Osservatorio Poetico di Sonia Caporossi | Mariano Ciarletta
Incuria
Sono gravidi di errori i ritorni
Il dito che incalza nella piaga
pretende una comprensione senza sforzo
lo spingersi al margine consentito – l’abisso
si va oltre il recinto sapendo già cosa si trova
come chi ha fatto della propria ferita un cimelio
un altare consacrato all’incuria di sé.
*
Nero fiume
Se la poesia è morta come ho sentito
perché c’è bile delle mani tremanti
quando l’esigenza riporta al bianco,
al nero fiume che travalica la ragione.
*
Verso il mare
Gli invisibili pedalano nella canicola
Tra il gas e il granturco verde
Mani troppo sozze e grandi.
Pochi vedono le spezzate,
la cicatrice al di là del mare,
la pelle – pellagrosa – carbone.
Gli invisibili «non sono».
La spiaggia li accoglierà,
dove un’altra li rilascia senza nome.
Mariano Ciarletta nel 2017 ha conseguito la laurea magistrale in Gestione e Conservazione del patrimonio archivistico e librario, mentre nel 2023 ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in studi letterari, linguisti e storici presso l’Università degli studi di Salerno con una ricerca sulla storiografia dell’Italia meridionale sui movimenti ereticali medievali e moderni. Oltre il percorso in ambito storico, orientato allo studio della storia sociale e religiosa in età moderna, fin dall’età di quattordici anni coltiva la passione per la letteratura e per la poesia. Diversi suoi inediti sono stati pubblicati su blog dedicati alla poesia e su riviste nazionali ed internazionali: Inverso – giornale di poesia, L’altrove – appunti di poesia, Poetarum Silva, Margutte non rivista online, Fiorisce un cenacolo, Frequenze poetiche, Poesia del nostro tempo, Poesia Ultracontemporanea. Tra le raccolte recenti ricordiamo: Il Vento Torna Sempre, La Vita Felice (2018) e Trovare la parola, Terra d’Ulivi Edizioni (2023). La poesia Invisibili (Verso il mare), inclusa proprio nella seconda silloge, ha ricevuto la medaglia d’Onore al premio letterario Internazionale Luigi Vanvitelli. Contestualmente, Mariano Ciarletta dirige due magazines online: Calamus e PuntoPoesia. Il primo è attento alla produzione storica e letteraria coeva, mentre il secondo si concentra principalmente sulla poesia dei nostri giorni.
Nella poesia di Mariano Ciarletta vive la lezione poetica di una brevitas ricercata e fortemente voluta in direzione di un’assolutizzazione della parola di respiro decisamente postermetico. Ogni termine, ogni lemma permane come sospeso nella propria inesauribile pregnanza, aggiungendo significati al senso primario, in una superfetazione immaginifica di forme che è lo cifra fondante dell’autore. Ecco che, nelle tre poesie qui scelte dall’ultima silloge dell’autore Trovare la parola, pubblicata per Terra d’Ulivi, Ciarletta attua una sorta di metariflessione sul dire poetico in sé. Nel primo testo, egli ausculta il pulsare dolente della scarnificazione che affligge la sensibilità di chi si autoriflette nel proprio dolore; nel secondo testo, scopriamo che, probabilmente, quel dolore è proprio del poeta mentre scrive, colui che rimane travolto dal “fiume nero che travalica la ragione”, dalla piena del senso e del non-senso delle cose; mentre, nel terzo componimento, il dire si fa più impegnato in senso civile, anche permanendo nel lirismo pieno di una compartecipazione umana al dolore di un terzo: si parla evidentemente, qui, del dramma dei migranti, “gli invisibili” costretti a lasciare la propria terra per avventurarsi verso l’ignoto riservato dall’altra sponda del mare. La maturità pulita e densa raggiunta da Mariano Ciarletta nel corso del tempo sottintende un lavoro sul verso inesaurito, ponendolo come un degno e valevole rappresentante della migliore poesia che ancora si fregia di dirsi tale, ovvero quella che, non banalmente, va ancora a capo.
17/05/2024 alle 08:46
Mi sembra che lo stile di Mariano Ciarletta abbia la caratteristica di rendere la sua poesia aperta alle piu` svariate interpretazioni emotive e razionali individuali. A titolo di esempio, il pensiero prevalente evocatomi da questa lettura e` che la piu` importante attivita` umana, negli spazi lasciati liberi dallo stretto impegno a sopravvivere, e` quella di decifrare i meandri della nostra psiche , come mostratoci gia` dalla mitologia degli antichi greci e di tanti altri popoli.
17/05/2024 alle 19:21
Grato quando l’indicazione si fa’ segno senza esigerlo, grato quando viene accompagnato senza prenderlo