitiva, cogliendone la forza e la possibile integrazione entro valenze avanguardistiche targate XX secolo. Quando la vera arte e la vera letteratura s’incontrano, quel che ne risulta è sempre un qualcosa di prodigioso destinato a durare nel tempo. Paula Modersohn-Becker, seppure scomparsa da oltre un secolo, risulta ancora un’icona per la gioventù tedesca dedita alle Belle Arti. Nata Paula Becker, nel febbraio del 1876, a Friedrichstadt, Dresda, è stata una pittrice tra i principali esponenti del primo Espressionismo. Fu attiva a Worpswede e a Parigi. Sposò Otto Modersohn dal quale ebbe una figlia, Mathilde Modersohn. La sua fu una gravidanza tanto desiderata quanto difficile, infatti morì poco dopo il parto, nel novembre del 1907, a soli 31 anni, per complicazioni polmonari. Paula intraprese la via dell’arte per conquistare la propria identità, in particolare come donna, quindi rifiutando, ribellisticamente, le regole imposte dalla società del suo tempo. Un volta lasciata la Germania per Parigi, nell’arco di appena 14 anni di attività, realizzò 750 dipinti, 1.000 disegni e 13 incisioni all’acquaforte. La sua scrittura, come noterete, è piena di umana sensibilità e di rimandi letterari e culturali, che la rendono oltremodo preziosa. Paula Modersohn-Becker divenne famosa solo dopo la morte, inizialmente, però, non tanto per i suoi dipinti, quanto piuttosto per le sue opere epistolari, pubblicate a partire dal 1917 e più volte ristampate. Durante il Nazismo la sua pittura fu considerata “arte degenere” e, nel 1937, una settantina di quadri dell’artista furono tolti dai musei tedeschi. Negli Stati Uniti fu fatta conoscere al grande pubblico a partire dal 1958. Alla pittrice è dedicato un museo, il Paula Modersohn-Becker Museum, allestito nella Böttcherstraße di Brema, fondato, nel 1978, dalla figlia.
ANCORA GRAZIE A COLORO CHE MI SPEDISCONO I LORO LIBRI E LE LORO RIVISTE …
Gian Ruggero Manzoni
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