Angoli interni di Roberto Maggiani, Passigli Poesia. Nota di lettura di Salvatore Contessini.
Angoli interni, ultimo edito di Roberto Maggiani, presenta quelle che considero dodici stazioni, tante quante le sezioni in cui la raccolta di poesia è suddivisa; ognuna di queste impone una sosta riflessiva e riflettente, fatta di immagini che utilizzano la parola come una nebbia da cui si diradano raggi di sole emessi o meglio, Soli sparsi, non solo di universi sconosciuti, ma di sistemi che, in precedenti ere, sono già stati. Il solo pensiero di simile temporalità induce smarrimento della coscienza in una rara vertigine spazio-temporale che trasporta in un altrove sconcertante.
La lettura è stata, dunque, un viaggio per tappe, un percorso in cui si incontrano archetipi dell’esistenza, “combinazioni” di casseforti plausibili, analogiche e digitali, infinite come lo sono i numeri, in ognuna delle quali c’è una custodia. Questi scrigni sono tutti possibili, pronti a disvelare il loro contenuto. Che si tratti di un plico, di gioie o di un astuccio, l’accesso al contenuto risulta sempre accessibile e fruibile.
Si tratta di un viaggio che ci riguarda da vicino, individuale, ma che altresì guarda all’essenza dell’altrui, rievocando “l’antico tamburo” che batte i suoi colpi interroganti e nella percussione ossessiva centra una verità assoluta (p.22 poesia n.6).
Non voglio qui scrivere dei temi contenuti nella raccolta, lasciandoli liberi di interagire con chi intenderà esaminarli nel corso della lettura, né di disquisire sull’attualità della ricomposizione della dicotomia scienza/poesia; ben centrata nella plurima citazione del frutto della mela. Mi preme porre l’attenzione sull’itinerario abbracciato dall’autore che contempla pensieri cardini capaci di orientare la direzione del movimento intrapreso e lo chiariscono al lettore.
Uno di tali itinerari è la grazia dell’esistenza. Ricorrente in buona parte dei componimenti, ma anche sotto traccia, una sorta di cantico sulla meraviglia della vita, sintetizzato dal felice neologismo Cosmòni(p.48) e dalla fulminante domanda: «Chi sono i più antichi viventi dell’Universo?»
La vita nel suo complesso viene espressa come meraviglia che ci accompagna nei testi divenendo arricchimento vitale per noi lettori. Energia sovrabbondante che Roberto dona in gesto amorevole nei confronti dell’intero sistema vivente, non solo umano. Questa capacità elargitiva dell’autore è pregevole in quanto ci fa sentire compresi, parte di un sistema intero mai frazionato.
Come scrive Deidier in prefazione, si tratta di amore che supera l’egoismo, di movimento di aggregazione a cui Maggiani tende. Il suo orizzonte non è il mondo, né il sistema solare, bensì l’intero Universo. Questa peculiarità rende l’autore una persona speciale capace di sprigionare umanità anche nei confronti di coloro che ne sono privi.
In Angoli Internileggiamo una poesia felice, diretta, priva di fronzolature e segreti sensi. Una poesia domestica fatta per una misura umana, cifra distintiva di Maggiani, alla quale egli non rinuncia mai, anche a fronte di un giudizio di morte per l’efferata soppressione di una vita umana (Oggi – non domanip.102), dove nella chiusa troviamo un posticipo al giorno successivo per il recupero dell’indomita speranza.
Questa misura è il valore aggiunto dell’intera silloge, oltre l’ironia, l’amore, il pensiero filosofico e l’incanto della vita.
Su tale valore occorre soffermarsi per interrogare e interrogarsi sulla propria e l’altrui umanità avendo come riferimento, perché no, il poeta stesso e quanto da lui emana.
L’immersione nell’umano rigenera la nostra stessa umanità allargandola almeno nel pensiero e poi, forse, per coerenza anche nell’azione.
L’insieme dei versi e dei testi è contraddistinto da un percorso poetico maturo, che rotola nel movimento perfetto della sfera, senza la pretesa di sentenziare, ma con la certezza che la poesia che vi si trova è un frutto del tempo che viviamo.
Angoli interniè una silloge che non si esaurisce nella prima lettura, ma che necessita di ritorni successivi vista la sua geometria variabile. In essa c’è una capacità rigenerativa dei radianti angolari del nostro privato, un’accortezza nella proposta del pensiero positivo, a fronte del pensiero parassita che soffoca le nostre giornate. La stessa architettura della silloge, con un primain cui si leggono gli albori e un dopo dove si ascolta l’affanno dell’esistenza, sta a indicare l’impervia rotta seguita dal poeta e la direzione di marcia che lo stesso ci propone.
Salvatore Contessini (febbraio 2019)
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