Angoli di poesia di Luca Ariano | Guido Garufi, La Poesia delle Marche. Il Novecento e oltre (affinità elettive, 2021)
Le Marche hanno un’importante tradizione poetica che, nel secolo scorso, ha visto alcune tra le sue voci più autorevoli diventare poeti di fama nazionale ed internazionale, si pensi a Paolo Volponi, Luigi Di Ruscio e Remo Pagnanelli, ma anche a Franco Scataglini da poco ristampato con Tutte le poesie per Quodlibet. Guido Garufi, (1949) poeta e critico maceratese, da sempre nei suoi lavori si è dimostrato attento alla poesia marchigiana fin dal 1981, quando, con Remo Pagnanelli, pubblicò Poeti delle Marche e nel 1998 La Poesia delle Marche. Il Novecento. Alla fine del 2021, per affinità elettive, è uscita, sempre curata da Garufi, La Poesia delle Marche. Il Novecento e oltre. Si tratta di un lavoro imponente di oltre 500 pagine che esamina i poeti dal Secondo Novecento fino ai giorni nostri. Il primo poeta affrontato è Umberto Piersanti (1941) mentre l’ultimo è Michele Bordoni (1993). I poeti analizzati da Garufi oltre questi due sono: Maria Lenti, Luigi Martellini, Maria Grazia Maiorino, Eugenio De Signoribus, Enrica Loggi, Marco Ferri, Germana Duca, Francesco Scarabicchi, Alessandro Catà, Gianni D’Elia, Adelmo Ruggeri, Remo Pagnanelli, Feliciano Paoli, Anna Elisa De Gregorio, Antonio Santori, Filippo Davoli, Nicola Bultrini, Danilo Mandolini, Luigi Socci, Alessandro Moscè, Renata Morresi, Elisabetta Pigliapoco, Massimo Gezzi, Luca Campana, Jonata Sabbioni, Davide Nota, Franca Mancinelli, Emanuele Franceschetti e Riccardo Frolloni. Per ogni poeta vi sono delle schede critiche attraverso le quali Garufi, sapientemente, esamina la poetica di ognuno attraverso le raccolte, i riferimenti poetici e i loro maestri con un’inquadratura nel panorama poetico italiano e marchigiano attuale. In appendice poi, vi è una nota biobibliografica molto utile per chi volesse approfondire gli studi critici e le recensioni sui singoli poeti. Naturalmente, per ogni poeta, vi è un’ampia scelta di poesie tratte dalle varie raccolte che aiutano ad avere un’idea approfondita delle singole tematiche poetiche. Il volume è impreziosito da una serie di foto a colori di Rita Vitali Rosati intitolata Flashes, lampi e dediche dove compaiono tutti i poeti presenti nell’antologia, ma anche il grande poeta Franco Loi che, per alcuni poeti marchigiani, è stato molto più di un maestro, bensì un amico e un punto di riferimento (si pensi a Filippo Davoli). Molto interessante è l’introduzione intitolata La conversazione del senso (titolo di un saggio ripreso in appendice con un altro saggio) in cui Garufi illustra dettagliatamente il panorama attuale della poesia non solo marchigiana, ma anche italiana sottolineando come, negli ultimi decenni, sia stata sommersa da un profluvio di antologie, di produzioni poetiche e di come il web abbia cambiato l’uso e la percezione della poesia sia in chi scrive che in chi legge. Alla fine delle schede poetiche appare una sezione intitolata Apparent rari nantes (ossi di seppia sull’acqua) dove il critico maceratese motiva le sue scelte e dà alcune brevi indicazioni su poeti non inclusi nella “primaria” scelta tra cui possiamo citare tra gli altri: Alessandro Seri, Marco Di Pasquale, Cristina Babino, Alessandra Carnaroli e Piergiorgio Viti. Ci chiediamo se questa scelta sia dettata in quanto considerati poeti “minori” o, più verosimilmente, il curatore non sia riuscito ad approfondire in questo volume, di per sé già molto corposo, la loro poetica con i relativi testi. Nonostante questo, vi sono alcune esclusioni tout court di poeti marchigiani che hanno avuto un loro percorso con numerosi riconoscimenti di critica come Francesco Accattoli e Laura Corraducci, ma penso anche ad alcuni poeti legati alla rivista “La Gru” come Loris Ferri e Stefano Sanchini. Vengono in mente anche poeti come Barbara Coacci, Michele Ortore, Evelina De Signoribus, Natalia Paci, Francesca Perlini che hanno avuto riconoscimenti anche fuori dall’Italia. Spero che, come è accaduto con l’antologia del 1998 e questa del 2021, questi nomi possano rientrare in un futuro terzo volume perché la poesia delle Marche è sempre molto viva, attiva ed esprime una pluralità di voci che, non a caso, è stata definita anche se forse un po’ schematicamente “Linea Marchigiana” che, negli ultimi decenni, ha visto maturare e fiorire i poeti più interessanti del panorama italiano della poesia contemporanea.
Guido Garufi è autore di saggi e monografie relative al Novecento, di estetica e metodologia critica, altri sul registro stilistico, simbolico e psicoanalitico e su autori del secondo Novecento. Insieme a Remo Pagnanelli ha fondato la rivista «Verso» e ha pubblicato l’importante antologia «La poesia delle Marche, Il novecento». Tra le raccolte di versi introdotte da Mario Luzi e Vittorio Sereni, si segnalano «Hortus, Conversazione presunta, Canzoniere minore» (Archinto), «Lo scriba e l’angelo» (Archinto), «Fratelli» (Aragno). Finalista al Camajore, al Biella e al Montale. È tradotto in spagnolo da Emilio Coco e in Inglese da Desmond O’ Grady, sodale di Sartre e Beckett. A sua volta ha tradotto alcuni autori latini per Bompiani. È presente in numerose antologie tra le quali «Il pensiero dominante» (Garzanti) e la «Storia letteraria, parte contemporanea» (Utet). Ha scritto testi per Rai 3 e Canale 5 e ha collaborato con «Il Messaggero».
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