I LIBRI DI POESIA CHE CONSIGLIO: 
“I congiurati del bosco” di Alessio Alessandrini, con prefazione di Gaia Giovagnoli, Italic edizioni, 2019

          

Dalla banalità del quotidiano, dall’osservazione dei suoi riti assurdi e ripetitivi, parte la beckettiana rappresentazione teatrale del reale di Alessio Alessandrini che ad ogni nuova sezione propone un cambio di scena in cui la poesia deflagra potente – a volte parodica, a volte tragica – a impedire la resa del pensiero perchè “la morte, comunque/ sarà ridicola”. CZ

          

Tre testi da I congiurati del bosco:

PRELUDIO

A Luigia Sorrentino

C’era una volta il mondo delle fiabe:
il bosco, l’anello, le fate.

Oggi c’è un vecchio solo con il solo cane.
C’è il centro commerciale,
il bar, l’apericena sul lungomare.
Oggi c’è una processione sacerdotale e una autostradale.
C’è il rombare astigmatico di una motocicletta,
quello languido di un pallone sopra la saracinesca vaccinata. quello languido di un pallone sopra la saracinesca accigliata.
C’è una torre che doveva crollare, crollata.
Ci sono occhi da indagare. Occhi accesi. Occhi estenuati
quanto un mare.
Una consorteria di occhi, che si cercavano senza cercarsi.
C’è tutto questo e tanto altro: una ragazza Carla, o non più lei,
e un poeta tra gli scaffali di una profumeria
che si chiedeva e ancora forse si chiede
se mai l’odore della morte sia andato davvero via.

Dove hanno costruito la tana per darci una qualche
scappatoia le marmotte?

Chi ha rubato la marmellata?
Chi lo sa…

Nei boschi, nella loro varia identità,
[di aceri e foglie,
di cemento e antenne,
di binari e panche,
di pensieri e pene,
capelli al vento e foulards],
si cerca un rifugio, un qualche fragile appello.

Questo forse la poesia ancora fa:
chiama a sé una minore               
verità. 

*

BREXIT

Ho preso in mano il libro
di un virtuoso poeta
britannico oggi mentre scende
imprevista in uno scroscio
tutta la pioggia di una stagione
avvolta nel lento decorso del temporale.

Anche le previsioni del tempo
debbono scontare sondaggi
dai risultati inaspettati.

La resistenza è negli orizzonti
come suona vero, a volte,
un verso come si srotola
sincero, Così se ne va
solitaria la rondine bagnata
battezzata da tanto inclemente
cielo, è l’unica a cui non importi
del profitto e della storia,
del sogno comunitario,
del finanziario crollo e
la paura che dismetta
per sempre e persino
l’azzurro del limpido
pensiero.

*

NEL BOX

Quando chiuso nel box
lanci fuori ogni oggetto,
ti chini e con rigetto
espelli tutto tutto quell’orpello
di giochi, colori, mattoni.

È questa la pulizia di cui
parlano i poeti,
l’alchimia del ridurre
tutto all’essenziale.

Restare nel limite
come un animale braccato
senza l’illusione del bosco.

*

    

Alessio Alessandrini (Ascoli Piceno, 1974), è insegnante di scuola media. La sua prima raccolta La Vasca (Lietocolle 2008) è risultata vincitrice del  XXII  Premio Letterario Camaiore nella sezione Proposte Opera Prima. Nel 2014 è uscita presso l’editore Italic-Pequod la sua seconda opera poetica Somiglia più all’urlo di un animale, silloge segnalata al XXVII Premio Camaiore, al XXIX Premio Montano e alla terza edizione del Premio “Civetta di Minerva – Antonio Guerriero”. Nel 2019, sempre per la Italic-Pequod, è uscita la silloge inedita dal titolo I congiurati del bosco. Sue poesie posso essere lette in raccolte antologiche o sul web. Collabora come redattore al progetto editoriale Arcipelago-Itaca Edizioni e con l’associazione culturale Umaneventi.