La meraviglia delle meraviglie, lettera a Giulia Niccolai, di Sergio Racanati

   

Linee/tratteggi di memoria, tracce/bagliori indelebili di scrittura. Ricordi-quasi sogni- abitati e costellati da nomi, volti, corpi che intrecciano storie, racconti, comunità.
Ciao Giulia, piacere sono Sergio.
Vorrei fare un film con te. Su di te. Per te. Per noi tutt*.

Ti ho espresso questo desiderio nel teatro Out Off di Milano il 5 giugno quando sei venuta per la rassegna curata da Manuela Gandini sui 100 anni di Joseph Beuys.
Manuela ci ha presentati. Io ti conoscevo, per le tue scritture, da quando avevo 16 anni e comprai per un puro errore il tuo GREENWICH.
Ero convinto fosse un libro sulla storia della cittadina inglese perché quell’estate l’avrei visitata.
Un trip inenarrabile: un libro di poesia con versi, completamenti sussunti dall’atlante fisico e politico, con nomi di fiumi, laghi, montagne, paesi e città, uniti da assonanze/dissonanze. Una creazione di  nonsense di grande musicalità e profondità.

Mi hai raccontato queste tue attenzioni, passioni, sensibilità durante gli incontri per il film che ho realizzato insieme a Manuela, nella tua casa di Milano in Via San Michele del Carso 18.

Non voglio ricostruire la tua biografia, né la tua bibliografia, né tanto meno la scansione temporale delle tue meravigliose fotografie.
Voglio tratteggiare la tua meraviglia di donna. Donna con fascinazioni multiple. Donna con la macchina fotografica. Donna con la tastiera della macchina da scrivere, poi con il computer. Donna e monaca tibetana. Donna dal sorriso smagliante, dalla gioia di vivere la meraviglia della vita, degli incontri, delle possibilità.

Sono molto contento di esser giunto nella tua casa, di aver bevuto con te e Manuela litri e litri di the verde  portato nel mio thermos, compagno di viaggio di sempre.
Ho condiviso con te ore strepitose. Ore di sospensione dal tempo/spazio mentre fuori la città di Milano cercava di risvegliarsi dal lockdown del Covid19.
Eccomi citofonare alla tua abitazione. 10 giugno 2021 ore 10.30
Clicco su start della mia telecamera, comprata apposta per iniziare questo nostro film insieme. Sì! Ero stanco di chiedere in prestito una telecamera e per questa nuova e seria immersione volevo averne una mia.

Oggi ascolto la tua voce, le tue voci.
Sono nel mio studio a Bisceglie.
25 giugno. È una torrida giornata. Il cielo è una lastra satinata di titanio, trattiene e riverbera 38 gradi su di noi. Tra poche ore sarai la protagonista del rito che i/le compagn* di fede hanno preparato per te.
Om Mani Padme Hum
Mi associo al mantra La regina [il re] delle preghiere dal capitolo Gaṇḍaviūha del Sūtra AvataṃsakaIn che inizia cosi:

Mi prostro al giovane Arya Manjushri
A voi, leoni tra gli esseri umani,
giunti alla liberazione nel passato, presente e futuro
nei mondi delle dieci direzioni,
a tutti voi, con il corpo, la parola e una mente sincera, mi prostro.

Ti rivolgevi a me dicendomi: Sei un angelo. E lì ti versavo ancora del the caldo e ti offrivo della cioccolata extra fondente. Hai amato follemente quei momenti. Eri completamente Giulia. Una signora di straordinaria eleganza seduta alla tua sedia davanti alla libreria con in cima due tue opere di poesia visiva di straordinaria contemporaneità. Di indiscutibile eternità.

Con Manuela, intorno al tuo tavolo, abbiamo parlato, con l’obbiettivo aperto della mia Canon EOS 5D, dei tuoi viaggi, del tuo vissuto, della tua vita privata e della tua sfera pubblica. Quello che posso oggi dire ho veramente pianto e sorriso. Mi sono commosso e ho goduto. Mi sono lasciato trasportare fuori dal tempo/spazio. Ero simultaneamente nella tua casa, ma anche a Coney Island, poi subito dopo a Mulino di Bazzano.
Continuamente dentro spiazzamenti straordinari. Che meraviglia!

Narrazioni di un mondo che non sarà più replicabile. Con una apparente leggerezza davi voce ai tuoi incontri con Manganelli e con Balestrini. Alla profonda amicizia con Costa e Villa. Poi entravi nella bolla dell’iperuranio, nella non fine, della potenza di Spatola. Tuo compagno di vita per moltissimi anni.
Vedevo nei tuoi occhi l’indissolubile legame artistico con lui. Con loro.
Sei stata straordinariamente una donna forte, di grande coraggio e grande stile.

Abbiamo aperto insieme la cassettiera perché volevo vedere e toccare la tua poesia visiva nella forma di opera d’arte, no di copia presente nelle antologie o nelle pubblicazioni. Volevo entrare dentro quella scrittura, dentro le trame del tuo poetare. Sì! Del tuo fare. O del tuo disfare.
Sembravano realizzate poche ore prima. Ultra moderne, attuali, più forti delle miriadi di  tag che invadono la città o delle grafiche di un disco rap stampato poche ora prima che io giungessi in casa tua. Sono rimasto scioccato per la forza, per il segno minimale, per la visionarietà con cui sei stata nel mondo.

Un grande salto poi nelle fotografie di te da bambina, di te ragazza. Per poi surfare in America e aprire altri capitoli pazzeschi. Il tuo matrimonio senza famiglie a NY annunciato con i comunicati stampa, il tuo fotografare grandi personaggi politici e grandi artisti, poi Coney Island.

Al settimo e ultimo giorno delle riprese, ti ho chiesto di salutarci, recitando un mantra. Hai scelto di recitare il mantra della guarigione. Hai chiuso gli occhi e sei andata nella luce eterna. Luce che hai provato a raccontarmi, a trasmettermi e mostrarmi. Eternità che hai detto di aver conosciuto ed esperito con Manganelli. Con lui hai parlato a lungo di questo.  Mi hai raccontato che solo lui comprendeva l’eternità.

Sono estremamente pieno di gioia nel custodire queste tue parole.

Ho avuto una visione la notte in cui Manuela mi ha comunicato gli/le artist* e gli/le ospiti alla rassegna sui 100 anni di Beuys. Una visione di voler fare un film intimo, un ritratto, con te Giulia.
Sono particolarmente grato a Manuela che ha accolto la mia richiesta di incontrarti e fare un film. Un film in cui Manuela è di straordinaria importanza.

Ciao Giulia, meraviglia delle meraviglie.
Questa parola meraviglia ci unirà per sempre perché anche io la uso spesso. E credo sia importante ripeterla in questo mondo che sta deliberatamente appiattendo tutto e mettendo da parte la vera meraviglia a favore di sovrastrutture, degli effetti speciali, del capitalismo e delle sue forme feroci di spettacolarizzazione insieme alla violenza.

Grande Eternità

con affetto
Sergio

25 giugno 2021

 
foto di Emanuela Gandini

sul set Sergio Racanati per il film con e di Giulia Niccolai, foto di Manuela Gandini, 8 giugno 2021

selfie

selfie in casa di Giulia Niccolai (al centro) alla sua sinistra Manuela Gandini e alla destra Sergio Racanati, 8 giugno 2021


Sergio Racanati, Bisceglie (BT) 23-09-1982.
La ricerca artistica di Sergio Racanati si sviluppa all’interno della moltitudine di relazioni, idee ed esperienze volte a generare connessioni con il materiale fragile dell’umanità, affrontando la questione degli spazi del sensibile, dei processi comuni e comunitari. In questo quadro la sua pratica guarda alla sfera pubblica e agli immaginari collettivi come luoghi di indagine privilegiati.
Alla base di questa ricerca vi è un interesse per le scienze sociali, per gli eventi storici, per la cultura popolare e la cultura di massa, visti attraverso una lente quasi etnografica. L’artista opera nel campo della valorizzazione del patrimonio storico-artistico, nella consapevolezza che tale campo costituisca un insieme organico di opere ed un campionario di esempi volti a rappresentare un modello di archivio.
Il risultato dei suoi progetti è la creazione di spazi multidisciplinari, piattaforme di pensiero, modelli di pratiche antagoniste e spazi per nuove comunità.
L’approccio di Racanati è basato su un’idea/modello sperimentale di creazione di situazioni ibride attraverso una complessa matrice di appropriazione, scoperta di siti e creazione di ambienti/set transitori, flessibili e in continua evoluzione, in cui la ricerca diventa spesso condivisa e l’opera d’arte mette in crisi la stessa autorialità a favore di un processo corale e collettivo.
Attualmente presso la Fondazione SoutHeritage per l’arte contemporanea/Matera è in corso al sua personale con l’installazione To futureless memory – possibilità di un monumento inserita nel programma APERTO?
A settembre 2021 il suo componimento poetico CODICE sarà pubblicato all’intero dell’antologia curata da Vincenzo Guarraccino edita da Fermenti Editrice.
Il suo film DARKNESS è stato selezionato per L’Asolo Film Festival (luglio 2020) diretto da Cosimo Terlizzi. Ha vinto nel giugno 2019 il premio per l’internazionalizzazione curato dal Teatro Pubblico Pugliese e Regione Puglia.
Tra settembre e novembre 2019 ha partecipato alla Biennale di Curitibia (Brasile), ha tenuto due mostre personali rispettivamente una presso la Galleria Crudo a Citta di Rosario (Argentina) e l’altra presso la Galleria F.Ferrer di San Jose (Costa Rica).
Ha ricevuto riconoscimenti internazionali tra cui premio (2018) di Residenza Artistica presso “Officina Italiana” a Buenos Aires a cura di Massimo Scaringella.
Ha recentemente concluso il progetto RESISTANT A STATE OF MIND all’interno del progetto ZIP diretto da Giusy Caroppo, vincitore del Bando MIBAC sulla rigenerazione urbana delle periferie d’Italia. Tra le diverse residenze artistiche a cui l’artista ha partecipato si segnalano quelle presso: Museo Pino Pascali / Polignano a Mare – BA_I (2014); Harvard University a cura di Marcus Owens (2013); Z33 Contemporary Museum; Hasselt_B (2012), Performance Space / Londra_UK; Edge Zones
Foundation / Miami_US a cura di Charo Oquet, promossa da GAI – Associazione Giovani Artisti Italiani e MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA’ CULTURALI E DEL TURISMO – Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (2013).
Vincitore del premio per la sezione Performance Art alla Biennale di New York diretta da Pietro Franesi e co-curata da Vjitaly Patsyukov e Lu Hao (2013), partecipa anche alla Biennale del Mediterraneo (2012), alla 7°Berlin Biennal, all’interno del progetto “Preoccupied” presso il KW Institute for Contemporary Art, Berlino_D (2013) e alla Bienal del Fin del Mundo / Mar del Plata RA.