Angoli di poesia di Luca Ariano | Luigi Cannillo, Dal Lazzaretto (La Vita Felice, 2024)

 

 

A distanza di due anni dall’antologia Between Windows and Skies.Selected Poems 1985-2020 (Gradiva Publications, Mount Sinai, NY), Luigi Cannillo dà alle stampe Dal Lazzaretto, con la prefazione di Davide Romagnoli per le edizioni de La Vita Felice. Come si evince già dal titolo, il libro è ambientato nella zona che fu dell’ex Lazzaretto, di manzoniana memoria, dove il poeta crebbe da bambino e visse gli anni dell’adolescenza. Il libro si apre e si chiude con citazione in esergo di Alessandro Manzoni dai Promessi Sposi. La poesia che apre la raccolta subito ci riporta nel luogo del Lazzaretto: “Figure in posa sulla spianata / mentre del vecchio Lazzaretto resta / ormai solo il colonnato nord […]” e ancora i versi finali: “Noi siamo i salvati adesso, i nostri / occhi a fotografare le impronte: / lo stemma borromeo, il bar / degli eritrei – a futura memoria.” Come si percepisce da questi versi, notiamo già come questo libro composto da una cinquantina di testi, sia molto stratificato e complesso. Vi sono vari aspetti e numerose chiavi di volta che si possono ritrovare in questi testi. La vicenda storica del Lazzaretto e del quartiere che ne è sorto dopo la demolizione (la speculazione edilizia è citata) fanno da sfondo alle vicende autobiografiche del poeta, ma non solo. La Storia è ben presente, non a caso, come detto, il libro si apre e si chiude con Manzoni e le poesie sono dense di flash back e salti temporali che ci riportano indietro nel tempo all’infanzia del poeta e anche di altre generazioni: “Sta entrando ancora nelle tende / il profumo dei tigli in cortile / negli ultimi giorni di lezione […].” Versi che ci trasportano in una dimensione onirica, di ricordi dove vi è la meraviglia per la scoperta del mondo, della vita e della poesia: “E prima del ritorno ascoltare / fino in fondo e in solo momento / il suono del suo verso”. Si susseguono le vite, o meglio, l’esistenza del poeta nello scorrere delle stagioni, nel rapportarsi con chi gli sta attorno, la scuola, i compagni, i famigliari, però vi è sempre un tono elegiaco, malinconico, a tratti crepuscolare, non naturalmente di un crepuscolarismo disperato, ma con una vena nostalgica: “La luce d’inverno rinchiude / a cupola il paesaggio / di strisce solitarie, opaca […]” Si mescolano i pensieri del passato, di guerre lontane, degli anni del militare: “Poi tocca a lui in tempo di pace / un figlio che parte militare.” Tutta l’esistenza si snoda nei primi dolori, ubbie: “Dolore di gioventù, / cosa resta di quella ustione?” Si è già detto della Storia sottotraccia, ma questo libro ha varie chiavi di lettura, come per i veri libri di poesia, al suo interno apre numerosi squarci e può anche essere visto come un romanzo di formazione in cui vediamo il poeta, l’autore, o chi per lui, crescere nel quartiere, fare esperienze e diventare uomo. I luoghi sono fondamentali, il genius loci è citato spesso direttamente con nomi di vie: “i risanati finalmente fuori / dalla Cornice dal Lazzaretto / oggi nelle strade della musica / Benedetto Marcello Mercadante / Scarlatti / Spontini Pergolesi [..]” oppure semplicemente fa da cornice alle vicende: “Le strade del mercato / si liberavano in serata / i banchi nei magazzini per la notte / i motocarri fermi, a fari spenti.” L’uomo tende spesso a dimenticare le vicende della storia, ma la voce dei poeti ci aiuta spesso a riflettere su cosa siano stati i luoghi, i loro accadimenti anche da un punto di vista affettivo e umano. Vi è sempre questa dimensione di sospensione, come accennato all’inizio, tra elegia e sogno che ci trasporta in varie epoche che possono essere il percorso di chi scrive, ma anche di milioni di persone che hanno vissuto i cambiamenti di un’epoca e qui, come spesso dovrebbe fare la poesia, da personale, diviene universale. Ritornano gli affetti materni e paterni già presenti in altri libri di Cannillo: “Madre che non ritorni sotto casa / vincendo la nostalgia dei luoghi”. L’ultima poesia, come in un cerchio, si chiude citando ancora il Lazzaretto, come quando, dopo un lungo viaggio, si ritorna agli stessi luoghi: “Dorme il Lazzaretto / trasportato da un treno / che lo fa scivolare nel tempo”. Dal Lazzaretto è forse la raccolta più matura di Luigi Cannillo, una summa della sua poetica fatta di luoghi, ricordi, storia, riflessioni, malinconie e come ha scritto Marco Germani in una recensione su “Almanacco Punto”: “Un libro complesso, stratificato eppure compatto, contraddistinto da una levità malinconica ed esemplare, non privo di una pietas profonda e non esibita.”

 

 

Sta entrando ancora dalle tende
il profumo dei tigli in cortile
Negli ultimi giorni di lezione
il ruggito nel sangue, l’attesa,
battono la fine, ci separiamo
mentre la luce ci libera altrove
Adesso chiudi il libro con un colpo
il cancello si aprirà definitivo
vedrai il meridiano del sole
spingere un’estate infinita
nel quartiere disabitato senz’ombra
Come se ci perdessimo per sempre
Sarà il tiglio a soffiare sulle palpebre
le prime notti che morde il desiderio
e il sogno si dilata oltre l’atlante
Conserva i fiori per l’inverno
quando i muri delle aule
tengono strette le persone e i sogni,
consolano per le separazioni
Come se già sapessimo il ritorno

 

 

 


Luigi Cannillo, poeta, saggista e traduttore, è nato e vive a Milano. Ha pubblicato le raccolte di poesia Transistor, Tempo Sensibile, Novara 1985; Volo simulato, Campanotto, Udine 1993; Sesto senso, Campanotto, Udine 1999; Cielo Privato, Joker, Novi Ligure (al) 2005; Cieli di Roma, LietoColle, Faloppio (co) 2006; Galleria del vento, La Vita Felice, Milano 2014 e Between Windows and Skies.Selected Poems 1985-2020, Gradiva Publications, Mount Sinai, NY 2022. Singole poesie, scelte antologiche e interventi critici sono stati pubblicati su numerose riviste, raccolte di saggi e blog letterari. Ha collaborato alla redazione dell’Annuario Crocetti 2000 edi Sotto la Superficie. Letture di poeti italiani contemporanei, Bocca, Milano 2004. Ha curato con Gabriela Fantato La biblioteca delle voci. Interviste a 25 poeti italiani, Joker, Novi Ligure (al) 2006. Ha curato inoltre l’Antologia Il corpo segreto. Corpo ed Eros nella poesia maschile, LietoColle, Faloppio (co) 2008, e, con Sebastiano Aglieco e Nino Iacovella, Passione Poesia. Letture di poesia contemporanea (1990-2015), Cfr, Milano 2016. È organizzatore culturale, collaboratore editoriale, socio dell’Associazione Culturale Milanocosa; è stato redattore e codirettore della rivista «La Mosca di Milano» e redattore della collana Sguardi, de La Vita Felice. È collaboratore della rivista internazionale «Gradiva», New York/Firenze. Ha partecipato a performance e spettacoli teatrali e collabora con musicisti e artisti visivi. In collaborazione con questi ultimi sono anche nate le pubblicazioni Il giudizio con carta di Francesco Merletti, Pulcinoelefante, Osnago (lc) 2000; Foglia rossa con opera di Edgar León, Bice Bugatti Club, Merate 2017 e Corpi come alberi con opera di Elena Sala, Pulcinoelefante, Osnago (lc) 2018.