Note Psicopoetiche di Valeria Bianchi Mian | Luca Buonaguidi

 

Poesia e Psiche 

dall’ispirazione poetica alla terapia della poesia

Edizioni Mille Gru, 2023

 

 «Se questo libro fosse un essere vivente (…) quale scopo vorrebbe raggiungere?» – domanda Dome Bulfaro a noi lettori e lettrici desiderosi di conoscere l’universo della terapia poetica.

«Verrà un giorno», scrive Claude Bernard (1997), nel quale «fisiologi, poeti e filosofi parleranno lo stesso linguaggio». 

Il giorno del dialogo è il fine, dunque, l’idea – operativa più che ideale – dell’incontro che troverà «fisiologi, poeti, filosofi, psicologi, scienziati, medici, artisti» impegnati a comunicare con «una lingua comune». 

(Prendendo spunto dalla prefazione di Dome Bulfaro al libro di Luca BuonaguidiPoesia e Psiche. Dall’ispirazione poetica alla terapia della poesia, intitolata Lasciati ispirare, pag. 13)

Luca Buonaguidi, psicologo e scrittore, specializzando in Psicoterapia Umanistica-Bioenergetica, uomo curioso ed esploratore di mondi interni e paesaggi dell’Anima Mundi, “con una lunga frequentazione con l’Asia”, dall’Appennino Tosco-Emiliano ci regala un viaggio di cura delle e con le parole e intreccia storie che raccontano la storia della Poetry Therapy. Si occupa di musica e collabora come co-autore a testi e progetti multimediali con musicisti e fotografi – Girolamo De Simone, Stefano Guidani e altri. Utilizza quotidianamente la Poetry Therapy nella clinica e in attività formative. È membro del comitato scientifico della redazione di Poetry Therapy Italia

Un drago alato leggero come un aquilone conduce ed è a sua volta condotto da quello che mi appare come “poeta in poesia”, personaggio danzante sulla coda di un pesce dallo sguardo malizioso. Poiché la metafora è parola, immagine, oggetto che vela e al contempo rivela – all’occhio attento! – una similitudine, personalmente colgo un nucleo simbolico importante, il focus della terapia poetica, e mi sento spinta a esplorare ognuno dei ruoli disegnati da Dome Bulfaro sulla copertina del volume di Buonaguidi. Mi lascio guidare dal processo trasformativo che ogni opera coinvolgente va ad accendere nella mente dei lettori, tra Eros e Logos. Si può fare coscienza con un libro?

«Assolutamente sì» risponde il drago, a patto di lasciarsi andare all’immaginazione vitalizzante.

«Fammi conoscere la poetica che cura» dice il poeta in poesia.

Dal fondo del mare, un guizzo di scaglie. È l’incontro tra inconscio e “Io narrante”.

«Per volare al meglio devi imparare a nuotare. Ne nascerà un’imbarcazione a vela, la tua “ispirazione” profonda e il filo che connette la poesia alla terapia» suggerisce l’abitante delle acque al mio spirito di lettrice.

È la relazione tra le parti, il dialogo creativo della Psiche che non può essere senza interazione tra i piani.

Lasciati ispirare

scrive Dome Bulfaro nella prefazione al saggio.

Lasciamoci ispirare, dunque.

*

“Per attivare e attuare le proprietà guaritrici di qualunque poesia e fare poetico, occorrono tanta formazione, tanta pratica, tante fonti da cui attingere, una preparazione deontologica adeguata, continuo aggiornamento… e il libro di Buonaguidi in questo senso, ad ogni passo, offre continui abbeveratoi, pietre preziose in termini di riflessioni e versi che illuminano l’esplorazione dei vari anfratti tematici propri del rapporto tra poesia, psiche e terapia. Poesia e psicologia, ci dice in particolare Buonaguidi, possono offrirci, insieme, un grande aiuto. L’autore indica a chi dobbiamo rivolgerci, spiega come ognuna di queste due discipline possa aiutarci, come assieme siano risultate d’aiuto e come potranno ancora aiutare in modo sempre più consapevole ed efficace.” 

(Dome Bulfaro dalla prefazione al libro, pag. 15)

Nelle conclusioni al libro l’autore Luca Buonaguidi riflettendo sulla “poesia come altra scienza del sé e cura dell’altro” scrive: 

«Quando comparvero esemplari della nascente popolazione umana, sulla terra l’unica legge era l’essere e non c’era separazione tra uomo e natura. Questi uomini prototipici parlavano poesia e gli alberi, le ombre e gli astri rispondevano. Spesso attraverso essi si manifestavano gli dei, visibili e partecipi anch’essi alle vicende della Terra. Le “strane idee” di questi uomini-poeti, “incomprensibili alle età più tarde, furono i primordi dell’intelletto e crebbero nel corso del tempo fino a diventare una lingua franca che si estese a tutto il mondo” (Santillana & von Dechend, 1998, p. 405). Una simile “lingua madre del mondo intero” (Yang Lian, in Cavalli, 2014, p. 93) fu questa “sapienza poetica senza contrasto”, secondo Giambattista Vico “la prima sapienza del mondo” (in Manacorda, 2016, p. 5).

Questo sé diffuso rimase intero per migliaia di anni finché una coscienza astratta rispetto al mondo naturale non iniziò ad emergere. Dall’incontro dell’essere con la necessità si originò il divenire e la scrittura, inibendo la pratica verbo-motoria integrale al poetare, sciolse progressivamente l’unione primigenia della poesia con l’azione. L’ascesa di questa nuova facoltà fu vertiginosa: il poeta classico è “già lontano dalle sorgenti del linguaggio” (Dufrenne, 1981, p. 157). La parola del poeta da questo momento si fa “la parola in stato di crisi” (Ungaretti, 2007, p.544), la parola per dire l’uomo in crisi davanti alla possibilità di essere l’essere o non esserlo più. Di essere la sua coscienza, ormai adulta. (…) 

Per Jean Starobinski (2011) i poeti sono i nostalgici di quella lingua primitiva perduta, nostalgia agita col ritiro nel regno dell’interiorità e del corpo, nei sensi come espressione della natura nel corpo del poeta. In loro regna “la convinzione che, in una precedente condizione presocratica, il linguaggio fosse più vicino alle sorgenti dell’immediatezza, alla non offuscata luce dell’Essere” (Steiner, 2012, p. 12) ed in tal senso la poesia è questo retaggio persistente di un’unità dissolta.”

(Luca Buonaguidi Poesia e Psiche. Dall’ispirazione poetica alla terapia della poesia, intitolata “Lasciati ispirare”, pagg. 351-352)

Luca Buonaguidi, da quando il 21 marzo 2023 è stato pubblicato il libro per Mille Gru, lo ha presentato in molte città, Torino, Milano, Firenze, Monza, Pistoia, di recente è stato a Bologna, per questo gli ho voluto porre appositamente per questa recensione una domanda: “Dopo tante presentazioni cosa hai compreso in più tu come autore e psicoterapeuta del libro “Poesia e Psiche”?

B.: “Da quando ho iniziato a scrivere ho partecipato a centinaia di incontri intorno ai miei libri e il tratto caratteristico di questo ciclo di incontri,  ancora in corso, è l’emozione nella partecipazione del pubblico. Si è creato un senso di appartenenza, non intorno all’autore ma intorno al tema del libro. La poesia è una comunità che spesso i poeti non sanno aprire, per rivalità, appartenenze e altre questioni che con la poesia non hanno niente a che vedere. Nei nostri incontri non è la poesia di questo o quell’autore o scuderia ad essere al centro, ma la poesia tutta rispetto alla sua peculiarità di dire l’essere. Non ci sono filtri, del resto io non sono un critico poetico ma uno psicologo interessato all’erotica dell’arte, come proponeva Susan Sontag, in questo caso l’amore che gli esseri umani nutrono per la poesia. E questo amore, nei nostri incontri, è palpabile e indelebile, ti riempie di speranza. Nel mio libro scrivo che la poesia può salvare, spiego come, perché, da quanto tempo – fin dalle origini – è stato utilizzata in chiave terapeutica e così via e quando ci si incontra a un certo punto si alza una mano dal pubblico, per raccontare come la poesia lo ha salvato, poi un’altra e l’ascolto reciproco si fa sempre più fitto. Sono momenti che si condividono tra intimi e la poesia ha questa dote innata: se posta al centro, crea questa nudità davanti all’altro in cui si può incontrare davvero al centro del proprio silenzio. Si sono creati scambi profondi, che uniscono, piccole comunità che nascono e restano, crescendo nel tempo come dimostra peraltro la storia dell’associazione di Poetry Therapy italiana di cui faccio parte, che è questo prima di ogni altra cosa: una storia di incontri, tra persone che condividono l’amore per la poesia sopra ogni altra cosa.”

Avrò il piacere di accompagnare la presentazione del saggio di Luca Buonaguidi nel pomeriggio di sabato 14 ottobre alla Libreria Trebisonda di Torino. Per maggiori informazioni: *

Dome Bulfaro e Luca Buonaguidi