Incontro. Poesia e Musica di Caterina Trombetti, Giovanni Pecchioli. Recensione di Marisa Cecchetti

     

Perché un clarinettista ed una poetessa si trovano a fianco in un libro di poesie?

Si tratta di Caterina Trombetti, fiorentina, poetessa e scrittrice, insegnante di Lettere e pedagogista, che è stata ospite di varie iniziative letterarie in Italia e all’estero. Impegnata da sempre a diffondere la poesia, anche nelle carceri e nelle scuole, amica e collaboratrice di Mario Luzi dal 1990, ne è stata la collaboratrice al Senato della Repubblica Italiana.

Lui è Giovanni Pecchioli, clarinettista, sassofonista, compositore e arrangiatore, diplomato in Clarinetto al Conservatorio Cherubini di Firenze. A suo agio in mezzo ad ogni genere musicale, ha composto, oltre che per i propri progetti, musiche originali per cortometraggi, documentari, opere musicali e teatrali.

Quando lei ha voluto pubblicare, hanno pensato insieme ad un progetto di poesia e musica. Lui  non si è accontentato di un cartaceo o di un file allegato, ha chiesto a Caterina di leggerle, quelle poesie, di fronte a lui. Poi ha costruito un vestito per ognuna di esse, secondo le emozioni.

Così ogni poesia ha il suo Qr-Code, in modo che i versi si possano ascoltare dentro la musica che li accompagna e li riveste, senza sovrastare, come un abito sartoriale su misura. Ed all’interno si trovano  alcuni spartiti.

L’ascolto – insieme alla melodia dei versi – è un dono per il cuore.

Caterina Trombetti trova la poesia nella concretezza del quotidiano, in un gesto del corpo che diventa musica, in un risveglio, nella pietra di una chiesa, nel cuore bianco delle Apuane, in un albero, negli odori e nei suoni. La trova nel suo pensiero che indaga l’esistenza e il nostro breve percorso sulla linea della storia, quello che  riconosce la gioia di una ripartenza, di un esserci ancora in mezzo alla bellezza di ogni alba, quando “le ore dell’anneramento” si trasformano e si va verso il nuovo giorno, col fascino e il rischio dell’ignoto.

C’è un moto sotteso, un continuo tendere verso spazi aperti e l’infinito; una ricerca del silenzio, magari in cima ad una torre, dove il pensiero “plana come falco” in cerca del senso del tutto. Soffrono per l’immobilità gli alberi che il vento scompiglia nei rami, con i tronchi immobili fissi a terra. Il loro contatto col mondo sta negli uccelli, che tornano ai rami e raccontano di paesi lontani.

Tutto prende vita nei versi della Trombetti, come quella rosea pietra della Abbazia di San Galgano, diffusa di luce, che “s’infuoca di voci, /di cori, di angeli in volo”. E palpita. Con un rincorrersi di onomatopee si sente l’odore di bruciato e il ribollire dell’acqua vulcanica su un’isola, si sente il potere del fuoco e di contrasto la nostra impotenza di umani

È scolpito l’urlo delle madri che vedono strapparsi i figli dalla guerra; sono accesi gli occhi di quei bambini che attraversano il mare carichi di paura e di speranza. Ma hanno la sfortuna di essere trasparenti, fanno notizia per un attimo e scompaiono, loro. Eppure sono “i nostri nuovi bimbi”. Riaffiorano potenti immagini di distruzione, di Firenze oltraggiata dall’onda di piena, di un silenzio spettrale rotto dallo sbattere di corpi solidi trascinati dall’Arno.

Nella consapevolezza che percorriamo strade già battute fin dall’antichità, in un continuo avvicendarsi delle generazioni, mentre calpestiamo ancora una volta l’erba nuova e una scia bianca taglia il cielo  – dal forte valore simbolico questo sfregio- c’è una più amara consapevolezza di vivere in un cono d’ombra, in un tempo governato dal Male, di un “mondo/che rotola nelle sue frane/nelle sue alluvioni, /nei tanti morti uccisi”. E non siamo capaci di ritrovare la luce.

Suoni, luci, odori, profumi, immagini quasi scolpite, in una riflessione lieve, incisiva e profonda in questi versi.  Con la musica degli strumenti che abbraccia ogni parola.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Caterina Trombetti, Giovanni Pecchioli, Incontro. Poesia e Musica. Edizioni Setteponti 2021, Pag. 78, € 12,00